Narciso Riet

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Narciso Riet (Mülheim an der Ruhr, 30 settembre 1908Berlino, 1944) è stato un predicatore italiano con cittadinanza tedesca, appartenente ai Testimoni di Geova.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato e cresciuto in Germania da genitori friulani, conservò la nazionalità italiana. Durante la seconda guerra mondiale fu molto attivo come Testimone di Geova, collaborando per organizzare e coordinare l'opera clandestina dei Testimoni di Geova (messa al bando dal nazismo) in vari territori dove i nazisti erano al potere. Viaggiò molto in Italia, Germania, Austria e Cecoslovacchia, portando con sé articoli microfilmati de La Torre di Guardia, periodico biblico della congregazione, che venivano battuti poi a macchina e ciclostilati per la diffusione tra i Testimoni di Geova che operavano in totale clandestinità. Rifugiatosi in Italia nel 1943 per sfuggire all'arresto, si adoperò con altri Testimoni dalla sua residenza di Cernobbio (Como), per fornire pubblicazioni bibliche ai Testimoni dell'Italia centro-settentrionale. Scoperto e arrestato dalla Gestapo, fu ricondotto in Germania dove fu detenuto in vari luoghi fra cui Dachau e Berlin-Plotzensee.[1] Venne quindi processato ed accusato di essere "coordinatore per l'Italia" del movimento degli studenti biblici (I.B.V. ) meglio conosciuti come Testimoni di Geova nonché con la ridicola accusa secondo la quale con un ingiustificato odio politico le sue attività erano in «violazione delle leggi sulla sicurezza nazionale» per l'opera di propaganda compiuta antimilitarista (in realtà l'opera pacifica di predicazione ed evangelizzazione compiuta dai Testimoni di Geova che condannano decisamente, senza distinzione, ogni guerra, da qualsiasi parte nazionale venga dichiarata o sostenuta). Riconosciuto colpevole così come si legge nella sentenza della Corte popolare di giustizia, III Senato, ora negli Archivi Federali di Berlino[2] fu condannato a morte il 23 novembre 1944. Altri Testimoni di Geova internati, riferirono dopo la fine della guerra di averlo incontrato nel carcere berlinese di Plötzensee, da dove passò poi al braccio della morte del carcere di Brandeburgo. Secondo le testimonianze raccolte, alla fine del 1944 o all'inizio del 1945, fu tra i 90 prigionieri trasportati a Gardelegen (distretto di Magdeburgo) per essere fucilato. Da allora in poi si perde ogni traccia storica del Testimone di Geova italiano.[3]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

«I martiri hanno raggiunto il fondo delle sofferenze, noi abbiamo il debito verso di loro di andare fino al fondo della verità.»

Per commemorare le "Vittime delle violazioni dei Diritti Umani" è stato istituito, nel parco di Cernobbio (Como) Il "Luogo della Memoria". Fra le tante targhe quella intitolata a Narciso Riet sulla quale si può leggere: « In memoria di Narciso Riet "Testimone di Geova perseguitato per la sua fede" Nato in Germania da genitori friulani, conservò la cittadinanza italiana. Abbracciò la fede dei Testimoni di Geova, la cui attività era all'epoca proscritta. Nel 1943 si trasferì a Cernobbio a Piazza Santo Stefano. La sua casa divenne per qualche tempo il centro di coordinamento delle attività che gli allora pochi Testimoni italiani svolgevano clandestinamente. Scoperto dalla Gestapo e rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau e altrove, nel 1944 fu condannato a morte dalla corte popolare di Berlino. Fu tra le centinaia di Testimoni di Geova giustiziati per non aver sostenuto il regime nazista. (1908 - 1944 o 1945) »

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Matteo Pierro, Le Strade di Geova http://www.storico.org/geova; http://www.cristianitestimonidigeova.net/articolo.aspx?Articolo=779 Archiviato il 23 dicembre 2014 in Internet Archive.
  2. ^ Traduzione integrale dal tedesco della condanna a morte inflitta a Riet :http://www.triangoloviola.it/docriet.html
  3. ^ ANPI. Articolo di Patria Indipendente ripreso da Triangolo viola Copia archiviata, su triangoloviola.interfree.it. URL consultato il 23 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2004).
  4. ^ citazione in Patria Indipendente, periodico dell'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) del 23.07.2000, ripresa da Triangolo Viola per un articolo che citava il Testimone martire Narciso Riet Copia archiviata, su triangoloviola.interfree.it. URL consultato il 23 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2004).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]