Piotr Uklański

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Piotr Uklański (2007)

Piotr Uklański (Varsavia, 1968) è un artista polacco naturalizzato statunitense.

Artista eclettico e provocatorio, Uklanski ha esposto le sue installazioni nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Uklański nacque e visse a Varsavia, e si laureò presso la locale Accademia di belle arti. In seguito si trasferì a New York, studiò alla Cooper Union, e conseguì un master in belle arti nel 1995.[2] In una sua dichiarazione, l'artista spiega come, quando giunse a New York per la prima volta, si interessò alla fotografia:[3]

«Ho studiato pittura, ma la sera mi occupavo delle performance, che allora mi interessavano per le fotografie. Era un po' come se io stessi creando un'immagine della performance, e questo in qualche modo mi spinse a dedicare più tempo alla fotografia. E, cosa interessante, facevo il dog sitter per guadagnarmi da vivere. Vivevo a New York, non avevo alcun supporto da parte di nessuno. Ero insomma il classico tipo che "scende dall'aereo e deve andare a scuola". Dato che lavoravo negli studi, le due cose sono entrate in collisione. Grazie a persone come Guy Bourdin (all'epoca non sapevo chi fosse) ti rendi conto che puoi lavorare nel mondo commerciale della fotografia continuando a fare arte. Questo è ciò a cui puntavo. Non è esattamente questo il modo in cui sono riuscito a diventare un artista professionista, ma tutto ciò mi ha permesso di appassionarmi alla fotografia.»

Una delle opere più conosciute di Uklański è Dance Floor, che venne installata nel 1996 presso il Solomon R. Guggenheim Museum. Si trattava di una pista da ballo in vetro e alluminio dotata di un sistema audio e LED controllato da un computer. La piattaforma trasmetteva musica e venne concepita affinché gli spettatori vi ballassero e interagissero tra loro. Uklański voleva far sentire a proprio agio i visitatori che ne usufruivano.[2]

The Joy of Photography era una mostra di Uklański perdurata dal 1997 al 2007 nel Metropolitan Museum of Art, e che prende il nome da un manuale della Kodak del 1979. I vari soggetti fotografici che la compongono "esplorano i cliché della fotografia popolare usando i soggetti kitsch ed effetti triti e ritriti"[4] per "esprimere dei giudizi spiritosi, da un punto di vista tutto europeo, sul come gli americani affrontano anche i loro momenti di piacere come se fossero forme di lavoro e di auto-miglioramento".[1]

Nel corso della sua rassegna The Nazis, tenuta alla Photographers' Gallery nel 1998, l'artista espose 164 fotografie a colori di attori vestiti come i personaggi nazisti dei film in un modo simile a quello di Marilyn Monroe (Marilyn) (1967) di Andy Warhol.[2][5] Stando alle sue parole, Uklański voleva criticare la cultura di massa, che sarebbe capace di distorcere in un'ottica positiva i nazionalsocialisti.[6] Nonostante questa premessa polemica, The Nazis fu oggetto di molte critiche, e varie opere esposte vennero distrutte. Pertanto, si decise di chiudere la mostra al pubblico.[6]

Del 2004 è Untitled (Joannes Paulus PP. II Karol Wojtyla), una ripresa fotografica aerea di numerosi corpi umani che compongono il volto di profilo di Papa Giovanni Paolo II.[7]

Nel 2006, l'artista debuttò nel mondo del cinema con il lungometraggio Summer Love: The First Polish Western.[8]

Nella sua mostra Fatal Attraction: Piotr Uklański Photographs, tenuta nel 2015 presso il Metropolitan Museum of Art, Uklanski espose delle opere dai connotati disturbanti sulla dicotomia di vita e morte di Freud, e il fascino esercitato da ciò che è repellente.[1]

Nel corso della sua carriera, l'artista ha realizzato anche opere dichiaratamente politiche come quelle della serie Bialo-Czerwona, con sculture a forma di pugno chiuso e tele macchiate di sangue.[7]

Stile e tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Untitled (Fist) installata di fronte alla Neue Nationalgalerie di Berlino

Benché il mezzo prediletto di Uklański sia la fotografia, egli utilizza materiali molto diversi fra loro e non convenzionali, che vengono talvolta fatti coesistere nelle stesse opere, fra cui la resina, il lino, le fibre tessili, l'alluminio, i trucioli di matita, la grafite colorata e la ceramica.[1][9] Oltre alle fotografie, le opere che egli crea sfruttando suddetti mezzi includono dipinti, collage, opere di fiber art, installazioni, cartelloni pubblicitari e graffiti.[1][8] I temi trattati dall'artista polacco, che sono spesso scottanti e a volte trattati con velata ironia, includono la morte, il sesso, il modo in cui la politica si intreccia nella società e nei media, e l'oppressione del regime sovietico in Polonia.[1][7]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Uklański è sposato con la curatrice d'arte Alison Gingeras, che compare anche in una delle fotografie esposte nel corso della mostra Fatal Attraction: Piotr Uklanski Photographs (2015).[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f (EN) Fatal Attraction: Piotr Uklanski Photographs, su metmuseum.org. URL consultato il 2 marzo 2022.
  2. ^ a b c (EN) Piotr Uklanski, su guggenheim.org. URL consultato il 2 marzo 2022.
  3. ^ (EN) PIOTR UKLAŃSKI ON DEATH AND DALÍ, su interviewmagazine.com. URL consultato il 2 marzo 2022.
  4. ^ (EN) Fatal Attraction, su metmuseum.org. URL consultato il 2 marzo 2022.
  5. ^ (EN) Marilyn Monroe Full Suite - Andy Warhol, su revolverwarholgallery.com. URL consultato il 2 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2018).
  6. ^ a b (EN) Piotr Uklański, su culture.pl. URL consultato il 2 marzo 2022.
  7. ^ a b c Ludovico Pratesi, Arte contemporanea. I protagonisti della scena globale da Koons a Cattelan, Giunti, 2017, pp. 25-7.
  8. ^ a b (EN) Piotr Uklański - Gagosian Gallery, su gagosian.com. URL consultato il 2 marzo 2022.
  9. ^ (EN) Bye Bye Passerby, su art-nerd.com. URL consultato il 2 marzo 2022.
  10. ^ (EN) An Ironic Ode to Photography, su wnyc.org. URL consultato il 2 marzo 2022.

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Controllo di autoritàVIAF (EN5798978 · ISNI (EN0000 0000 7864 3488 · ULAN (EN500120971 · LCCN (ENno00026417 · GND (DE121862445 · BNF (FRcb15602561z (data) · J9U (ENHE987007513424505171 · WorldCat Identities (ENlccn-no00026417