Utente:Giacomofarlocc0/Guerra del Mixtón

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Guerra del Mixtón
Data1540-1551
LuogoRegno di Nuova Galizia
Casus belliAbuso da parte degli ecomenderos spagnoli degli indigeni
Esecuzione dell'encomendero Juan de Arce da parte dei Chichimechi
EsitoVittoria Spagnola, esecuzione dei leader Chichimechi.
Schieramenti
Vicereame della Nuova SpagnaNochistlan Flag Xic Conecan
  • Xochipillan
  • Tlaltenanpan
  • Etzatlan
  • Tonallan
  • Xochitepec
Comandanti
Pedro de Alvarado
Antonio de Mendoza y Pacheco|Antonio de Mendoza
Glifo de Xic Conecan Tenamaxtle
Glifo de Xic Conecan Xavalotl
Coringa de Tlaxicoringa
Glifo de Xochipillan Tencuítatl
Glifo de Xochipillan Petlácatl
Don Diego
Chapolli
Glifo de Xochipillan Xiuhtecuhtli
Glifo de Tlaltenango Tollitl
Effettivi
55.00055.000
Perdite
sconosciutosconosciuto
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Categoría:Wikipedia:Artículos sin coordenadas La Guerra del Miztón o Mixtón è stata una serie di scontri bellici tra varie nazioni indigene —denominate genericamente chichimecas— appartenenti all'audencia di Nuova Galizia, nella zona occidentale della Nuova Spagna, che si ribellarono contro l'esercito spagnolo verso la metà del XVI Secolo.Già durante quell'epoca diversi popoli indigeni erano già stati sottomessi precedentemente dagli spagnoli, ma uniti si rifiutarono di sottomettersi e si alzarono in armi.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

La parola miztli nella lingua náhuatl significa [Puma] e venne resa in spagnolo come "mixtón", pronunciato míshton, cioè con l'accento sulla prima sillaba e con il grafema x pronunciato come sh inglese

Campagna di Conquista di Nuño Beltrán de Guzmán[modifica | modifica wikitesto]

Gli antefatti della guerra sono spesso ricondotti alla crudele campagna di conquista del conquistador Nuño de Guzmán nel territorio che gli spagnoli chiamarono Nuova Galizia, ovvero gli attuali stati messicani di Jalisco, Nayarit, Colima e parte del territorio degli stati di Zacatecas e Aguascalientes. Nel corso di questo intervento, che ebbe fine nel 1531, diverse migliaia di indigeni furono torturati o uccisi dalle forze spagnole e dai loro alleati indigeni. Anche se per questi fatti Nuño de Guzmán fu incarcerato, il ricordo dell'invasione spagnola rimase tra i nativi della Mesoamerica occidentale tra i quali possiamo includere gli caxcanes e i zacatecos, come i principali protagonisti della ribellione nel Mixtón, anche se erano sostenuti da Guachichiles, Coras, Tecuexes e Guamares.[1]

Antecedenti[modifica | modifica wikitesto]

Poco prima che inizziassero le ostilità , Il viceré Antonio de Mendoza aveva inviato al nord, per via terrestre il governatore della Nuova Galizia Francisco Vázquez de Coronado , e Hernando de Alarcón per mare , in spedizioni simultanee alla ricerca della mitica città di Cíbola (o Siete Ciudades).[2]Il controllo della Nuova Galizia, rimase al Tenente del governatore Cristóbal de Oñate che presto si rese conto che le forze militari spagnole erano state superate.[3] Gli abusi di alcuni encomenderos e la resistenza degli stessi indiani a sottomettersi alla corona spagnola furono le cause dei primi incidenti isolati. Un gruppo composto da 18 capi Chichimecas fu fatto prigioniero, e nove furono impiccati da parte del capitano Domingo de Arteaga nel 1540, alla presenza di Cristóbal de Oñate, Martín Benítez, Juan Pascal e altri spagnoli.[4]

La risposta degli chichimecas non si fece aspettare, nell'inverno dello stesso anno gli abitanti dei villaggi di Huaynamota e Huazamota uccisero l'ecomendero Juan de Arze che mangiarono arrostito.[5] Voci e notizie del discontento furono accolte da parte di Cristóbal de Oñate, è stato riportato un ballo a Tlaxicoringa dove gli indigeno dei villaggi di Tlatenango, Cuitlan, Hueli, Colotlán e Tepeque promulgarono una insurezzione generale. Secondo la versione dei cronisti spagnoli si celebrò una specie di congrega guidata da "vecchie streghe" que invocarono il divalo, fu chiamato "tlatol" e fu interpretato come la "parola sinistra del diavolo"[6], lo stesso viceré Mendoza scrisse che "alcuni indiani che aveva intervistato gli avevano detto di essere messaggeri del diavolo, il quale si chiamava Tecoroli, e gli comunicarono che questo portava consigli risuscitando gli antenati indigeni"[7]

