Sultana Khaya

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Sultana Khaya nel 2022

Sultana Sidi Brahim Khaya ((in arabo سلطانة سيدي براهيم خيا?), conosciuta anche come Sultana Khaya (in arabo سلطانة خيا?); ...) è un'attivista sahrawi per i diritti umani e sostenitrice dell'indipendenza del Sahara occidentale e dell'autodeterminazione[1][2][3][4].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sultana Khaya è la presidente della Lega per la difesa dei diritti umani e contro il saccheggio delle risorse naturali.[5] È nota per il suo attivismo a favore del diritto all'autodeterminazione del popolo Saharawi. È anche membro dell'Organo Saharawi contro la repressione marocchina (ISACOM). Secondo un comunicato stampa delle Nazioni Unite diffuso nel luglio 2021, Sultana Khaya è stata “ripetutamente molestata dalle autorità marocchine e ha perso un occhio quando è stata aggredita da un agente di polizia nel 2007”.[6][7] Il 30 novembre 2021 Amnesty International ha chiesto un’azione urgente per “porre fine immediatamente ai brutali attacchi contro Sultana Khaya e la sua famiglia e di condurre un’indagine tempestiva, approfondita, indipendente, imparziale, trasparente ed efficace sulle forze di sicurezza".[8]

Il rappresentante permanente del Marocco presso le Nazioni Unite, Omar Hilale, ha accusato Sultana Khaya di essere "una sostenitrice della violenza" e di utilizzare "i diritti umani per scopi politici", nella sua lettera all'ONU a nome del Marocco, sostenendo che il Fronte Polisario aveva redatto rapporti inventati su conflitti armati e violazioni dei diritti umani contro il popolo Saharawi e incitato alla violenza in collaborazione con i media statali algerini.[9][10] Le autorità marocchine hanno posto Sultanna Khaya come residenza di fatto a Boujdour dal novembre 2020[11][12][13] e Khaya è stata aggredita in più occasioni, subendo violenze sessuali e perquisizioni nella sua abitazione.[14] Secondo un rapporto di Amnesty International, il 15 novembre 2021 le forze di sicurezza marocchine in borghese hanno fatto irruzione nella casa di Khaya, l'hanno violentata e hanno aggredito sessualmente le sorelle e la madre.[12]

Il 5 dicembre 2021, Khaya ha annunciato sul suo feed Twitter personale che la sua casa era stata attaccata, che tutti i membri della sua famiglia erano stati aggrediti, compresa sua madre, e che le era stata iniettata una sostanza sconosciuta. Ha attribuito l'attacco ai servizi [di sicurezza] marocchini.[15]

Nel 2021 La Sinistra al Parlamento Europeo - GUE/NGL l'ha nominata per il Premio Sakharov.[16] Nel contesto del Maroc Gate sono state segnalate pressioni da parte delle autorità marocchine affinché il premio non le venga assegnato[11] e casi di corruzione all'interno del Parlamento europeo avviati dal Marocco.[17]

Nel marzo 2022, una delegazione di volontari con sede negli Stati Uniti, tra cui il presidente ad interim di Veterans for Peace , ha rotto l'assedio durato 482 giorni della casa di Khaya nel Sahara occidentale facendole visita.[18][19]

Nel 2022 Sultanna Khaya ha partecipato alla Fête de l'Humanité e ha condiviso la sua esperienza di attivista per la pace, invitando il governo francese ad assumere "una posizione equilibrata".[20]

Il 7 febbraio 2023 Sultana Khaya è stata invitata dall'europarlamentare austriaco Andreas Schieder a partecipare a una riunione del Parlamento Europeo dedicata alla crisi dei diritti umani nel Sahara Occidentale dell'Intergruppo parlamentare “Pace per il popolo Saharawi”. Il 9 febbraio si è tenuto un incontro con le vittime del software Pégasus utilizzato dal governo marocchino.[21] Secondo Marouane Kabbaj di MarocHebdo, Sultana Khaya e Aminatou Haidar sono separatisti al soldo del Parlamento europeo e opprimono il loro paese natale, il Marocco.[22]

