Ritratto di signora del cavalier Masoch

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Ritratto di signora
del cavalier Masoch per intercessione della beata Maria Goretti
dramma satiresco
spettacolo in due incubi
AutoreCarmelo Bene
Lingua originaleItaliano
Genereteatro
Fonti letterarieCarmelo Bene
Composto nel1976
Pubblicato nel1976
Personaggi
  • Semprelei
  • Luisolo
 

Il Ritratto di signora del cavalier Masoch per intercessione della beata Maria Goretti è un copione teatrale[1] scritto da Carmelo Bene. Le prove per la sua possibile messa in scena vennero fatte a Forte dei Marmi, ma per difficoltà tecniche dovute all'incapacità di Lydia Mancinelli di calarsi nel personaggio, non andò mai in scena durante la vita dell'autore. Di lei Carmelo Bene dice:

"Non ce la faceva Lydia. Non veniva fuori la terza dalla prima persona [...] Non era stupida[2] Lydia. Magari lo fosse stata".

Lo spettacolo era progettato in due parti (due incubi, secondo la definizione beniana) con due soli personaggi Semprelei e Luisolo, la cui interpretazione[3] sarebbe dovuta essere riservata rispettivamente alla Mancinelli e a Bene.

Fu invece portato in scena dal regista Gianpiero Borgia al Festival di Spoleto nel 2004.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In realtà il genere, per quanto concerne le opere beniane, è difficile da determinare. Carmelo Bene definisce a volte la sua arte (teatrale, filmica, letteraria, ...) "degenere".
  2. ^ L'aggettivo stupido o cretino è da intendersi ad ogni modo nel senso beniano del termine. Vedi per esempio il monologo cosiddetto del cretino in Nostra Signora dei Turchi. Ricordiamo inoltre che Bene affidava a Lydia solo parti ad hoc, adatte a lei e alla sua particolare capacità interpretativa
  3. ^ Bisogna valutare il fatto che Bene considera le sue versioni non rivisitazioni o reinterpretazioni di un testo, ma una restituzione del così definito da Klossowski "significato metafisico del teatro". Vita di Carmelo Bene, op. cit., pag. 331
  4. ^ La pièce della Protei su Bene sbarca al festival di Spoleto, in la Repubblica, 1º giugno 2004. URL consultato il 30 novembre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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