Referendum in Bulgaria del 1922

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Referendum in Bulgaria del 1922
StatoBandiera della Bulgaria Regno di Bulgaria
Data19 novembre 1922
Esito
  
74,33%
No
  
25,67%

Il referendum in Bulgaria del 1922 si svolse il 19 novembre 1922 per decidere il perseguimento dei criminali di guerra.[1] È stato approvato dal 74,33% dei votanti.[1]

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

L'Unione Nazionale Agraria Bulgara al potere cercò di perseguire i membri dei gabinetti dei governi guidati da Ivan Gešov, Stojan Danev e Aleksandăr Malinov per crimini di guerra commessi durante la prima guerra mondiale, in conformità con l'articolo 155 della Costituzione.[1] Il 24 settembre 1922, 17 dei 22 ministri furono arrestati e il 17 ottobre fu pubblicata una legge sull'accusa.[1]

La votazione avviene con schede bianche (= sì, per l'accusa) e nere (= no, contro l'accusa); c'è l'obbligo di voto.[1]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Scelta voti %
Si  647.313 74,33
 No 223.584 25,67
Schede bianche/nulle 60.165
Totale 928.776 100
Fonte: Democrazia Diretta

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il voto, l'Unione Nazionale Agraria vinse le elezioni del 27 aprile 1923, formando un governo guidato da Aleksandăr Stambolijski. I partiti di destra organizzarono il colpo di stato l'11 giugno 1923 con la tacita approvazione del re Boris III di Bulgaria. I ministri imprigionati furono rilasciati e le accuse ritirate dal governo di Aleksandăr Cankov.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]