PK 164+31.1

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PK 164+31.1
Nebulosa planetaria
PK 164+31.1 (credit:Margaro)
Scoperta
ScopritoreRebecca B. Jones,
Richard Emberson[1]
Data1939[1]
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneLince
Ascensione retta07h 57m 46.6s[2]
Declinazione+53° 24′ 55″[2]
Coordinate galattichel=164,8064°[3]
b=+31,1810°[3]
Distanza1600 a.l. [4]
(490 pc)
Magnitudine apparente (V)14,0[2]
Dimensione apparente (V)6,6'[2]
Velocità radiale-84.3[3] km/s
Caratteristiche fisiche
TipoNebulosa planetaria
Galassia di appartenenzaVia Lattea
Dimensioni? a.l.  
Altre designazioni
IRAS 7539+5333; PN G164.8+31.1; JnEr 1; ARO 121; VV 47[3]
Mappa di localizzazione
PK 164+31.1
Categoria di nebulose planetarie

Coordinate: Carta celeste 07h 57m 46.6s, +53° 24′ 55″

PK 164+31.1 è una nebulosa planetaria visibile nella parte settentrionale della costellazione della Lince.

È stata scoperta nel 1939 da Rebecca B. Jones e Richard Emberson su una lastra fotografica acquisita con il telescopio rifrattore di 40 cm di diametro dell'osservatorio di Oak Ridge.[1][5]

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Mappa per individuare PK 164+31.1.

La sua posizione si individua, non senza difficoltà, seguendo una lunga concatenazione di stelle di settima e ottava magnitudine che dalla stella ο Ursae Majoris (Mushida) si estende per circa 8° in direzione SSW, al termine della quale occorre spostarsi 1° a SE; estremamente sfuggente anche con un filtro O III, si rivela specialmente nelle foto a lunga esposizione e con un telescopio potente, con filtro .

La sua osservazione risulta di gran lunga privilegiata dall'emisfero boreale, dove si presenta circumpolare fino a latitudini temperate calde; il periodo migliore per l'osservazione nel cielo serale va da novembre a maggio, quando si trova molto alta sopra l'orizzonte. Dall'emisfero australe può essere ricercata senza eccessive difficoltà soltanto dalla sua fascia tropicale.[6]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Come molte altre nebulose planetarie, la sua struttura e la sua forma sono dovute all'espansione di un guscio di gas espulso da una stella morente; al centro si trova una nana bianca di classe DQ, la cui radiazione ultravioletta eccita ed illumina l'involucro di gas, che è composto principalmente di idrogeno, che conferisce il caratteristico colore rosso, mentre le aree blu sono dovute alla presenza dell'ossigeno.[7]

L'area centrale ha forma rettangolare, mentre la nebulosa appare di forma circolare; la distanza non è stata accertata con precisione, e di conseguenza anche il diametro reale è ignoto.[7] Si ritiene che questa nebulosa possieda una forma bipolare, con l'asse dei lobi orientato quasi esattamente in direzione della Terra, al punto che appare vista da un'angolazione polare; a causa della sua composizione chimica, si pensa che la sua stella progenitrice debba essere stata piuttosto massiccia.[8][9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c R. B. Jones e R. Emberson, 1939.
  2. ^ a b c d PK164+31.1 (Planetary Nebula in Lynx), su ne.jp. URL consultato il 16 maggio 2009 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2008).
  3. ^ a b c d SIMBAD Astronomical Database, su Results for PK 164+31.1. URL consultato il 16 maggio 2009.
  4. ^ Planetary Nebula PK 164 +31.1, su apod.nasa.gov. URL consultato il 1º dicembre 2012.
  5. ^ (EN) S. L. Moore, A. Jones, G. Privett e D. Arditti, Jones-Emberson 1, the 'Headphone Nebula', in Journal of the British Astronomical Association, vol. 121, n. 6, dicembre 2011, pp. 369-370, Bibcode:2011JBAA..121..369M.
  6. ^ Una declinazione di 53°N equivale ad una distanza angolare dal polo nord celeste di 37°; il che equivale a dire che a nord del 37°N l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a sud del 37°S l'oggetto non sorge mai.
  7. ^ a b Planetary Nebula PK 164+31.1, su rc-astro.com. URL consultato il 16 maggio 2009.
  8. ^ Bohigas, J., Infrared Imaging and Optical Imaging and Spectroscopy of (mostly) Type I Planetary Nebulae. I, in Revista Mexicana de Astronomia y Astrofisica, vol. 37, ottobre 2001, pp. 237-260. URL consultato il 10 settembre 2011.
  9. ^ Phillips, J. P.; Ramos-Larios, G., Spitzer mid-infrared observations of seven bipolar planetary nebulae, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 405, n. 4, luglio 2010, pp. 2179-2205, DOI:10.1111/j.1365-2966.2010.16617.x. URL consultato il 10 settembre 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Articoli scientifici[modifica | modifica wikitesto]

  • Rebecca B. Jones e Richard Emberson, A Large New Planetary Nebula, in Harvard College Observatory Bulletin, n. 911, agosto 1939, pp. 11-13, Bibcode:1939BHarO.911...11J.

Carte celesti[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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