Utente:Desiresigona/Sandbox

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Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nam June Paik (Seul, 20 luglio 1932 - Miami, 29 gennaio 2006) nasce da una famiglia di artigiani, è il quinto figlio di un fabbricante tessile e ha frequentato la Kyunggi High School di Seoul, periodo durante il quale ha preso lezioni private di pianoforte e ha studiato composizione. Nel 1950, sua madre Chong-Hi Cho e suo padre Lak-Seoung Paik, fuggirono dalla guerra di Corea con i loro figli, viaggiando prima a Hong Kong e poi in Giappone. Nel 1956, nello stesso anno in cui Paik si laurea alla Tokyo University, si sposta in Germania per approfondire lo studio della musica contemporanea, presso l'Università di Monaco di Baviera. I suoi interessi lo distraggono dall’ambiente universitario verso forme musicali non tradizionali: inizia a lavorare nello studio della stazione radiofonica della Germania occidentale, Westdeutsche Rundfunk Studio for Electronic Music, luogo caratterizzato dal lavoro di compositori d'avanguardia come Karlheinz Stockhausen e Mary Bauermeister. Nel 1958, al Darmstadt International Summer School Course for New Music, Paik incontra Stockhausen - che stava sperimentando sintetizzatori audio - insieme al compositore John Cage, suo mentore; questi incontri hanno influenzato notevolmente Paik e le sue idee sulla performance e sulla sua produzione artistica.[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1961 Paik incontra George Maciunas, fondatore del movimento Fluxus, sviluppatosi soprattutto negli USA e in Germania: il primo movimento d'avanguardia ad essere molto coinvolto nella musica. Nam June Paik diventa uno dei suoi membri insieme a La Monte Young e Benjamin Patterson. Nel 1963 tiene la sua prima mostra personale, Exposition of Music-Electronic Television, alla Galleria Parnass di Wuppertal, in Germania. Dal 1960 in poi Nam June Paik si sposta freneticamente tra New York e Berlino, Parigi e Londra, vivendo in prima persona il concetto di mobilità come stimolo alla vita che non lo abbandonerà mai, rimanendo tuttavia sempre cosciente delle proprie radici culturali e civiche. Nel 1964 si trasferisce a New York e inizia una lunga collaborazione, lavorando su diversi progetti, con Charlotte Moorman, violoncellista e pioniera della nuova musica; collaborazione che sarebbe durata fino alla morte di Moorman nel 1991.

Nel febbraio del 1967, Moorman eseguì l'Opéra Sextronique di Paik al Filmmakers Cinematheque a New York e durante la seconda parte dello spettacolo, Moorman era nuda dalla vita in su e fu arrestata per oscenità. Un anno dopo, la Sony, lancia sul mercato Porta Pack, la prima telecamera amatoriale portatile, Nam June Paik l’acquista subito, realizza un video sul traffico caotico nel giorno della visita di Paolo VI a New York e nello stesso giorno presenta questo suo primo video intitolato Café Gogo e una installazione video, opera sancita da molti come il primo video d’arte della storia. Nel 1992 gli viene affidato lo sviluppo del padiglione Coreano nell'Expo Internazionale di Siviglia e nel 1993 Paik vince il primo premio per il miglior padiglione alla Biennale d'Arte Internazionale di Venezia.

Nel 1996 Paik subì un ictus che ne limitò la mobilità fisica, ma continuò a lavorare con il supporto del nipote Ken Hakuta. Per tutti gli anni '90 e oltre, Paik continuò a realizzare disegni di giornali - che erano sempre stati al centro della pratica artistica di Paik - offrendo un metodo immediato e diretto per sviluppare e trasmettere idee che erano parte integrante del suo pensiero. Nel 2005 ha realizzato Chinese Memory, una delle sue ultime opere, un'installazione contenente un mobile televisivo con antenne, libri, pittura e pergamena cinese.

Paik muore il 29 gennaio 2006 a Miami Beach, in Florida.

Il movimento Fluxus e l’arte di Nam June Paik[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei primi artisti a riconoscere le potenzialità dei media elettronici e della loro influenza sulla cultura e sull’economia è stato Nam June Paik. Le sue prime esperienze di video arte si svilupparono all’interno del movimento artistico Fluxus, impegnato a togliere importanza all’oggetto artistico per darla invece alle situazioni, allo spettacolo. Fluxus nacque negli Stati Uniti verso la fine degli anni ’50, e vi confluirono tendenze neodadaiste inclini ad utopie anarco-comuniste. La poetica di questo movimento si fondava essenzialmente su due principi che verranno a costituire le basi della produzione di Nam June Paik: essi si proponevano di fondare un nuovo ambiente socio-culturale in cui fosse possibile una circolazione più immediata di una nuova estetica, tesa a ridurre la distanza tra artista e fruitore; in secondo luogo, si proponevano di fornire nuovi modelli artistici da opporre ai canoni e alle convenzioni dell’arte istituzionale, in modo da stabilire una totalità, una globalità inedita, ridefinitoria dei comportamenti estetici e di permutazioni attive dei linguaggi. In un'era precedente a Internet, Paik prevedeva che la tecnologia avrebbe consentito alle persone di comunicare immediatamente.

Fu così che la tecnologia della televisione e il movimento delle informazioni diventano il soggetto primario dell'arte di Paik. Capì anche che soltanto dominando il medium si sarebbero potute esaltare le sue potenzialità. In un’intervista risalente all’inizio degli anni ’70 gli fu chiesto come mai si fosse servito del piccolo schermo per le sue rappresentazioni. Egli, con tono ironico, rispose: “I’m just a poor man from a poor country so I have always to think about my audience”. E’ interessante, quindi, come già trent’anni fa egli intendesse la sua arte come comunicazione globale, grazie sopratutto al potere massificatore della televisione.


Fonti:

https://www.tate.org.uk/

EduEDA, The educational Encyclopedia of Digital Arts.