Twike

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Red Twike Active

Il Twike, un portmanteau delle parole inglesi "twin" (gemello) e "bike" (bici) è un veicolo ibrido umano-elettrico (HEHV) progettato per trasportare due passeggeri ed eventuali merci. Essenzialmente si tratta di una velomobile con un motore ibrido elettrico[1], può essere guidata in modalità solo elettrica oppure pedalando con l'ausilio aggiuntivo del motore elettrico.

Costruito con materiali leggeri come alluminio (telaio) e plastica (scocca), questo triciclo da 246 kg (peso a vuoto, cui va aggiunto quello della batteria) utilizzava prima le batterie NiCd, successivamente si è passati a tecnologie più recenti come LiMn, LiFePO 4 e Li-Ion. In genere, la percorrenza varia da 50 a oltre 500 km a seconda della dimensione, del tipo, dello stato della batteria da un lato e del profilo di velocità, altitudine e carico dall'altro. L'energia viene recuperata durante la guida tramite frenata rigenerativa e il carico di lavoro viene sottratto dall'impianto elettrico mediante il sistema di pedalata direttamente alla trasmissione (ovvero, entrambi i sistemi funzionano in parallelo, non in serie).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Modello Twike di fine anni novanta

Il Twike è un veicolo due posti a tre ruote. Le due ruote posteriori sono azionate direttamente tramite un ingranaggio differenziale da un motore - e facoltativamente da 2 coppie di pedali nel caso del modello "active" (provvisto di pedalata assistita). Twike si guida tramite un joystick - posizionato in corrispondenza della mano destra del pilota, che sta seduto sul lato sinistro - tramite cavi e dispone di freni a pedale. Il veicolo può raggiungere velocità fino a 85 chilometri all'ora, utilizzando 7,4 kWh per 100 km. A 50 km/h si può arrivare a percorrere fino a 80 km.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Interno di una versione iniziale[3]

Il Twike I è stato sviluppato da un gruppo di studenti svizzeri per l'EXPO mondiale del 1986 a Vancouver, in Canada. Ha vinto il "Functionality Award" per il miglior design ergonomico nell'Innovative Vehicle Design Competition (IVDC) e un primo premio nel Campionato internazionale per la velocità dei veicoli a motore umano. Il Twike I era condotto esclusivamente da forza umana.[4]

Ispirato dal successo della Twike I, un gruppo di appassionati tra cui Ralph Schnyder e Peter Zeller iniziò a sviluppare la Twike II come un progetto verso un veicolo per l'uso quotidiano su strada. È stato sviluppato in collaborazione con Alusuisse-Lonza Holding, è stato esposto alla fiera HEUREKA di Zurigo e ha preso parte al Tour de Sol Alpin del 1991. La Twike II aveva una trasmissione a cinghia tramite pedale, con trasmissione meccanica a variazione continua e un motore a corrente continua alimentato da batterie NiCd per aiutare a spingere il veicolo. In questo modo, l'idoneità all'uso quotidiano è stata notevolmente migliorata.[5]

Nel 1992, la nuova società Twike Ltd. decise di sviluppare la Twike II come veicolo di produzione vera e propria, cercando capitali e clienti. La produzione del successivo Twike III è iniziata nel 1995 e nel 1996 la riformata Twike AG ha prodotto e venduto 190 veicoli, principalmente in Svizzera e Germania. Twike III era dotato di un motore AC asincrono (sistema ancora utilizzato oggi) e batterie NiCd da 336 V. L'azionamento del pedale è stato semplificato adottando un cambio al mozzo da 5 velocità ed è stato incluso in tutti i veicoli di ordine speciale, eccetto poche eccezioni.

Nel 1998 FINE Mobile GmbH ha lanciato una linea di produzione a Rosenthal, un piccolo villaggio dell'Assia vicino a Marburgo e alla fine è diventata il produttore esclusivo del mezzo, dopo aver acquisito i diritti di SwissLEM AG nel 2002. Sono stati dichiarati venduti 900 mezzi nel 2011.[6]

Nell'anno 2010, il team TW4XP ha partecipato al premio statunitense Automotive X con il veicolo ibrido umano-elettrico TW4XP, basato su Twike (Twike 4).[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Arvid Linde, Electric Cars – The Future is Now!, Veloce, p. 87, ISBN 9781845844981.
  2. ^ Remco Hoogma, Rene Kemp e Johan Schot, Experimenting for Sustainable Transport: The Approach of Strategic Niche Management, Routledge, 2005, pp. 107–8, ISBN 9781134488223.
  3. ^ Greenfleet.info (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2006).
  4. ^ RCN #63: The Twike Challenge (by Victor Muñoz), su twikeklub.ch. URL consultato il 27 marzo 2020.
  5. ^ (EN) 2007 Twike AG, su conceptcarz.com. URL consultato il 27 marzo 2020.
  6. ^ Michael Boxwell, The 2011 Electric Car Guide, Greenstream, 2011, p. 63, ISBN 9781907670060.
  7. ^ Team TW4XP, su tw4xp.com. URL consultato il 6 novembre 2009.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]