Oratorio di Sant'Antonio da Padova (Soragna)

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Oratorio di Sant'Antonio da Padova
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàSoragna
Indirizzopiazza Giuseppe Garibaldi
Coordinate44°55′40.66″N 10°07′27.33″E / 44.927961°N 10.124258°E44.927961; 10.124258
Religionecattolica di rito romano
Titolaresant'Antonio da Padova
Diocesi Parma
Consacrazione1696
ArchitettoFrancesco Galli da Bibbiena
Stile architettonicobarocco e neoclassico
Inizio costruzione1696
Completamento1805

L'oratorio di Sant'Antonio da Padova è un luogo di culto cattolico dalle forme barocche e neoclassiche, situato in piazza Giuseppe Garibaldi a Soragna, in provincia e diocesi di Parma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio fu innalzato su un lato della piazza centrale del paese a partire dal 1696, per volere della Confraternita del Suffragio, che incaricò del progetto l'architetto Francesco Galli da Bibbiena,[1] negli stessi anni impegnato col fratello Ferdinando anche nella decorazione di alcuni ambienti della vicina rocca Meli Lupi;[2] nel 1698, al termine dei lavori di costruzione, lo scultore Giovanni Mercoli decorò con ricchissimi stucchi barocchi gli interni del tempio.[1]

Piazza Garibaldi con l'oratorio di Sant'Antonio intorno al 1930

Nel 1794 fu completata la torre campanaria.[1]

Nel 1804 furono avviati i lavori di rifacimento della facciata, ormai deteriorata, che fu ricostruita in forme neoclassiche su progetto dell'architetto Giuseppe Rasori e completata nel 1805. L'anno seguente la statua in stucco di Sant'Antonio, situata al centro della loggia e ormai deteriorata, fu sostituita con la terracotta di Giuseppe Carra raffigurante Sant'Antonio da Padova che adora il Bambino.[1]

Nel 1826 furono restaurati il pavimento e la fascia inferiore delle pareti interne, danneggiati dall'umidità da risalita.[1]

Nel 1875 furono effettuati per volontà del Comune di Soragna alcuni lavori sul timpano della facciata, ove fu inserito il grande orologio centrale.[1]

L'edificio fu nuovamente restaurato nel 1912, nel 1967 e soprattutto tra il 1999 e il 2009, interessando oltre alla chiesa anche le adiacenti sagrestia e canonica.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Loggia al centro della facciata

L'edificio si sviluppa su una lunga e stretta navata, con ingresso preceduto da portico a ovest verso la piazza e abside semicircolare all'estremità opposta.[3]

Il prospetto principale, dai tratti monumentali neoclassici, si eleva su un ampio esonartece a serliana con colonne tuscaniche, in continuità col più basso porticato della piazza; al primo livello si apre un'elegante loggia con quattro colonnine ioniche, maggiormente distanziate al centro, ove è posizionato il già citato gruppo statuario di Carra raffigurante Sant'Antonio; a coronamento della facciata si staglia un grande frontone triangolare con orologio centrale, mentre in sommità si innalzano una croce in ferro e due vasi laterali.[1]

L'aula, caratterizzata dai colori molto tenui, è riccamente ornata con le decorazioni a stucco di Giovanni Mercoli, che grazie al chiaroscuro creano un notevole effetto scenografico; lo scultore vi realizzò nel 1698 i gruppi di alte colonne binate con capitelli compositi, le due grandi cornici ovali dei dipinti sugli altari laterali, gli archi della volta a botte di copertura e l'alta cornice marcapiano; dello stesso autore sono anche le quattro sculture in stucco raffiguranti i Dottori della Chiesa, che ornano i pennacchi della piccola cupola semisferica a coronamento della navata.[1]

Gli oli sugli altari laterali, rappresentanti rispettivamente la Strage degli innocenti e la Madonna con santi, furono realizzati dal pittore Giovanni Bolla nel 1698.[3]

Il ricco altare maggiore in legno dorato con colonne tortili, intagliato da Giulio Seletti nel 1726,[3] ospita quattro candelieri scolpiti da Francesco Gaibazzi nel 1778;[4] sul retro, fra due porte laterali incorniciate da stucchi, sono collocati a semicerchio i sedili lignei del coro, realizzati nel 1734 da Giambattista Galli, autore anche dei confessionali, del portale d'accesso alla sagrestia, di un armadio intagliato e della cantoria barocca dipinta della controfacciata,[5] che ospita l'organo a sette registri di Giuseppe Dotti, risalente al 1701.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Oratorio di Sant'Antonio da Padova <Soragna>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 23 settembre 2016.
  2. ^ Ala centrale, su roccadisoragna.it. URL consultato il 23 settembre 2016.
  3. ^ a b c d Oratorio di Sant'Antonio da Padova, su parrocchiasacrafamigliasoragna.it. URL consultato il 23 settembre 2016.
  4. ^ Gaibazzi Francesco, su parmaelasuastoria.it. URL consultato il 30 marzo 2018.
  5. ^ Galli Giovanni Battista, su parmaelasuastoria.it. URL consultato il 30 marzo 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]