Tarantella montemaranese: differenze tra le versioni

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==Il museo etno-musicale==
==Il museo etno-musicale==
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L'''Associazione Culturale Hyrpinus doctus'', nata nel [[2002]] con lo scopo di continuare una tradizione molto antica quale è rappresentata dal carnevale e dalla tarantella montemaranesi, oltre a effettuare ricerche di etnografia e di etnomusicologia in Irpinia e in Campania, nell'agosto dello stesso anno ha costituito il Museo Etnomusicale ''Celestino Coscia e Antonio Bocchino'', dedicato ai due artisti montemaranesi che hanno reinventato la tarantella con interpretazioni personali.


Il Museo Etnomusicale (primo museo nel suo genere in [[Irpinia]].<ref>[http://www.galcilsi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=273&Itemid=204 Notizie relative al museo etno-musicale di Montemarano.]</ref>)
Il museo è stato inaugurato il 21 febbraio [[2004]], in occasione del carnevale, con un dibattito sul tema ''La Tradizione Attraverso il Museo'', e con la partecipazione di illustri studiosi ed esperti in questa materia.
''Celestino Coscia e Antonio Bocchino'', dedicato a due artisti locali che con interpretazioni personalihanno reinventato la tarantella, è stato inaugurato il 21 febbraio [[2004]] in occasione del carnevale; è stato costituito dalla '''Associazione Culturale Hyrpinus doctus''. Dal maggio di quell'anno, per poter accedere a finanziamenti pubblici, il museo è diventato comunale. La gestione è stata assegnata all'Associazione fondatrice

A partire dal maggio 2004 il museo è diventato comunale, formalmente istituito con delibera consiliare, per poter accedere a finanziamenti pubblici. La gestione è stata assegnata all'associazione fondatrice, vera protagonista di questa iniziativa di conservazione della ''memoria musicale'', importante per il paese di Montemarano e non solo, essendo il primo museo nel suo genere in [[Irpinia]].<ref>[http://www.galcilsi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=273&Itemid=204 Notizie relative al museo etno-musicale di Montemarano.]</ref>


==Note==
==Note==

Versione delle 12:09, 29 mar 2024

Léon Perrault, La Tarantella

La tarantella montemaranese, meglio conosciuta come zeza, è la tarantella caratteristica di Montemarano in provincia di Avellino. Originariamente eseguita con una ciaramella, un tamburello, le castagnette, in dialetto castagnole, e una voce maschile, oggi[quando/da quando] può essere realizzata con clarinetto, canto e controcanto; fisarmonica, armonia/ritmo, canto e controcanto; tamburello, ritmo. Le combinazioni delle tre componenti - melodia, armonia, ritmo - non sono rigide, ma neanche completamente intercambiabili.[non chiaro] Sono soggette a elaborazioni improvvisate e, in ogni caso, funzionali al comportamento dei ballerini. L'uso del clarinetto le ha valso il soprannome di tarantella jazz, un genere musicale cui rimanda anche la caratteristica generale dell'improvvisazione che si ritrova in tutte le tarantelle, come anche nella pizzica e nella tammuriata.

Il carnevale e la tarantella

La montemaranese è una tarantella processionaria che viene ballata durante il carnevale da tutti gli abitanti del paese, al seguito di piccole orchestre di clarinetti, flauti, fisarmoniche e tamburi a cornice, che percorrono ripetutamente il corso di Montemarano. Il ritmo di questa danza nel corso della sfilata diviene sempre più sostenuto.

In tale occasione diversi gruppi di danza si organizzano per sfilare in una sorta di competizione sancita, il sabato di carnevale, dal lancio di un guanto di sfida. Ogni gruppo è coordinato dal proprio caporabballo, il personaggio più rappresentativo di tutta la manifestazione, un pulcinella che con il suo caratteristico costume bianco e rosso, l'alto cappello, il bastone simbolo di autorità, dispensa ordini ai figuranti, fa spazio tra la folla, distribuisce confetti al pubblico. Alcuni gruppi sfilano con alla testa un carro allegorico.[1]

L'origine pagana del carnevale montemaranese fu ripresa e divulgata nel XVII secolo dal poeta e scrittore napoletano, Giambattista Basile, che fu signore e governatore di Montemarano. Varie sono le teorie concernenti il manifestarsi[non chiaro] della musica e del ballo legati alla festa. La più avvalorata vuole che un gruppo di Bulgari nel contesto dell'avvicendarsi delle tante dominazioni straniere (Goti, Visigoti, Longobardi, ecc.) abbia portato le prime note[non chiaro] poi rielaborate dai montemaranesi.

Il carnevale ha inizio con la ricorrenza di Sant'Antonio Abate, il 17 gennaio e ha termine la domenica successiva alle Ceneri, dopo un festeggiamento di tre giorni, con Carnevale morto,[non chiaro] allorquando, avvenuto il commiato funebre-ironico da Carnevale e la lettura del suo grottesco testamento, ci si lancia in un'ultima danza sfrenata fino alla rottura, a tarda notte, della Pignata, dalla quale fuoriescono biscotti e dolciumi, che simbolicamente rappresentano un buon auspicio per la primavera che si approssima.[2]

Il museo etno-musicale

Il Museo Etnomusicale (primo museo nel suo genere in Irpinia.[3]) Celestino Coscia e Antonio Bocchino, dedicato a due artisti locali che con interpretazioni personalihanno reinventato la tarantella, è stato inaugurato il 21 febbraio 2004 in occasione del carnevale; è stato costituito dalla 'Associazione Culturale Hyrpinus doctus. Dal maggio di quell'anno, per poter accedere a finanziamenti pubblici, il museo è diventato comunale. La gestione è stata assegnata all'Associazione fondatrice

Note

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni