Rufo e Zosimo

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Rufo e Zosimo sono una coppia di cristiani associati al martirio di Ignazio di Antiochia. Citati nell'epistola ai Filippesi di Policarpo e nell'Historia Ecclesiastica di Eusebio, il loro elogio fu inserito nel martirologio di Floro e poi in quelli di Adone e Usuardo, che li qualificano come martiri e discepoli del Signore.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima menzione di Rufo e Zosimo si trova nell'epistola ai Filippesi di Policarpo, vescovo di Smirne, che li associa al martirio di Ignazio, vescovo di Antiochia.[2]

I due sono menzionati anche nell'Historia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, che cita un passo della lettera di Policarpo, e attraverso l'opera di Eusebio il loro nome giunse a conoscenza di Floro che inserì la loro memoria nel suo martirologio al 17 ottobre, data che il martirologio di Beda dedicava alla memoria della traslazione di sant'Ignazio.[3]

Nel suo martirologio, Adone spostò il loro elogio al 18 ottobre e trasformò il testo dell'elogio qualificando, per la prima volta, Rufo e Zosimo come "discepoli del Signore":[3] è probabile che Adone abbia identificato Rufo con l'omonimo figlio di Simone di Cirene menzionato nel Vangelo di Marco[4] e con il Rufo citato nell'epistola paolina ai Romani,[5] ma in nessuna antica serie di discepoli di Gesù è citato uno Zosimo.[3]

In realtà, non ci sono elementi concreti per definire Rufo e Zosimo discepoli del Signore e neanche la qualifica di martiri può essere chiaramente dedotta dallo scritto di Policarpo, ma Usuardo riprese per il suo martirologio lo stesso elogio di Adone e da Usuardo l'annuncio passò al Martirologio romano.[3]

Nel Martirologio romano riformato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II e promulgato nel 2011 da papa Giovanni Paolo II l'elogio dei santi Rufo e Zosimo si legge al 17 ottobre.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Joseph-Marie Sauget, BSS, vol. XI (1968), coll. 489-491.
  2. ^ Jacques-Paul Migne, Patrologia Graeca, vol. V (1894), coll. 1011-1014.
  3. ^ a b c d Joseph-Marie Sauget, BSS, vol. XI (1968), col. 490.
  4. ^ «Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce.» Mc 15,21, su laparola.net.
  5. ^ «Salutate Rufo, questo eletto nel Signore, e la madre sua che è anche mia.» Rm 16,13, su laparola.net.
  6. ^ Martirologio romano (2004), p. 811.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.
  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004.