Paolo Galeati: differenze tra le versioni

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==Biografia==
==Biografia==
Paolo Galeati è nato a Imola, l'8 gennaio 1830, da Ignazio, proprietario di una avviata tipografia. La ditta Galeati era nata nel 1816, quando Ignazio prese in affitto, insieme a Giuseppe Benacci, la stamperia del Seminario vescovile di Imola, considerata una delle più migliori officine tipografiche in Italia. Nel 1824 Ignazio acquistò la stamperia insieme al Benacci, e tre anni dopo ne divenne unico proprietario.
Paolo Galeati è nato a Imola, l'8 gennaio 1830, da Ignazio, proprietario di una avviata tipografia. La ditta Galeati era nata nel 1816, quando Ignazio prese in affitto, insieme a Giuseppe Benacci, la stamperia del Seminario vescovile di Imola, considerata una delle migliori officine tipografiche in Italia. Nel 1824 Ignazio acquistò la stamperia insieme al Benacci, e tre anni dopo ne divenne unico proprietario.


Ignazio avviò il figlio Paolo al mestiere di tipografo, ma il giovane non nascondeva le proprie convinzioni liberali, che aveva appreso dai veterani dei moti del 1831. Nel 1848 il padre decise di allontanarlo da Imola e di mandarlo a Firenze, dove Paolo avrebbe compiuto un tirocinio nelle Officine Grafiche di Felice Le Monnier. Nella capitale del [[Granducato di Toscana]], di giorno Paolo imparava l’arte tipografica, e di sera, tre volte alla settimana, si recava da [[Pietro Thouar]], per completare la propria formazione letteraria. Raggiunse quindi una piena maturità politica, professionale e artistica. Frequentò il [[Gabinetto Vieusseux]] e lì conobbe [[Gino Capponi]] e [[Raffaello Lambruschini]].
Ignazio avviò il figlio Paolo al mestiere di tipografo, ma il giovane non nascondeva le proprie convinzioni [[Liberalismo|liberali]], che aveva appreso dai veterani dei moti del 1831. Nel 1848 il padre decise di allontanarlo da Imola e di mandarlo a [[Firenze]], dove Paolo avrebbe compiuto un tirocinio nelle Officine Grafiche di [[Felice Le Monnier]]. Nella capitale del [[Granducato di Toscana]], di giorno Paolo imparava l’arte tipografica, e di sera, tre volte alla settimana, si recava da [[Pietro Thouar]], per completare la propria formazione letteraria. Raggiunse quindi una piena maturità politica, professionale e artistica. Frequentò il [[Gabinetto Vieusseux]] e lì conobbe [[Gino Capponi]] e [[Raffaello Lambruschini]].
[[File:Pialla (tipografia).jpg|thumb|Pialla (tipografia)]]
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=== L'estetica del libro===
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===La crisi economica===
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Iniziarono per la tipografia Galeati i problemi economici: lo stabilimento era su tre piani, quindi scomodo: Paolo aveva aumentato le paghe agli operai, aveva ridotto la giornata lavorativa da dieci ad otto ore e aveva eliminato il lavoro a cottimo. Invece di cedere l'azienda, aderì a una nuova formula aziendale: la cooperativa. La Tipografia Galeati confluì, il 30 ottobre 1900 - insieme alla Ditta Giulio Ungania, alla lega Tipografia e all'Unione tipografica imolese - nella Cooperativa tipografica editrice. Paolo Galeati ebbe la direzione tecnica. Nel 1903, alla sua morte, la Cooperativa incluse il suo nome nella ragione sociale. Al suo successore, Ugo Lambertini (Imola, 1871 - Imola, 1952) si deve l'edizione nazionale delle ''Opere'' di [[Giuseppe Mazzini]]. L'Archivio della tipografia Galeati si trova alla Biblioteca comunale di Imola.
Iniziarono per la tipografia Galeati i problemi economici: lo stabilimento era su tre piani, quindi scomodo: Paolo aveva aumentato le paghe agli operai, aveva ridotto la giornata lavorativa da dieci ad otto ore e aveva eliminato il lavoro a cottimo. Invece di cedere l'azienda, aderì a una nuova formula aziendale: la cooperativa. La Tipografia Galeati confluì, il 30 ottobre 1900 - insieme alla Ditta Giulio Ungania, alla lega Tipografia e all'Unione tipografica imolese - nella Cooperativa tipografica editrice. Paolo Galeati ebbe la direzione tecnica. Nel 1903, alla sua morte, la Cooperativa incluse il suo nome nella ragione sociale. Al suo successore, Ugo Lambertini (Imola, 1871 - Imola, 1952) si deve l'edizione nazionale delle ''Opere'' di [[Giuseppe Mazzini]]. L'Archivio della tipografia Galeati si trova alla Biblioteca comunale di Imola.

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Versione delle 14:56, 25 mag 2016

Paolo Galeati (Imola, 8 gennaio 1830Imola, 1903) è stato un tipografo e editore italiano.

Biografia

Paolo Galeati è nato a Imola, l'8 gennaio 1830, da Ignazio, proprietario di una avviata tipografia. La ditta Galeati era nata nel 1816, quando Ignazio prese in affitto, insieme a Giuseppe Benacci, la stamperia del Seminario vescovile di Imola, considerata una delle migliori officine tipografiche in Italia. Nel 1824 Ignazio acquistò la stamperia insieme al Benacci, e tre anni dopo ne divenne unico proprietario.

