The Iceberg/Freedom of Speech... Just Watch What You Say!

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The Iceberg/Freedom of Speech... Just Watch What You Say!
album in studio
ArtistaIce-T
Pubblicazione10 ottobre 1989
Durata55:44
Dischi1
Tracce13
GenereHip hop
Golden age hip hop
West Coast hip hop
Gangsta rap
Hardcore hip hop
EtichettaSire Records, Warner Bros. Records
ProduttoreAfrika Islam, Ice-T (esec.)
RegistrazioneSyndicate Studios West, Los Angeles; Wide Tracks, Los Angeles
1988-1989
Formatialbum, LP, vinile
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera del Canada Canada[1]
(vendite: 50 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[2]
(vendite: 500 000+)
Ice-T - cronologia
Album precedente
(1988)
Album successivo
(1990)
Singoli
  1. Lethal Weapon
    Pubblicato: 1989
  2. What Ya Wanna Do
    Pubblicato: 1989
  3. You Played Yourself
    Pubblicato: 5 aprile 1990

The Iceberg/Freedom of Speech... Just Watch What You Say! è il terzo album del rapper statunitense Ice-T. Pubblicato il 10 ottobre del 1989, è distribuito dalla Sire Records e dalla Warner Bros. Records.

Recensioni[modifica | modifica wikitesto]

Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[3]
Robert ChristgauA-[4]
Chicago Tribune[5]
The New Rolling Stone Album Guide[6]

Alex Henderson di Allmusic gli assegna un voto perfetto di cinque stelle su cinque, scrivendo: «l'affascinante terzo album di Ice-T è presumibilmente il prodotto hip-hop più vicino a 1984 di George Orwell. Invece di concentrarsi principalmente sul gangsta rap, Ice-T crea il Primo Emendamento ed emette il tema dominante del disco. L'impostazione del suono dell'album è nella traccia d'apertura, Shut Up, Be Happy, nella quale Jello Biafra immagina un'America orwelliana nella quale il governo controlla e domina ogni aspetto della vita dei propri cittadini. Nonostante ci siano un paio di esempi di gangsta rap di prima classe [...] questa volta Ice-T si preoccupa principalmente della censura e di quello che vede come un diffuso attacco alla libertà di espressione negli Stati Uniti.»[3]

Il critico specializzato Robert Christgau recensisce l'album con una "A-": «più autentica di Luke Skywalker, più superficiale di Frank Zappa, in grado di spaventare piccoli programmatori radiofonici con un singolo suono, questa nuova vocazione artistica gangster si sta facendo notare dal PMRC. [...] E come sempre, le storie di strada mordono più forte dei fatti. Violento. Divertente.»[4]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Shut Up, Be Happy (featuring Jello Biafra) – 2:34
  2. The Iceberg – 4:20
  3. Lethal Weapon – 4:35
  4. You Played Yourself – 4:12
  5. Peel Their Caps Back – 3:40
  6. The Girl Tried to Kill Me – 4:08
  7. Black 'n' Decker – 1:16
  8. Hit the Deck – 3:45
  9. This One's for Me – 4:35
  10. The Hunter Child – 4:26
  11. What Ya Wanna Do? (featuring Bronx Style Bob, Donald D, Everlast, Hen Gee, Nat The Cat, Randy Mac, Shakell Shabazz & Toddy Tee) – 8:56
  12. Freedom of Speech (featuring Jello Biafra) – 4:10
  13. My Word is Bond – 5:07

Durata totale: 55:44

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche settimanali[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (1989) Posizione
massima
Stati Uniti[7] 37
US Top R&B/Hip-Hop Albums[8] 11

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Ice-T - Freedom of Speech – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 28 luglio 2017.
  2. ^ (EN) Ice-T - The Iceberg/Freedom of Speech...Watch What You Say – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 28 luglio 2017.
  3. ^ a b (EN) Ice-T - The Iceberg/Freedom of Speech... Just Watch What You Say!, allmusic.com.
  4. ^ a b (EN) Ice-T, robertchristgau.com.
  5. ^ (EN) Robert Tanzilo, Ice-T: The Iceberg/Freedom of Speech (Sire LP and Warner/Reprise video), in Chicago Tribune, 11 gennaio 1990. URL consultato l'11 agosto 2016.
  6. ^ (EN) Nathan Brackett e Christian Hoard (a cura di), The New Rolling Stone Album Guide, Simon & Schuster, 2004, p. 401, ISBN 0-7432-0169-8.
  7. ^ (EN) Billboard 200 Archiviato il 15 maggio 2019 in Internet Archive., Billboard.com.
  8. ^ (EN) Top R&B/Hip-Hop Albums Archiviato il 18 maggio 2016 in Internet Archive., Billboard.com.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]