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Morocco/Western Sahara: Further information: Sahrawi activist raped by Moroccan forces: Sultana Khaya, in Amnesty. URL consultato l'8 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2021).
  2. ^ (EN) SULTANA KHAYA, in Front Line Defenders (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2021).
  3. ^ (EN) Exclusive: Sahrawi Activist Sultana Khaya Speaks from Moroccan-Imposed House Arrest in Western Sahara, in Democracy Now!. URL consultato il 9 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2022).
  4. ^ (EN) Sultana Sidibrahim Khaya'sOpinion: "I've been raped, beaten and held under house arrest for fighting for my Sahrawi people", in CNN, 29 luglio 2021. URL consultato il 9 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2022).
  5. ^ (FR) Sultana Khaya, in Front Line Defenders, 5 febbraio 2021. URL consultato il 20 maggio 2023.
  6. ^ (EN) Morocco: UN human rights expert decries “clampdown” on human rights defenders, su ohchr.org. URL consultato il 19 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2022).
  7. ^ (FR) Sahara occidental. Sultana Khaya, le souffle de liberté du peuple sahraoui, su humanite.fr, 13 settembre 2022. URL consultato il 20 maggio 2023.
  8. ^ (EN) Morocco/Western Sahara: Further information: Sahrawi activist raped by Moroccan forces: Sultana Khaya, in Amnesty International. URL consultato il 19 marzo 2022 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2021).
  9. ^ (EN) Yahia Hatim, Morocco Exposes Polisario, Algeria’s Propaganda in Letter to UN, in Morocco World News, 25 febbraio 2021. URL consultato il 31 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2021).
  10. ^ (EN) Safaa Kasraoui, Sakharov Prize: EU Rejects Candidacy of Polisario Activist Sultana Khaya, in Morocco World News, 15 ottobre 2021. URL consultato il 31 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2021).
  11. ^ a b (FR) Corruption au PE: Sultana Khaya victime du "Marocgate", in Algérie Presse Service, 22 dicembre 2022.
  12. ^ a b (EN) Morocco/Western Sahara: Further information: Sahrawi activist raped by Moroccan forces: Sultana Khaya, in Amnesty International. URL consultato il 31 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2021).
  13. ^ (EN) Western Sahara: Harassment of Independence Activist, in Human Rights Watch, 5 marzo 2021. URL consultato il 31 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2021).
  14. ^ (EN) Sultana Khaya, in Front Line Defenders, 5 febbraio 2021. URL consultato il 31 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2021).
  15. ^ (EN) personal twitter feed of Sultana Khaya, in Twitter, 5 dicembre 2021. URL consultato il 19 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2022).
  16. ^ (EN) Sakharov Prize 2021: the nominees, su europarl.europa, 27 settembre 2021. URL consultato l'8 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2021).
  17. ^ (FR) La télévision publique italienne met à nu l’occupation marocaine au Sahara occidental, in El watan. URL consultato il 20 giugno 2023.
  18. ^ (EN) U.S. Delegation Breaks Siege on Family of Activists in Western Sahara, in Democracy Now, 18 marzo 2022. URL consultato il 19 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2022).
  19. ^ (FR) Enquête. Marocgate: des eurodéputés sous influence du royaume chérifien, in L'Humanité, 4 gennaio 2023. URL consultato il 20 maggio 2023.
  20. ^ (FR) La militante sahraouie Sultana Khaya partage à Paris sa souffrance sous le joug colonial marocain, in Sahara Press Service, 12 settembre 2022. URL consultato il 20 maggio 2023.
  21. ^ (FR) Sahara: Sultana Khaya invitée au Parlement européen, in MSN. URL consultato il 20 maggio 2023.
  22. ^ (FR) Sultana Khaya et Aminatou Haidar, séparatistes au service du parlement européen, su www.maroc-hebdo.press.ma. URL consultato il 20 maggio 2023.
  23. ^ (FR) Espagne: la militante sahraouie Sultana Khaya reçoit le Prix de la citoyenneté pour les droits de l’Homme à La Rioja, su al24news.com, 10 dicembre 2022. URL consultato il 20 maggio 2023.
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