Palazzo Leone

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Palazzo Leone
La fontana luminosa con, alle spalle, Palazzo Leone.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneAbruzzo
LocalitàL'Aquila
Indirizzocorso Vittorio Emanuele 159
Coordinate42°21′12.38″N 13°24′04.69″E / 42.35344°N 13.401302°E42.35344; 13.401302
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXX secolo
Stilerazionalista
Realizzazione
ArchitettoMario Gioia
IngegnereVincenzo Di Nanna
Committentefamiglia Di Sabbato

Palazzo Leone è un palazzo storico dell'Aquila.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione del palazzo risale agli anni Trenta del XX secolo ed è dovuta ad un ampio progetto di rinnovamento urbanistico della propaggine settentrionale al centro storico della città, comprendente l'allargamento di corso Vittorio Emanuele, la realizzazione della fontana luminosa e del complesso sportivo.[1] In precedenza, l'area — che fronteggiava il Forte spagnolo, importante avamposto militare — non era edificata.

L'edificazione di Palazzo Leone è leggermente successiva a quella della Casa del Combattente di Achille Pintonello, che era stato il primo palazzo cittadino ad utilizzare un'ossatura in calcestruzzo armato, con cui tuttavia condivide stile architettonico, periodo storico e funzione urbanistica.[2] La famiglia Di Sabbato incaricò del progetto l'ingegnere Vincenzo Di Nanna e l'architetto Mario Gioia, futuri podestà e vice-podestà dell'Aquila.[3]

Nel dopoguerra, l'edificio venne sopraelevato di un livello, distinguendolo così dall'edificio prospiciente. Fino al terremoto dell'Aquila del 2009 ha ospitato la sede cittadina del Messaggero;[4] danneggiato dal sisma, Palazzo Leone è stato poi sottoposto a lavori di restauro che hanno riportato in auge la colorazione storica caratterizzata dal rosso pompeiano.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo è uno dei cosiddetti «edifici gemelli» che costituiscono i propilei al corso Vittorio Emanuele e, quindi, al centro storico della città. È situato nell'isolato tra il corso, piazza Battaglione degli Alpini, via del Crocifisso e via del Gatto.

L'edificio si presenta come l'unione di due corpi di fabbrica a base rettangolare con la facciata principale, costituita da un fronte semicilindrico, volto verso la fontana luminosa; la stessa facciata tondeggiante è ripresa poi nella prospiciente Casa del Combattente.[4] La linea del prospetto sul corso è proseguita da Palazzo Lucentini Bonanni che — per l'occasione — venne "tagliato" di un'intera ala.

È costituito da tre livelli originali cui è stato aggiunto — negli anni Cinquanta del XX secolo — un ulteriore livello con terrazzino.[4] Lo stile ripropone quanto già visto nel pressoché coevo albergo di Campo Imperatore di Vittorio Bonadè Bottino, rispetto al quale tuttavia risulta più gradevole la proporzione tra vuoti e pieni. Elemento caratterizzante del palazzo sono le vistose cornici marcapiano già presenti nella Casa del Combattente e che, nella facciata principale, si aggettano per realizzare le balconate.[1]

La colorazione storica — un rosso pompeiano d'impatto — è stata riproposta in seguito ai lavori di ristrutturazione successivi al terremoto del 2009 ed è la stessa utilizzata per gli apparati esterni del vicino complesso sportivo.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Simonetta Ciranna, p. 66
  2. ^ a b Romana Scopano, Si “veste” di rosso Palazzo Leone, in Il Centro, 18 luglio 2015. URL consultato il 18 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2017).
  3. ^ Stefano Brusaporci, p. 93
  4. ^ a b c d Alberto Orsini, L'AQUILA: RISCOPERTO UN PO' DI PALAZZO LEONE, LA PORTA DEL CENTRO, in abruzzoweb.it, 20 giugno 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stefano Brusaporci, Architetture per il sociale negli anni Trenta e Quaranta del Novecento. Esperienze in Abruzzo, Roma, Gangemi Editore, 2012.
  • Simonetta Ciranna, Architetture a confronto: XIX e XX secolo, Roma, Gangemi Editore, 2005.
  • Alessandro Clementi e Elio Piroddi, L'Aquila, Bari, Laterza, 1986.
  • Raffaele Colapietra, Mario Centofanti, Carla Bartolomucci e Tiziana Amedoro, L'Aquila: i palazzi, L'Aquila, Ediarte, 1997.
  • Mario Moretti e Marilena Dander, Architettura civile aquilana dal XIV al XIX secolo, L'Aquila, Japadre, 1974.
  • Touring Club Italiano, L'Italia - Abruzzo e Molise, Milano, Touring Editore, 2005.

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