Simmia di Tebe

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Simmia di Tebe (... – ...; fl. V secolo a.C.) è stato un filosofo greco antico vissuto nella seconda metà del V secolo a.C. [1] Ex allievo del pitagorico Filolao, che aveva insegnato a Tebe per un certo tempo, Simmia si era poi convertito alla filosofia socratica.. La sua figura compare come uno dei protagonisti nel dialogo platonico Fedone dove, assieme a Cebete, anche lui discepolo di Filolao, discute con Socrate sull'immortalità dell'anima. Assieme a Cebete cercherà di organizzare l'evasione dal carcere di Socrate che rifiuterà invece di fuggire.

Il suo pensiero è quasi del tutto sconosciuto e dal dialogo platonico non si può determinare con certezza se la teoria dell'anima come fusione armonica con il corpo che egli sostiene e che viene poi ripresa dal peripatetico di tendenza pitagorica Aristosseno, sia sua o del maestro Filolao.

Simmia si ritrova come protagonista nell'opera di Plutarco De genio Socratis e Diogene Laerzio gli attribuisce 23 titoli di dialoghi raccolti in un unico volume.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lemma Simmia di Tebe in Enciclopedia on line di Treccani, l'enciclopedia italiana
  2. ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, I, 124

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN24990841 · ISNI (EN0000 0000 0495 0362 · CERL cnp00285803 · GND (DE102405999 · WorldCat Identities (ENviaf-24990841