Ostrichetrancidipescesalatocagnoligattuccipezzidicefaloinsalsapiccantesilfiooliomieletordimerlicolombaccicolombellegallettilodolearrostocutrettolepiccioniselvaticilepricottenelvinocroccanticantuccini

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La prima edizione in lingua italiana delle Donne al parlamento, pubblicata nel 1545 con il titolo Le congreganti

Ostriche­tranci­di­pesce­salato­cagnoli­gattucci­pezzi­di­cefalo­in­salsa­piccante­silfio­olio­miele­tordi­merli­colombacci­colombelle­galletti­lodole­arrosto­cutrettole­piccioni­selvatici­lepri­cotte­nel­vino­croccanti­cantuccini[1] è una pietanza immaginaria menzionata dal commediografo Aristofane nel finale della commedia Le donne al parlamento.[2]

Il testo originale in greco, riportato sia in alfabeto greco sia nella traslitterazione in alfabeto latino, è il seguente:

(GRC)

«λοπαδοτεμαχοσελαχογαλεο-
κρανιολειψανοδριμυποτριμματο-
σιλφιοκαραβομελιτοκατακεχυμενο-
κιχλεπικοσσυφοφαττοπεριστερα-
λεκτρυονοπτοκεφαλλιοκιγκλοπε-
λειολαγῳοσιραιοβαφητραγα-
νοπτερύγων»

(GRC)

«Lopadotemachoselachogaleo-
kranioleipsanodrimhypotrimmato-
silphiokarabomelitokatakechymeno-
kichlepikossyphophattoperistera-
lektryonoptekephalliokinklope-
leiolagoiosiraiobaphetraga-
nopterygon
[1]»

La parola originale greca conta centosettantuno caratteri ed è la più lunga parola conosciuta della letteratura greca antica.[3]

Ingredienti[modifica | modifica wikitesto]

La pietanza è una fricassea, con almeno sedici ingredienti agrodolci, fra cui:

  • ostriche (λοπαδο-)[4]
  • tranci di pesce (-τεμαχο-)
  • pesci della sottoclasse degli elasmobranchi (-σελαχο-)
  • teste di piccoli squali (-γαλεο-κρανιο)
  • pietanze fatte da vari ingredienti dal gusto forte, grattugiati e pestati (-λειψανο-δριμ-υποτριμματο)
  • silfio (-σιλφιο-), pianta del genere Ferula
  • granchi, gamberi o aragoste (-καραβο-)
  • miele (-μελιτο-)
  • labridi o turdidi (-κατακεχυμενοκιχλ-)
  • una specie di pesce di mare oppure merli (-επικοσσυφο-)
  • colombi (-φαττο-)
  • colombacci (-περιστερ-)
  • gallo (-αλεκτρυον-)
  • testa arrostita di tuffetto (-οπτο-κεφαλλιο-κιγκλο-)
  • colombe (-πελειο-)
  • lepre (-λαγῳο-)
  • mosto (-σιραιο-)

Il tutto immerso in ali o pinne (-βαφη-τραγανο-πτερύγων).

Altre traduzioni italiane[modifica | modifica wikitesto]

Il termine, data la sua singolarità, ha messo duramente alla prova i traduttori.

La prima traduzione italiana della commedia di Aristofane (1545) dei fratelli Bartolomeo e Pietro Rositini rende il termine con questa sequenza:

«Olle, persutti, cartilaginei, musteli, reliquie di come con agro e aspero intrito, lasero impostovi dentro de’l miele, squassacoda, merolo, columbe, capi de galli à rosto con intinto di motacille, di columbe, di lepori, insperso con le ale.»

Fra le traduzioni italiane è nota quella di Ettore Romagnoli, scelta da Lorenzo Rocci nel suo Vocabolario della lingua greca (nell'edizione 1943, pag. 1135; nell'edizione 2011, pag. 1111; in ogni caso Rocci preferisce la variante iniziante per λε):

«ostrichepescedatagliolam-
predegattuccicervelliconsalsapiccantedi-
mielporrosilfiomerlipalòmbicolombipic-
ciontordicrestedigalcoditremole-
leprimostardadivincartilaginedalidipol»

Questa è invece la traduzione di Benedetto Marzullo:

«patelle - zuppa di pesce - razze teste
di palombo - in salsa piccante con
silfio formaggio miele condite -
tordi nonché merli - colombi -
colombacci - galline arrosto -
lodolette - batticode - piccioni - lepri
in salmì - deliziose sfogliatelle
come dessert.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Umberto Albini, Nel nome di Dioniso, Milano, Garzanti, aprile 2002, p. 30, ISBN 88-11-67420-4.
  2. ^ Le donne al parlamento, vv. 1169-1175.
  3. ^ (EN) Kenneth M. De Luca, The Political Allegory of the Assemblywoman, in Aristophanes' male and female revolutions: a reading of Aristophanes' Knights and Assemblywomen, Lanham, Lexington Books, 2005, p. 124, ISBN 978-0-7391-0833-8. URL consultato il 26 luglio 2023.
    «It is the longest word we know of in Ancient Greek literature, as the names for a host of edibles are merged into one»
  4. ^ In alcuni codici il termine comincia per λεπαδο-. Il senso non cambia, dato che in greco antico lepas e lopas sono sinonimi per indicare appunto l'ostrica.