Ritratto equestre di Anton Giulio Brignole-Sale

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Ritratto equestre
di Anton Giulio Brignole Sale
AutoreAntoon Van Dyck
Data1627
Tecnicaolio su tela
Dimensioni282×198 cm
UbicazionePalazzo Rosso - Musei di Strada Nuova, Genova

Il Ritratto equestre di Anton Giulio Brignole Sale è un dipinto a olio su tela di Antoon van Dyck, conservato a Palazzo Rosso dei Musei di Strada Nuova a Genova, databile 1627.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La tela fu donata dalla Duchessa di Galliera Maria Brignole-Sale De Ferrari nel 1874 al Comune di Genova insieme a tutta la sua collezione. Il dipinto raffigura il marchese genovese Anton Giulio Brignole Sale, figlio del futuro doge Giovanni Francesco Brignole Sale. Il ritratto, eseguito assieme a quello della moglie, Paolina Adorno Brignole-Sale, costituiscono un esempio raro di ritratti en pendant realizzati da Van Dyck ancora oggi conservati insieme e sono gli unici tra i circa cinquanta eseguiti durante il periodo genovese dal pittore fiammingo di cui si abbia la registrazione del pagamento di ottanta scudi riportata in un libro dei conti dei Brignole-Sale, datato 1627[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 1605, il nobiluomo è ritratto a ventidue anni, quando venne ascritto al patriziato genovese e acquisì l'eredità del nonno Giulio Sale, oltre al titolo di Marchese di Groppoli[2]. Per affermare lo status recentemente acquisito il giovane aristocratico si fa ritrarre su un cavallo bianco mentre si toglie il cappello con la mano destra: una posa aulica che fino a qualche anno prima era riservata esclusivamente solamente ai sovrani[2]. Questo intento celebrativo è dovuto al fatto che la famiglia fino a quel momento non aveva potuto effigiarsi di titoli nobiliari, si trattava di una famiglia "nuova" del ceto di governo della Repubblica dotata solamente di un grande potere economico dovuto al commercio di lana e seta[3]. È questo il primo dei tanti ritratti equestri eseguiti da Van Dyck e culminati con i grandi ritratti del re Carlo I d'Inghilterra a cavallo (CarloI a cavallo). Ai suoi piedi un cane, alle sue spalle delle colonne drappeggiate di rosso e un paesaggio campestre con sullo sfondo una marina. La composizione della tela riprende dipinti precedentemente realizzati da Rubens come il Ritratto di Giovanni Carlo Doria a cavallo (Genova, Galleria di Palazzo Spinola) e il Duca di Lerma (Madrid, Museo del Prado)[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Anna Maria Bava, Van Dyck, pittore di corte: mostra, 16 novembre 2018 - 17 marzo 2019, Torino, Musei Reali, Sale Palatine della Galleria Sabauda, Arthemisia Books, 2018, p. 224, ISBN 978-88-85773-36-3.
  2. ^ a b Anton Giulio Brignole-Sale a cavallo, su Musei di Genova. URL consultato il 6 maggio 2024.
  3. ^ Jonathan Bober, Piero Boccardo e Franco Boggero (a cura di), Superbarocco: arte a Genova da Rubens a Magnasco [mostra, Palazzo del Quirinale, Scuderie del Quirinale, Roma, 26 marzo - 03 luglio, 2022], Skira, 2022, pp. 160-163, ISBN 978-88-572-4705-2.
  4. ^ Anton Giulio Brignole-Sale a cavallo, su museidigenova.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gian Pietro Bellori, Le vite de' pittori, scultori et architetti moderni, Torino, Einaudi, 1976.
  • Didier Bodart, Van Dyck, Prato, Giunti, 1997.
  • Susan J. Barnes, Piero Boccardo, Clario Di Fabio e Laura Tagliaferro (a cura di), Van Dyck a Genova. Grande pittura e collezionismo (catalogo della mostra), Electa, 1997.
  • Christopher Brown, Van Dyck 1599-1641, Milano, RCS Libri, 1999, ISBN 88-17-86060-3.
  • Justus Müller Hofstede, Van Dyck, Milano, Rizzoli/Skira, 2004.
  • Stefano Zuffi, Il Barocco, Verona, Mondadori, 2004.
  • Anna Maria Bava e Grazia Bernardini (a cura di), Van Dyck. Pittore di corte, Arthemisia, 2018, ISBN 9788885773363.

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