Ignazio avviò il figlio Paolo al mestiere di tipografo, ma il giovane non nascondeva le proprie convinzioni liberali, che aveva appreso dai veterani dei moti del 1831. Nel 1848 il padre decise di allontanarlo da Imola e di mandarlo a Firenze, dove Paolo avrebbe compiuto un tirocinio nelle Officine Grafiche di Felice Le Monnier. Nella capitale del Granducato di Toscana, di giorno Paolo imparava l’arte tipografica, e di sera, tre volte alla settimana, si recava da Pietro Thouar, per completare la propria formazione letteraria. Raggiunse quindi una piena maturità politica, professionale e artistica. Frequentò il Gabinetto Vieusseux e lì conobbe Gino Capponi e Raffaello Lambruschini.

Pialla (tipografia)

L'estetica del libro

Alla fine del 1851 Paolo tornò a Imola, per affiancare il padre nella attività di tipografo. Interpretava a modo suo lo stile classico e raffinato di Giovanni Battista Bodoni - maestro per eccellenza della nostra arte tipografica - fondendo la purezza dei caratteri bodoniani con una nitidezza assoluta di stampa e un'accurata disposizione estetica del testo. Paolo Galeati introdusse piano piano cambiamenti estetici al libro, in particolare al frontespizio, che componeva secondo lo stile classico o, "bodoniano".[1] Con tale rigore formale, semplice e elegante, stampò Il sistema ipotecario del giurista bolognese Clemente Giovanardi, in due volumi, 1854 e 1855.

Molte case editrici del tempo tradivano la fretta di adeguarsi alle esigenze e alle richiesta del mercato librario. Nel piccolo stabilimento imolese invece, Paolo Galeati assisteva alla nascita delle sue edizioni, senza por mente ad ansie di mercato. Nel 1876 si era sposato. Due anni dopo Felice Le Monnier e gli altri due azionisti, Isidoro del Lungo e Bettino Ricasoli, gli offrirono la direzione dello stabilimento e della casa editrice Successori Le Monnier; ma Paolo preferì restare ad Imola, per continuare a stampare libri belli, senza confondersi con l’editoria di consumo. Gli autori erano pronti anche ad anticipare le spese, come aveva fatto Giosuè Carducci nel 1873 per Nuove Poesie, pur di avere un libro esteticamente perfetto. Dall’officina di Paolo Galeati uscirono libri ammirati e anche imitati, per la loro nitidezza, raffinatezza, ed eleganza. Il poeta Pietro Codronchi, che era di Imola, mise in contatto Paolo Galeati con il Cenacolo dei poeti della Scuola romana che, per potersi esprimere in piena libertà, avevano bisogno di un editore estero, rispetto allo Stato Pontificio, dove una censura preventiva limitava la stampa di poesie che non facessero esplicito riferimento a feste religiose, o a matrimoni e a funerali.

La didattica

Agli allievi della Scuola tipografica di Milano, il 21 maggio 1899, Paolo Galeati consigliava: «Troverete che dall’accurata esecuzione di tutte le più piccole parti di un libro e dei più minuti accessori, si ottiene la nitidezza e l’eleganza; dalla buona proporzione dei margini col testo, dalla qualità della carta, dalla razionale distribuzione dei caratteri, dalla correzione, dalla nitida tiratura si ottiene l’armonia del libro; e se alla fine saprete adornarlo di un bel frontespizio e di una bella legatura, Voi avrete ottenuto, se non addirittura l’arte e il bello nel libro, certamente un libro fatto con arte.» L'apprendistato nelle botteghe di artigianato non bastava più: erano nate vere Scuole di arte applicata all'industria.

La crisi economica

Iniziarono per la tipografia Galeati i problemi economici: lo stabilimento era su tre piani, quindi scomodo: Paolo aveva aumentato le paghe agli operai, aveva ridotto la giornata lavorativa da dieci ad otto ore e aveva eliminato il lavoro a cottimo. Invece di cedere l'azienda, aderì a una nuova formula aziendale: la cooperativa. La Tipografia Galeati confluì, il 30 ottobre 1900 - insieme alla Ditta Giulio Ungania, alla lega Tipografia e all'Unione tipografica imolese - nella Cooperativa tipografica editrice. Paolo Galeati ebbe la direzione tecnica. Nel 1903, alla sua morte, la Cooperativa incluse il suo nome nella ragione sociale. Al suo successore, Ugo Lambertini (Imola, 1871 - Imola, 1952) si deve l'edizione nazionale delle Opere di Giuseppe Mazzini. L'Archivio della tipografia Galeati si trova alla Biblioteca comunale di Imola.

Note

  1. ^ Giovanni Battista Bodoni (1740-1813), tipografo ed editore, attivo dal 1768 alla stamperia reale di Parma, disegnò e realizzò nuovi caratteri che influenzarono l’arte tipografica europea.

Bibliografia

  • Un tipografo di provincia: Paolo Galeati e l'arte della stampa tra Ottocento e Novecento, a cura di Marina Baruzzi, Rosaria Campioni e Vera Martinoli, Imola, Marabino, 1991.
  • Brunella Argelli, Archivio della tipografia Galeati (1851-1965). Inventario, 1991.

Voci correlate

Controllo di autoritàVIAF (EN25406112 · ISNI (EN0000 0000 7819 0060 · SBN SBLV154545 · BAV 495/158497 · CERL cnp00548153 · LCCN (ENn94041369 · GND (DE119135582 · BNF (FRcb123692823 (data)

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