Un Amleto di meno

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Un Amleto di meno
Carmelo Bene in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno1973
Durata64 min
Rapporto2,35:1
Generedrammatico, commedia
RegiaCarmelo Bene
SoggettoCarmelo Bene (da Jules Laforgue e William Shakespeare)
SceneggiaturaCarmelo Bene
FotografiaMario Masini
MontaggioMauro Contini
MusicheCarmelo Bene (musica-collage)
ScenografiaCarmelo Bene, i labirinti di Elsinore sono di Alberto Paoli allestiti da Vittorio Lazzari eseguiti dalla ditta "Gazebo"
Interpreti e personaggi

Un Amleto di meno è un film del 1973 diretto e interpretato da Carmelo Bene.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il principe di Danimarca Amleto è poco interessato alle vicende familiari e alle sorti del regno, e per nulla attratto da una Ofelia bamboleggiante che si succhia il dito. Infastidito dall’amico Orazio, che gli racconta l’apparizione dello spettro del padre che vorrebbe spingerlo alla vendetta, e da Polonio, padre di Ofelia, che lo psicanalizza spiegandogli il complesso di Edipo, immagina di fuggire a Parigi con Kate, la prima attrice della compagnia che si esibisce a Elsinore, per diventare autore di teatro.

«... E questo è niente, Kate! Ti leggerò tutto! Andremo a vivere a Parigi! Io ti amo ti amo ti amo! Vestiti! Tu sei un angelo in scena, un mostro sacro! Faremo colpo! Vestiti! Me ne fotto del mio trono! I morti son morti! Vedremo il mondo, Parigi, vita mia, a noi due!...»

Ma è necessario rispettare la trama, così deve prima svogliatamente assistere all’inutile rappresentazione dell’assassinio del padre, poi uccidere Polonio quasi a passo di danza e inviare a morte sicura Rosencrantz e Guildenstern.

Il famoso monologo “essere o non essere” è scribacchiato su un frammento e fatto leggere a un sempre più perplesso Orazio, vengono riempiti e svuotati i bauli, ricolmi di costumi e attrezzeria teatrale. Finalmente Amleto, sbrigate le incombenze assegnategli da William Shakespeare, parte in carrozza assieme a Kate in direzione Parigi, ma lo sorprende un vendicativo e rivoluzionario Laerte, figlio di Polonio e fratello di Ofelia nel frattempo suicidata, che lo affronta su una spiaggia e lo uccide.

Amleto muore rantolando “qualis artifex pereo”, la famosa frase attribuita a Nerone, mentre Laerte lo bacia chiamandolo “compagno”. Intanto il regno di Danimarca viene invaso e il nemico Fortebraccio, dal viso invisibile, si siede sul trono e si incorona re.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Tratto più da Amleto, ovvero le conseguenze della pietà filiale (1877) di Jules Laforgue che dalla tragedia di Shakespeare, questo Amleto viene “tolto di scena” (come disse Carmelo Bene)[1] in una esplosione in Technicolor di costumi coloratissimi e scenografie bizzarre, tra citazioni e collage di testi e musiche di diversa provenienza (Musorgskij, Rossini, Stravinskij, Wagner).

Il film è stato girato negli Studi di Cinecittà e prodotto da Anna Maria Papi per la Donatello Cinematografica.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato presentato in concorso al 26º Festival di Cannes.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ C. Bene, Intervista, a cura di I. Moscati, in «Cineforum», n. 10, ottobre 1978
  2. ^ (EN) Official Selection 1973, su Festival de Cannes. URL consultato il 18 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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