Mario Bertini (militare)

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Mario Bertini
NascitaPistoia, 1915
MorteBrihuega, 14 marzo 1937
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaFanteria
CorpoCorpo Truppe Volontarie
RepartoII Gruppo Banderas
Anni di servizio19361937
GradoCapomanipolo medico
GuerreGuerra di Spagna
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Mario Bertini (Pistoia, 1915Brihuega, 14 marzo 1937) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra di Spagna.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Pistoia nel 1915, figlio di Giorgio.[2] Conseguita la laurea in medicina e chirurgia presso l'università di Pisa nel 1935, ottenne l'abilitazione alla professione specializzandosi nella cura di malattie nervose.[1] Nominato sottotenente medico di complemento del Regio Esercito, nell'ottobre 1936 fu destinato per il servizio di prima nomina all'ospedale militare a Livorno.[1] Passato a disposizione del Comando Generale della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale col grado di capomanipolo medico provvisorio per le esigenze in Africa Orientale nel dicembre dello stesso anno e confermato nel grado, partì per la Spagna l'11 gennaio 1937.[1] Durante la guerra civile rimase ferito gravemente nel combattimento a Brihuega il 14 marzo 1937, e morì lo stesso giorno nell'ospedale da campo n. 31 della Croce Rossa Spagnola.[1] Con Regio Decreto del 12 luglio 1940 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale Medico di battaglione, si distingueva nel combattimento di Puerto de Leon (Malaga), durante le soste a Torre del Mar e a Motril, per sprezzo del pericolo (rasentando talvolta la temerarietà) dimostrato nel soccorrere i feriti in prima linea, nonché sotto il bombardamento di aerei e la minaccia di tiratori isolati, in località notoriamente infestate da elementi ribelli. Si offriva spontaneamente Per partecipare alla ricognizione di Motril Per Torremevva sino a Cabo Sacratif. Nella battaglia di Guadalajara, venuto a conoscenza che il medico di un’altra Bandera, impegnata in un’eroica resistenza contro preponderanti forze nemiche, era stato gravemente contuso da un colpo di artiglieria, lasciava sul posto un caposquadra infermiere e si slanciava volontariamente in soccorso dei numerosi feriti, Pur sapendo che il solo tragitto costituiva gravissimo pericolo. Mentre attraversava una zona violentemente battuta da mitragliatrici e da cannoni di carri armati e stava per raggiungere il reparto nel più folto della mischia fermatosi per soccorrere una camicia nera ferita, veniva colpito a morte da una granata anticarro, che gli sfondava il polmone destro. Animato da forza sovrumana, si rialzava in un gesto di sfida verso il nemico, finché, stremato di forze, cadeva riverso sul compagno ferito. Moriva poco dopo dissanguato in seguito alla ferita riportata. Le sue ultime parole furono di fede e di incitamento, il suo ultimo pensiero alla Patria ed alla famiglia. Magnifico esempio di altissimo senso del dovere militare e professionale, spinto sino all’estremo sacrificio. Puerto de Leon-Malaga, 6 febbraio; Torre del Mar e Motril, 9-12 febbraio; Bosco di Brihuega, 14 marzo 1937.[3]»
— Regio Decreto del 12 luglio 1940.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sandro Attanasio, Gli italiani e la guerra di Spagna, Milano, Ugo Mursia Editore, 1974.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 218.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]