Utente:Aretuseo1974/Theatrum chemicum

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L'alchimista - 1558 - disegno di Pieter Brueghel il vecchio, Kupferstichkabinett, Berlin

Notes du sommaire[modifica | modifica wikitesto]

Notes et références[modifica | modifica wikitesto]

Il Theatrum chemicum (« Teatro chimico »), è la più importante e la più celebre raccolta di trattati alchimistici del Rinascimento. Scritta in latino, la lingua della sapienza europea dell'epoca e pubblicata per la prima volta a Strasburgo nel 1602 dall'editore e stampatore  Lazare Zetznerin tre volumi, raggiunse la considerevole dimensione di sei volumi (contenenti oltre duecento trattati) nella sua ultima edizione del 1659-1661.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Jan van der Straet - Il laboratorio dell'alchimista (1551)

Il Theatrum chemicum è il risultato di un progetto editoriale che si dispiega in tutta la seconda metà del XVII secolo, il cosiddetto periodo del « rinnovamento paracelsiano », mediante il quale ha avuto luogo un'elevata attività di pubblicazione di trattati e di raccolte alchimistiche. Tuttavia, malgrado lo stesso Paracelso, morto nel 1541, respingesse la pratica della trasmutazione dei metalli e non si interessasse che all'aspetto medicale delle preparazioni alchimistiche (termine quest'ultimo che rimarrà sinonimo di chimica fino agli inizi del XVIII secolo), i suoi discepoli si affrettarono a ripristinare, coi loro adepti, la ricerca della Grande Opera.

Nel 1541, Johann Petreius pubblica a Norimberga una raccolta di dieci trattati, il De Alchemia (De Alchimia), edito da un certo Chrysogonus Polydorus, probabile pseudonimo del teologo luterano Andreas Osiander. In una postfazione, Petreius elenca una trentina di altri trattati che aspira a pubblicare e fa appello agli alchimisti di inviargli i loro manoscritti, promettendogli in cambio la pubblicazione delle opere. Alla sua morte, nel 1550, la collezione, raccolta da Petreius (tra l'altro editore nel 1543 del De revolutionibus orbium coelestium di Nicola Copernico) passa probabilmente a un suo parente, Heinrich Petri che pubblica a Bâle nel 1561 (in collaborazione con Pietro Perna), un insieme di 53 testi sotto il titolo di Verae alchemiae artisque metallicae, citra aenigmata, doctrina. Tale raccolta, edita dall'italiano Guglielmo Gratarolo (1516-1568), contiene specialmente un dialogo anonimo sull'alchimia trasmutatoria, riguardante Paracelso : le Chrysorrhoas sive De arte Chymica. Perna pubblica poi nel 1572 una nuova serie di sette volumi contenenti più di 80 trattati medievali : l’Artis auriferae, quam chemiam vocant, includente soprattutto la prima edizione della celebre Turba philosophorum. Perna, con suo genero  Konrad Waldkirch, prevedeva la pubblicazione di una raccolta ancora più estesa, ma il progetto passa quindi in mano allo strasburghese  Lazare Zetzner, che pubblica i primi tre volumi del Theatrum Chemicum nel 1602.

Lazare Zetzner[modifica | modifica wikitesto]

Pianta di Strasburgo (Argentoratum) nel 1572. Al volgere del XVI e del XVII secolo, città imperiale liberaTemplate:IerStrasburgo, dove il potere è diviso tra cattolici e protestanti, è un'importante centro di cultura umanistica ed editoriale. 

Lazare Zetzner fu editore e stampatore (esperto in testi rari e curiosi) a Strasburgo dal 1582 alla sua morte, nel 1616. Egli pubblica, sovente in collaborazione con  l'università di Strasburgo, delle opere di storia, diritto, filosofia e medicina, di autori antichi come di umanisti contemporanei. . A lui si deve soprattutto un'importante raccolta di opere filosofiche di Raimondo Lullo, i Raymundi Lullii Opera (1598), che tuttavia non contengono i trattati alchimistici pseudo-lulliani..

Egli pubblica al tempo stesso una riedizione delle opere complete di Il publia Paracelso, oltre a diversi altri trattati di alchimia paracelsiana. Nel quadro di una strategia editoriale che non teme le contraddizioni, che lo porta a pubblicare al tempo stesso Paracelso e dei trattati di medecina galenica alla quale quest'ultimo si opponeva vigorosamente, pubblica nel 1603 (appena un anno dopo il Theatrum chemicum), il violento pamphlet contro l'alchimia transmutatoria del medico   lorrenese nonchè alchimista pentito Nicolas Guibert. Egli fu inoltre, insieme ai suoi eredi, Il fut également, avec ses héritiers, lo stampatore di Johann Valentin Andreae, il principale istigatore dell'affaire dei Rosa-Croce, e soprattutto delle Nozze Chimiche di Christian Rosenkreutz, apparso in forma anonima nel 1616.

Edizioni del Theatrum Chemicum[modifica | modifica wikitesto]

Il laboratorio dell'alchimista -acquaforte di Hans Vredeman de Vries da l’Amphitheatrum sapientiæ æternæ (1595) di Heinrich Khunrath
Federico I di Württemberg conte de Montbéliard, uno di principali principi mecenati dell'alchimia dell'epoca.

La metafora del Theatrum mundi, il « Teatro del mondo », era alla moda alla fine del XVI secolo, ispiratrice del titolo di numerose opere su soggetti diversi tra cui il celebre Theatrum vitæ humanæ (1565) del medico svizzero Theodor Zwinger. Essa si ritrova ugualmente nella letteratura alchimistica, in particolare nell'Amphitheatrum sapientiæ æternæ (1595) di Heinrich Khunrath. Zetzner la riprende, esplicitando nella sua dedica il proposito di fornire « una scelta dei migliori testi relativi a quest'arte [...] come dentro un sontuoso teatro per il piacere dei suoi dotti spettatori ». Testimone del successo dell'opera, il titolo fu ripreso da altre raccolte alchimistiche, il Theatrum Chemicum Britannicum (1652) d'Elias Ashmole, e il Deutsches Theatrum Chemicum (1728-1732) di Friedrich Roth-Scholtz, oltre che da soggetti similari come il Theatrum Sympatheticum (1660) sulla polvere di simpatia.

Il Theatrum Chemicum è dedicato a Federico I di Württemberg duca de Wurtemberg e conte di Montbéliard, appassionato d'alchimia, che possedeva nel vecchio castello di Stoccarda un laboratorio e un' importante biblioteca, e che fece torturare e giustiziare molti degli alchimisti venuti a lavorare per lui. L'obiettivo dell'opera era di assemblare i principali trattati di alchimia allo scopo di permettere ai « filosofi chimici » di studiarli, di compararli, di selezionarli accuratamente per tirarvi fuori una vera dottrina..


Première édition de 1602[modifica | modifica wikitesto]

[[Categoria:Alchimia]] [[Categoria:XVII secolo]]