Palazzo Municipale (Chioggia)

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Palazzo Municipale
Facciata del Palazzo Municipale
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Veneto
LocalitàChioggia
IndirizzoCorso del Popolo, 1193, 30015 Chioggia VE
Coordinate45°13′12.22″N 12°16′45.62″E / 45.22006°N 12.27934°E45.22006; 12.27934
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Inaugurazione1847
StileNeoclassico
Usocivile
Realizzazione
IngegnereDe Paoli
ProprietarioComune di Chioggia

Il Palazzo Municipale di Chioggia è situato sul Corso del Popolo, principale piazza della città veneta. È sede del comune di Chioggia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione del palazzo, progettato nel 1828 dall'ingegnere De Paoli, ebbe inizio nell'ottobre del 1839 nel medesimo luogo dove, precedentemente, si trovava il Palazzo Pretorio. La precedente costruzione, edificata nel 1228, venne demolita a seguito di un incendio divampato nel 1817.

Di quell'antico palazzo è sopravvissuta la balaustra della scala esterna, che ora adorna il giardino dell'episcopio sul fianco meridionale della Cattedrale di Chioggia e l'orologio della torre civica, trasferito nel campanile della Chiesa di San Andrea. Esso è uno degli orologi da torre, ancora funzionante, più antichi del mondo.

Come il precedente, l'attuale Municipio era adibito anche ad uso di carcere. [1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il possente palazzo in stile neoclassico venne costruito poggiante su un porticato, sopraelevato dal livello stradale da cinque scalini in pietra d'Istria.

Nella zona centrale è presente un timpano adornato dallo stemma cittadino, accompagnato ai lati da due delfini tenenti uno un tridente e l'altro una vanga, simboli delle principali attività economiche della città: la pesca e l'agricoltura.

Nelle torrette ai lati si possono osservare, oltre agli orologi, due campane: quella a sud è del 1790, quella a nord è del 1855. [2]

Cortili[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso è dotato di tre cortili interni adornati da delle vere da pozzo, quella centrale è del 1768 e proveniente dal vicino convento dei Padri Filippini, con lo stemma della congregazione religiosa.

Busto della Madonna di Antonio Bonazza

Interni[modifica | modifica wikitesto]

Al centro dello scalone principale è montato il busto della Vergine Maria attribuito ad Antonio Bonazza proveniente anch'esso dal convento dei Padri Filippini.

Nella sala del Consiglio, già sala dei ricevimenti, vengono conservate alcune opere d'arte fra cui:

  • la grande tela con L'ultima cena di Antonio Vassilacchi proveniente dalla Chiesa di Santa Croce in Cividale di Belluno;
  • il busto di Vittorio Emanuele Il opera di Aristide Naccari;
  • il busto di Eleonora Duse e Giuseppe Veronese scolpiti dal Rebesco Francesco, negli anni 50 del Novecento. [3]

Lapidi[modifica | modifica wikitesto]

Sotto il porticato sono montate lapidi di epoche variabili tra Ottocento e Novecento.

Nel cortile centrale sono presenti diverse lapidi di vare epoche, provenienti da varie zone della città; la più antica è datata al primo secolo dopo Cristo, proveniente alla Torre di Bebbe in località Ca' Pasqua. [4]

Stendardo[modifica | modifica wikitesto]

Stendardo

Il basamento marmoreo del pennone venne realizzato nel 1713 dallo scultore Gioseffo Zeminiani. [5]

Sotto i telamoni che sostengono l'asta è posta l'iscrizione:[6] [7]

Iscrizione[modifica | modifica wikitesto]

«VENETI MARCI SIGNUM CLODIAE DECUS URBIS HIERONYMI FINI PRAETORIS VIGILANTIA HOC NOBILIORI LOCO EXTOLLI FULCIRIQUE PLAUSIBILI HAC MOLE MANDAVIT

ANN(O) SALUT(IS) MDCCXIII.»

Traduzione[modifica | modifica wikitesto]

A vigile premura del podestà Girolamo Fini volle che il vessillo veneto di San Marco, onore della città di Chioggia, garrisse in questo luogo eminente e fosse sorretto da questo magnifico supporto.

Anno della Salvezza 1713.


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ravagnan(1991), p. 374.
  2. ^ Ravagnan(2016), p. 120.
  3. ^ Ravagnan(2016), p. 122.
  4. ^ Marangon (2000), p. 124.
  5. ^ Ravagnan(2016), p. 108.
  6. ^ Marangon (2000), p. 123.
  7. ^ Pregnolato(1990), pp. 30-33.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Renzo Ravagnan, Le case la città : l'attività edilizia a Chioggia tra ottocento e novecento, Chioggia, Il Leggio libreria editrice, 1991.
  • Renzo Ravagnan, Chioggia, Sottomarina, Isolaverde e dintorni..., Chioggia, Art & Print, 2016.
  • Giuliano Marangon, Viaggio nella memoria: iscrizioni e citazioni latine a Chioggia, Chioggia, Nuova Scintilla- Chioggia, 2000, SBN IT\ICCU\VEA\0184671.
  • Monica Pregnolato, Chioggia Rivista di studi e ricerche N4, Conselve, Nuova Veneta Editrice-Conselve(PD), 1990.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]