l32. Ítem, si saben &c., creen, vieron, oyeron decir que puede haber seis años, poco más o menos, que ciertos indios de las sierras y Zacateclas hechiceros vinieron a los pueblos de Taltenango y Juchipila y a otros de la Nueva Galicia, y subvertieron y engañaron los dichos pueblos, diciendo y haciendo creer a los indios que habían resucitado sus abuelos y todos sus antepasados, y que habían de matar a todos los cristianos que estaban en aquella provincia, y muertos estos, pasarían a México y la habían de sojuzgar, y que no tenían necesidad de sembrar, porque el maíz y otras semillas se darían de suyo, y les hicieron entender otras muchas hechicerías y liviandades, por lo cual los de los dichos pueblos se alteraron y levantaron, y comenzaron a idolatrar y hacer ritos y idolatrías de infieles: digan los testigos lo que saben. 154. Ítem, si saben &c. que los dichos indios alzados enviaron sus mensajeros a muchas partes y tierras y lugares de indios, con unas flechas atadas en un cuero, que eran insignias del demonio, persuadiéndoles que renegasen la fe, y mostrándoles cierto cantar que llaman el tlatol del diablo, y que idolatrasen y no sirviesen más a los cristianos, porque luego los habían de matar a todos, y si no lo hiciesen, que ellos vernían sobre los pueblos y los destruirían; y por su inducimiento muchos pueblos donde enviaron los dichos mensajeros, los indios renegaron nuestra fe católica e idolatraron, como solían hacer antes que fuesen cristianos: digan lo que saben.

Interrogatorio a testigos en la visita hecha por el licenciado Francisco de Tello el 8 de enero de 1547 al virrey Mendoza.[8]
Nuño de Guzmán durante la sua campagna a Jalisco e Nayarit (1529)

Molto probabilmente si trattava di sacerdotesse celebrando un rito religioso, e i vocabolo tlatol in realtà è la forma abbreviata di tlahtolli (del idioma náhuatl: discorso o parola). Le voci ascoltate riguardavano riunioni tenute a Tlaxicoringa, dove gli indigeni decisero di fare un fronte comune contro gli spagnoli, che desideravano cacciare dalle loro terre. Il huehuehtlahtolli, era l'antica parola, o discorsi pronunciati dagli anziani e i saggi.[9]

Ci furono diverse riunioni posteriori nelle quali si ascoltò il tlatol, a Xuchipila, Nochistlán e Teocaltiche. Con gli animi accesi, gli indigeni attaccarono gli spagnoli a Xuchipila, a Tepechitlán uccisero uno schiavo di colore che lavorava per Arturo de Bobadilla.[10] Nelle vicinanze di Etzatlán e Tecuila, il frate franciscano Juan de Calero cercò di dialogare con loro per ottenere la pace, ma in risposta lo attacarono e lo uccisero con delle frecce dicendo"Non ci predicherete più il paradiso e l'inferno, né vogliamo la vostra dottrina!". Frate Antonio de Cuéllar tento di fare un altro tentativo di dialogo ma ottenendo il medesimo risultato[11]

Inizio della ribellione[modifica | modifica wikitesto]

La ribellione iniziò nel 1541, nelle vicinanze delle signorie di Teocaltiche, Nochistlán y Xuchipila.[12] In quest'ultima località era sorto un convento francescano dove sarebbero arrivati emissari dalla serra del Nayar— probabilmente coras o huicholes— a incitare gli indiani ad insorgere contro la dominazione spagnola, e in particolare contro la religione cristiana. Gli indigeni partirono dai villaggi spagnoli e si fortificarono nel Mixtón . Tra i Leader della ribellione c'erano Petlácatl cacique caxcán di Xalpa, Francisco Tenamaxtle di Nochistlán, Coringa di Tlaxicoringa, Tencuítlatl di Xuchipila e don Diego dei zacateci. Il Luogotente del governatore capendo che le sue forze erano state superate mandò una delegazione a Città del messico in cerca di aiuto .[3]

Xiuhtecutli, governaore di Xuchipila attaccò a Gonzalo Garijo a Tlaltenango. Il suo motto era ”totenan, totzacuil” (dal náhuatl: il nostro muro, la nostra protezione), e sotto il grido di guerra“¡Axcan quema, tehuatl, nehuatl!” (dal náhuatl:fino alla mia morte o la tua!).[13] [14]Da Guadalajara, Cristóbal de Oñate inviò il capitano Miguel de Ibarra, così come gli indiani alleati Tlaxomulco e della valle di Tonalá, gli scontri ebbero luogo sulla collina del Mixtón. Il requerimiento fu letto diverse volte, però i ribelli ignorarono la lettura. Le forze spagnole furono sconfitte e respinte. Subito si inviarono notizie a Città del Messico, chiedendo nuovamente aiuto, al viceré Antonio de Mendoza.[15]

Assedio di Guadalajara[modifica | modifica wikitesto]

