Taurodontismo

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Taurodontismo
Malattia rara
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM520.2
ICD-10K00.2
OMIM272700
MeSHC536946 e C536946
Sinonimi
Eponimi

Il taurodontismo è una condizione dei denti, in particolare dei molari, che consiste nella sovrabbondanza di polpa dentale e di corpo del dente a discapito dello sviluppo delle radici. Di conseguenza, il pavimento della polpa e la biforcazione del dente risultano spostati verso la parte apicale del dente. Il meccanismo alla base del taurodontismo è la tardiva invaginazione della guaina di cellule epiteliali di Hertwig a livello della radice dentale; tale ritardo nel completamento di questa guaina è responsabile dello spostamento della biforcazione della radice verso la porzione apicale del dente.[1]

La costrizione alla giunzione amelocementale è solitamente ridotta o assente. Il taurodontismo si trova più comunemente nella dentatura permanente; in alcuni casi (specie se si tratta della manifestazione di una sindrome genetica multisistemica) il taurodontismo sembra seguire un tipo di ereditarietà autosomica dominante.

Il taurodontismo è presente molto spesso in caso di amelogenesi imperfetta, di displasia cranioectodermica e di sindrome trico-dento-ossea. Può essere presente anche in caso di sindrome di Down e di sindrome di Klinefelter. I denti interessati dalla condizione sono quasi sempre i molari; a volte un dente solo, a volte più denti. I denti possono apparire normali all'esame obiettivo, non presentando atipicità anatomiche esterne.

Diagnosi[modifica | modifica wikitesto]

Una radiografia dei denti interessati dall'anomalia mostra una forma dentale rettangolare, senza conicità apicale. La camera pulpare è estremamente ampia e le biforcazioni delle radici dentali possono essere lunghe solo pochi millimetri.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Il termine taurodontismo è stato coniato dall'antropologo Arthur Keith[2]; C. J. Shaw ripartì ulteriormente i casi di taurodontismo in quattro sottogruppi:[3] Cynodont (la condizione fisiologica), Hypotaurodont, Hypertaurodont and Mesotaurodont.

In seguito, A. Schiffman e I. Chanannel crearono un criterio di classificazione basato sui numeri,[4] secondo cui si parla di taurodontismo se sono presenti entrambe le seguenti condizioni:

  1. Il rapporto tra la lunghezza del segmento che congiunge il punto apicale del tetto della camera pulpare con il punto apicale del pavimento della stessa camera e il segmento che congiunge il punto apicale del tetto della camera pulpare con l'apice della radice dentale è maggiore o uguale a 0,2
  2. Il segmento che congiunge il punto apicale del pavimento della camera della polpa dentale con la giunzione tra cemento e smalto dentale è lungo più di 2,5 mm

Antropologia[modifica | modifica wikitesto]

Il taurodontismo era comunemente presente nell'uomo di Neanderthal, dunque si tratta di una condizione anatomica rilevante in campo antropologico.[5] Si riscontra normalmente taurodontismo anche nei fossili degli Hominini, nelle scimmie del Nuovo Mondo tuttora esistenti e negli ominoidi.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Jie Yang et al., Taurodontism, variations in tooth number, and misshapened crowns in Wnt10a null mice and human kindreds, in Molecular Genetics & Genomic Medicine, vol. 3, n. 1, 1º gennaio 2015, pp. 40–58, DOI:10.1002/mgg3.111, ISSN 2324-9269 (WC · ACNP), PMID 25629078.
  2. ^ (EN) A. Keith, L, in Williams & Norgate (a cura di), The antiquity of man, 3ª ed., London, 1916, pp. 147-148, 473-478.
  3. ^ (EN) J. C. Shaw, Taurodont teeth in South African races, in Journal of Anatomy, vol. 62, 1928, pp. 476–498.
  4. ^ (EN) A. Schiffman, I. Chanannel, Prevalence of taurodontism found in radiographic dental examination of 1200 young adult Israeli patients, in Community of Dental and Oral Epidemiology, vol. 6, 1978, pp. 200-203.
  5. ^ (EN) Thames & Hudson Publishers | Essential illustrated art books | The Neanderthals Rediscovered | How Modern Science is Rewriting Their Story, su www.thamesandhudson.com. URL consultato il 25 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2015).
  6. ^ (EN) J. D. Irish, G. R. Scott, A Companion to Dental Anthropology, Wiley-Blackwell, 2016, p. 197. URL consultato il 14 gennaio 2017.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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