Umberto Di Segni

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Umberto Di Segni (Tripoli, 1894Netanya, 1958) è stato un architetto italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Tripoli nel 1894 e diplomato all'Accademia di belle arti di Roma, fu uno dei principali professionisti attivi nell'architettura coloniale nella Tripolitania e in Cirenaica. Nel 1933 espose alla V Triennale di Milano il progetto di case popolari per gli ebrei da realizzarsi a Tripoli; nel 1934 prese parte alla Fiera di Tripoli esponendo al padiglione dell'ingegneria coloniale italiana.[1][2]

Progettò l'albergo delle Gazzelle, voluto da Italo Balbo, nella piazza principale di Zliten; tra le altre opere di rilievo, si segnalano gli edifici dell'amministrazione giudiziaria realizzati a Tripoli (centro di rieducazione, aula giudiziaria, sanatorio), il palazzo di Giustizia di Misurata e quello di Garian con il carcere. Progettò residenze private e alloggi popolari a Tripoli e numerosi borghi di fondazione: i villaggi Beda Littoria e Berta nella provincia di Derna; i villaggi Bianchi (1936), Oliveti (1938), Giordani Ovest (1939), Micca (1939), Tarhuna (1939) e Tazzoli (1939) nella provincia di Tripoli; i villaggi Breviglieri (1936), Gioda (1938) e Crispi (1938), in collaborazione con Giovanni Pellegrini, nella provincia di Misurata.[1][3]

Nel dopoguerra si trasferì in Israele, dove morì nel 1958.[1]

Opere (parziale)[modifica | modifica wikitesto]

  • Stabilimento di Mussolinia Terme (1932) a Sidi Mesri
  • Casa del fascio (1932) a Fornaci di Tripoli (al-Fornaj)
  • Palazzo di Giustizia (1932-33) a Misurata
  • Alloggi per gli impiegati (1932-34) a Misurata
  • Case popolari (1933) a Tripoli, con Silvio Camilletti
  • Caserma dei carabinieri (1934) a Giado
  • Residenze per gli impiegati della Cassa di risparmio (1935) a Tripoli
  • Albergo delle Gazzelle (1936) a Zliten
  • Centro di rieducazione del Tribunale minorile (1936-37) a Tripoli
  • Aula giudiziaria (1936-37) a Tripoli
  • Sanatorio giudiziario (1936-37) a Tripoli
  • Villino Siniscalchi (1936-37) a Tripoli
  • Villa Lanino (1936-37) a Tripoli
  • Palazzo di Giustizia (1936-37) a Garian
  • Carcere (1936-37) a Garian
  • Ambulatorio sanatoriale (1936-37) a Garian
  • Palazzo dell'agenzia distrettuale (1937) a Sorman
  • Scuola italo-araba "Benito Mussolini" (1937) a Zawiya
  • Residenza del delegato (1937) a Iefren
  • Villette per i mutilati di guerra (1937) a Tripoli
  • Facciata della Casa del fascio (1937) a Derna
  • Dar Bishi sinagoga (1923) a Tripoli[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Vittorio Santoianni, Il Razionalismo nelle colonie italiane 1928-1943. La «nuova architettura» delle Terre d'Oltremare (PDF), Napoli, Università di Napoli, pp. 193-199.
  2. ^ Case popolari a Tripoli. Architetto Umberto Di Segni. Ufficio Opere Pubbliche in Tripolitania, in Case d'oggi, n. 1, gennaio 1935.
  3. ^ Di Segni Umberto, su Arte Fascista. URL consultato il 21 dicembre 2019.
  4. ^ Jewish Libya: memory and identity in text and image, collana Modern Jewish history, First edition, Syracuse University Press, 2018, ISBN 978-0-8156-3562-8.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Case popolari a Tripoli. Architetto Umberto Di Segni. Ufficio Opere Pubbliche in Tripolitania, in Case d'oggi, n. 1, gennaio 1935.
  • Jack Arbib, L'ombra e la luce. Note su Umberto Di Segni, architetto, Milano, Il Laboratorio, 2010.
  • Flavio Mangione, Le Case del Fascio in Italia e nelle terre d'oltremare, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, 2003.
  • Giuliano Gresleri, Pier Giorgio Massaretti e Stefano Zagnoni (a cura di), Architettura italiana d'oltremare (1870-1940), Venezia, Marsilio, 1993.
  • Ezio Godoli e Milva Giacomelli, Architetti e ingegneri italiani dal Levante al Magreb (1848-1945), Firenze, Maschietto Editore, 2005.
  • Vittorio Santoianni, Il Razionalismo nelle colonie italiane 1928-1943. La «nuova architettura» delle Terre d'Oltremare (PDF), Napoli, Università di Napoli, pp. 193-199.
  • Francesca Zanella, Alpago Novello, Cabiati e Ferrazza. 1912-1935, Milano, Electa, 2002.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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