Verso il 27 settembre 1541 lgli uomini di Tenamaztle avanzarono verso la città di Guadalajara e il 28 settembre la assediarono. Nelle cronache si distungono le azioni di una donna di nome Beatriz Hernández, che allietava i soldati e incoraggiava donne e bambini. Cristóbal de Oñate decise di rompere l'assedio, radunò tutti gli archbugi in un singolo fronte, e grazie alla potenza dell'artiglieria come rinforzo, realizzò un contrattacco repentino.. Allo stesso tempo la cavalleria si divise in due colonne che uscivano da due porte, dopo aver compiuto un attacco rientravano in città per uscire dall'altra porta, in questo modo appariva maggiore il numero di cavalli. La battaglia durò più di tre ore, Nonostante si trovasse in uno svantaggio numerico, la determinazione e la strategia degli spagnoli costrinse il ritiro dei chichimechi.[16]

Eventi posteriori[modifica | modifica wikitesto]

I popoli chichimecas, ca. 1550.
Monumento a Francisco Tenamaztle in Nochistlán de Mejía.

Consumada la derrota en el Mixtón, los rebeldes sobrevivientes decidieron replegarse a la zona septentrional de Nueva Galicia, Tenamaztle se alió a Chapuli.[17] Non fu raggiunta una pace duratura e i ribelli mentennero azioni di guerriglia per quasi dieci anni. Tenamaztle Mantenne i Caxcani sul piede di guerra e furono ulteriormente sostenuti dai Guainamoti, Coras, Tocomi e Tecual.[18] Altri villaggi ancora sotto il controllo indigeno furono abbandonati agli spagnoli.

Gli abitanti di Guadalajara sollecitarono le autorità ad autorizzare il trasferimento della città nel sito che occupa da allora, nella valle di Atemajac. Questo evento fu preso in considerazione da Carlo V, che il 28 settembre 1543, girò gli ordini noti come Raccolta delle Leggi dei Regni delle Indie, in modo che "gli indiani sollevatisi cerchino di attirare la pace con buoni mezzi".

Nel 1551 Tenamaztle si consegnò al vescovo di Guadalajara Pedro Gómez Maraver.[19]Ma nonostante la resa volontaria del leader, lo stato di guerra continuò per secoli nella zona settentrionale della Nuova Galizia.[20] Il capitano dei caxcan fu deportato dal viceré Luis de Velasco, e messo a disposizione della Casa de Contratación in Siviglia.

Tenamaztle fu trasferito a Valladolid, dove conobbe il frate Bartolomé de las Casas, che non esitò a promuovere la sua casua davanti al Consiglio delle Indie. Nel 1554 furono presentati diversi scritti in cui si denunciavano gli abusi precedenti alla ribellione, giustificando così gli atti bellici avvenuti.[21] Un documento firmato da Tenamaztle spiega i previ avvenimenti e le reazioni fino al momento in cui il suo popolo dovette fuggire sui monti per la sua legittima difesa, comportamento che gli spagnoli in Nuova Spagna definirono,"usando male la proprietà del linguaggio, in tutte le Indie, contro il Re ribellarsi”, pretendendo cosí una “guerra giusta” per espropriare ai nativi.[22] È innegabile che il documento fu scritto e redatto da Bartolomé de las Casas, però In esso è narrata la storia di Tenamaztle e la sua firma appare in calce. Il processo non passò inosservato alla corona spagnola, ma non si conosce il verdetto del reclamo e cosa accadde al generale caxán.[23]

Nelle Indie, il malcontento dei chichimechi continuò in tutta la zona settentrionale della Nuova Spagna. Coras, huicholes, tepehuanes, emexicaneros rimasero in atteggiamento di resistenza per gli anni successivi, periodo noto come la guerra Chichimeca.[24]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Léon op.cit. p.50
  2. ^ (EN) John P. Schmal, THE HISTORY OF ZACATECAS [La storia di Zacatecas], su http://www.houstonculture.org. URL consultato il 14/02/2023.
  3. ^ a b León, op.cit. p.25
  4. ^ León, op.cit. p.43-45
  5. ^ León, op.cit. p.49
  6. ^ Carrillo, op.cit. p.126
  7. ^ León, op.cit. p.50-53
  8. ^ (ES) Joaquín García Icazbalceta, Colección de documentos para la historia de México : versión actualizada, 1866. URL consultato il 14 febbraio 2023.
  9. ^ León, op.cit. p.54
  10. ^ León, op.cit. p.57
  11. ^ León, op.cit. p.26
  12. ^ Olague, op.cit. cap. "El encuentro"
  13. ^ León, op.cit. p.23
  14. ^ León, op.cit. p.
  15. ^ León, op.cit. p.58-59
  16. ^ León, op.cit. p.77-80
  17. ^ León, op.cit. p.96
  18. ^ León, op.cit. p.50
  19. ^ Bishop Pedro Gómez Malaver catholic-hierarchy consultado el 16 de marzo de 2009.
  20. ^ León, op.cit. p.98-99
  21. ^ Carrillo, op.cit. p.173-179
  22. ^ León, op.cit. p.127-128 y 143
  23. ^ Borgonio, op.cit. p.121
  24. ^ Monroy, op.cit. cap.Guerra chichimeca

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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