Tragoportax

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Tragoportax
Corna di Tragoportax amalthea
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineArtiodactyla
SottordineRuminantia
FamigliaBovidae
SottofamigliaBovinae
TribùBoselaphini
GenereTragoportax

Il tragoportace (gen. Tragoportax) è un mammifero artiodattilo estinto, appartenente ai bovidi. Visse nel Miocene superiore (Vallesiano - Turoliano, circa 11 – 7 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Europa, Asia e Africa.

Questo animale poteva raggiungere dimensioni ragguardevoli: gli esemplari più grandi dovevano arrivare ai 200 chilogrammi di peso e la taglia era paragonabile a quella di un cervo adulto. Possedeva lunghe zampe, un cranio dal muso corto e dalla calotta cranica allungata, mentre le corna erano di grandi dimensioni e ricurve all'indietro; le corna delle femmine e dei giovani erano più piccole e sottili rispetto a quelle dei maschi adulti. La sezione delle corna era solitamente triangolare o subtriangolare; le corna avevano una carena posterolaterale ben marcata e i lati piatti. Rispetto a quelle dell'affine Miotragocerus, le corna erano meno compresse lateralmente. I denti erano a corona alta e dotati di cemento dentario, come quelli dell'attuale nilgau. In generale, l'aspetto di Tragoportax doveva richiamare quello di alcune antilopi attuali di grandi dimensioni, come il cobo dall'ellisse.

Classificazione

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I primi fossili di questo animale vennero descritti nel 1854 da Roth e Wagner sotto il nome di Capra amalthea, e pochi anni dopo (1861) Gaudry ritenne opportuno riclassificare questi fossili in un genere a sé stante (Tragocerus). Il nome Tragocerus, tuttavia, era già stato utilizzato anni prima, nel 1821, da de Jean per descrivere un insetto, e fu quindi necessario rinominare l'animale. Fu quindi Pilgrim nel 1937 a coniare il nome generico Tragoportax.

Tragoportax e i generi simili sono considerati bovidi affini all'attuale nilgau, nel gruppo dei Boselaphini. Tuttavia, a causa del loro aspetto ben distinto dalla forma attuale (erano più simili superficialmente ai cobi o ai tragelafi), sono stati ascritti a un gruppo ben distinto, i Tragocerini.

Del genere Tragoportax sono note varie specie: la specie tipo è T. salmontanus, descritta da Pilgrim nel 1937 sulla base di fossili ritrovati sui Siwaliks in Pakistan; altre specie ben note sono T. amalthea, ben nota grazie a numerosi fossili trovati nel giacimento greco di Pikermi, e T. rugosifrons, molto diffusa (Grecia, Macedonia, Bulgaria, Moldavia, Ucraina, Pakistan, Iran). Altre specie meno note sono T. maius della Georgia e dell'Azerbaigian, T. cyrenaicus della Libia, T. macedoniensis della Grecia e T. acrae del Sudafrica. Quest'ultima specie potrebbe essere stata l'ultima a scomparire, all'inizio del Pliocene, ed è stata originariamente ascritta a un genere a sé stante (Mesembriportax). Un'altra specie ben nota spesso ascritta a Tragoportax è T. gaudryi, proveniente da vari giacimenti europei: questa forma è stata però riclassificata come una specie del genere affine Miotragocerus.

Paleobiologia

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Le lunghe zampe di Tragoportax indicano che questo animale era un veloce corridore, che si spostava velocemente nelle pianure aperte e boscose, e probabilmente era anche un buon saltatore. Alcune specie di questo animale hanno lasciato numerosissimi resti fossili (ad esempio T. rugosifrons nel sito di Hadjidimovo in Bulgaria); uno studio di Spassov e Geraads (2004) ha indicato come in Tragoportax fosse presente un forte dimorfismo sessuale sulla base della forma e delle dimensioni delle corna. Questo dimorfismo indicherebbe che Tragoportax era un animale moderatamente gregario e parzialmente territoriale, con segnali visivi di display intraspecifico ben sviluppati. È possibile che vi fossero branchi con un maschio dominante, o forse interi branchi composti da maschi.

Tutto ciò indicherebbe che la nicchia ecologica di Tragoportax fosse maggiormente collegata agli spazi aperti rispetto a un'altra antilope assai simile, rinvenuta nel medesimo giacimento (Miotragocerus), che invece doveva prediligere maggiormente le zone boschive. L'habitat di Tragoportax doveva essere assai simile a quello del genere attuale Hippotragus.

  • Roth J. & Wagner A. 1854. — Die fossilen Knochenüberreste von Pikermi, Griechenland. Abhandlungen der Bayerische Akademie der Wissenschaften 7: 371-464.
  • Gaudry A. 1861. — Résultats des fouilles exécutées en Grèce sous les auspices de l'Académie. Comptes rendus de l'Académie des Sciences, Paris 52: 297-300.
  • Pilgrim G. 1937. — Siwalik antelopes and oxen in the American Museum of Natural History. Bulletin of the American Museum of Natural History 72: 729-874.
  • Pilgrim G. 1939. — The fossil Bovidae of India. Memoirs of the Geological Survey of India, Palaeontologia Indica n.s. 26 (1): 1-356.
  • Gentry A. 1974. — A new genus and species of Pliocene Boselaphinae (Bovidae, Mammalia) from South Africa. Annals of the South African Museum 65 (5): 145-188.
  • Solounias N. 1981. — The Turolian fauna from the Island of Samos, Greece with special emphasis on the Hyaenids and the Bovids. Contribution to Vertebrate Evolution 6: 1-232.
  • Bouvrain G. 1994. — Un bovidé du Turolien inférieur d'Europe orientale : Tragoportax rugosifrons. Annales de Paléontologie 80 (1): 61-87.
  • Spassov N. & Geraads D. 2004. — Tragoportax Pilgrim, 1937 and Miotragocerus Stromer, 1928 (Mammalia, Bovidae) from the Turolian of Hadjidimovo, Bulgaria, and a revision of the late Miocene Mediterranean Boselaphini. Geodiversitas 26 (2) : 339-370.

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