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Tachicardia sopraventricolare
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM427.89
ICD-10I47.1
Sinonimi
TSV

Le tachicardie sopraventricolari sono un gruppo di tachicardie la cui origine dell'impulso elettrico si ritrova in un punto qualsiasi sopra il punto di divisione del fascio atrioventricolare:

Terminologia[modifica | modifica wikitesto]

Epidemiologia[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta delle forme di aritmia più diffuse nei giovani[1] (incidenza 1-2%)[2] ma che arriva a superare il 41% in pazienti in seguito ad operazioni cardiache.[3] Fra le varie forme la più comune risulta essere la forma di rientro da via accessoria mentre la più rara è la giunzionale ectopica. A seconda dell'età cambia anche l'incidenza alcune hanno la maggiore incidenza intorno ai primi mesi di vita altre in età adolescenziale.

Tipologia[modifica | modifica wikitesto]

Le forme di tachicardia sopraventricolare sono di diversi tipi, esistono quelle da rientro (quasi sempre sono di tipo parossitico raramente di tipo incessante) e le forme automatiche di tipo incessante:[4]

Forme da rientro[modifica | modifica wikitesto]

  • Da via accessoria
  • Da doppia via nodale (bambini 16% - adulti 50-60%), composta dal nodo seno-atriale e le cellule transizionali, esistono due forme tipiche
  • Intratriale, forma più comune successivo ad intervento cardiaco. Questo per via della presenza di cicatrici, interventi come quello di Fontan, Mustard o Senning. Fra le varie forme il flutter atriale, dove spesso il rientro risulta confinato nell'atrio destro in senso antiorario[5]
  • Sinusale

Forme automatiche[modifica | modifica wikitesto]

Sintomatologia[modifica | modifica wikitesto]

La durata dei singoli episodi può variare da alcuni secondi ad ore intere[6]

Fra i sintomi e segni clinici associati:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Salerno JC, Seslar SP., Supraventricular tachycardia., in Arch Pediatr Adolesc Med., vol. 163, marzo 2009, pp. 268-74.
  2. ^ Gabriele Vignati, Manuale di aritmologia pediatrica p.3, Mc Graw Hill, 1999, ISBN 978-88-386-2450-6.
  3. ^ Yildirim SV,, Tokel K, Saygili B, Varan B., The incidence and risk factors of arrhythmias in the early period after cardiac surgery in pediatric patients., in Turk J Pediatr., vol. 50, novembre-dicembre 2008, pp. 549-53.
  4. ^ Calabrò MP,, Cerrito M, Luzza F, Oreto G., Supraventricular tachycardia in infants: epidemiology and clinical management., in Curr Pharm Des., vol. 14, 2008, pp. 723-8..
  5. ^ Eugene Braunwald, Malattie del cuore (7a edizione) p.683, Milano, Elsevier Masson, 2007, ISBN 978-88-214-2987-3.
  6. ^ Kathryn A., Wood, Carolyn L. Wiener, Jeanie Kayser-Jones, Supraventricular Tachycardia and the Struggle to be Believed, in Eur J Cardiovasc Nurs., vol. 6, dicembre 2007, pp. 293–302..
  7. ^ Wood KA, Drew BJ, Scheinman MM., Frequency of disabling symptoms in supraventricular tachycardia., in Am J Cardiol., vol. 79, 1997, pp. 145-9.
  8. ^ Walfridsson U,, Walfridsson H., The impact of supraventricular tachycardias on driving ability in patients referred for radiofrequency catheter ablation., in Pacing Clin Electrophysiol., vol. 28, marzo 2005, pp. 191-5.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eugene Braunwald, Malattie del cuore (7a edizione), Milano, Elsevier Masson, 2007, ISBN 978-88-214-2987-3.
  • Aldo Zangara, Terapia medica ragionata delle malattie del cuore e dei vasi, Padova, Piccin, 2000, ISBN 88-299-1501-7.
  • Daniele Bracchetti, Guadagna RF, Calmieri M, Le aritmie cardiache clinica, terapia medica e invasiva terza edizione, Padova, Piccin, 1999, ISBN 88-299-1378-2.
  • Marcello Costantini, L'elettrocardiogramma dalle basi fisiologiche alla facile interpretazione, seconda edizione, Mc Graw Hill, 2006, ISBN 978-88-386-1669-3.
  • Gabriele Vignati, Manuale di aritmologia pediatrica, Mc Graw Hill, 1999, ISBN 978-88-386-2450-6.
  • D. Dubin, Rapida interpretazione dell'ECG (dalla quarta edizione americana), Marrapese, 2006, ISBN 88-299-1378-2.