Mammografia ottica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Esempio di mappe delle concentrazioni dei componenti del seno ottenute tramite misure di mammografia ottica (vista cranio-caudale destra). La freccia blu indica la lesione. Hb sta per deossiemoglobina, HbO2 per ossiemoglobina, tHb per emoglobina totale.[1]

La mammografia ottica è un'emergente tecnica di imaging che consente, attraverso l'analisi spettrale, lo studio della composizione del seno, combinando in un unico strumento non invasivo la capacità di valutare il rischio di contrarre il cancro al seno,[2] di caratterizzare una lesione al seno,[3] di monitorare la terapia[4] e di prevederne l'esito.[5] Si tratta di un'applicazione dell'ottica diffusa, una branca della fisica che studia la propagazione della luce in mezzi fortemente diffusivi, per esempio i tessuti biologici, operando nella gamma spettrale del rosso e del vicino infrarosso, tra 600 e 1100 nm.[6]

Confronto con le tecniche di imaging convenzionali[modifica | modifica wikitesto]

Attualmente, le tecniche di imaging del seno più comuni sono la mammografia a raggi X, gli ultrasuoni, la risonanza magnetica e la tomografia a emissione di positroni (PET).

La mammografia a raggi X è la tecnica primaria per i programmi di screening, grazie alla sua elevata risoluzione spaziale[7] e alla breve durata della misurazione. Tuttavia, non è in grado di estrarre informazioni riguardo alla fisiologia della mammella,[8] è poco efficace nel caso di seni densi[9] e utilizza radiazioni ionizzanti.[10] Gli ultrasuoni, al contrario, non hanno effetti indesiderati e vengono utilizzati in particolare sulle donne giovani,[11] solitamente caratterizzate da un seno denso, ma l'interpretazione delle immagini dipende dall'esperienza dell'operatore. La risonanza magnetica mostra una buona correlazione con le dimensioni del tumore ed è ritenuta il metodo migliore per l'identificazione e la caratterizzazione delle lesioni.[12] Anche se i campi magnetici impiegati durante una risonanza non determinano alcun rischio per la salute, non è utilizzata come primo strumento investigativo a causa dei costi elevati e della lunga durata dell'esame.[13] Infine, la PET consente la valutazione precoce dei cambiamenti metabolici del tumore,[14] ma è molto costosa e richiede la somministrazione di un tracciante radioattivo. Per questo motivo, la sua applicazione non è raccomandata frequentemente.

Al contrario, la mammografia ottica è economica, efficiente anche sui seni densi ed è priva di qualsiasi effetto collaterale, tanto che può essere utilizzata per tracciare l'evoluzione delle condizioni della paziente quotidianamente. È anche in grado di caratterizzare il seno da un punto di vista fisiologico. Tuttavia, essendo ancora in fase di sviluppo, manca di standardizzazione nell'analisi dei dati tra i gruppi di ricerca che se ne occupano e soffre di una bassa risoluzione spaziale. Per questo motivo, viene suggerito un "approccio multimodale", in cui la mammografia ottica è complementare a un'altra tecnica convenzionale, in modo che anche la diagnosi sia complessivamente più efficace.[10][15]

Meccanismo fisico[modifica | modifica wikitesto]

Migrazione dei fotoni nei mezzi diffusivi[modifica | modifica wikitesto]

I tessuti biologici sono mezzi diffusivi, il che significa che l'attenuazione della luce durante la propagazione è dovuta non solo all'assorbimento, ma anche alla diffusione. Il primo fenomeno è legato alla composizione chimica del mezzo, mentre il secondo dipende dalle inomogeneità microscopiche del suo indice di rifrazione.[6] Il coefficiente di assorbimento rappresenta la probabilità per unità di lunghezza di un evento di assorbimento, mentre il coefficiente di scattering indica la probabilità per unità di lunghezza che si verifichi un evento di scattering.[16] Tuttavia, molti studi fanno riferimento al coefficiente di scattering ridotto piuttosto che al semplice coefficiente di scattering, con l'obiettivo di tenere conto dell'anisotropia del mezzo, rappresentata dal fattore , che è il coseno medio della deflessione angolare.

La propagazione della luce attraverso mezzi altamente diffusivi è tipicamente descritta attraverso l'approccio euristico della teoria del trasporto radiativo, affiancata dalla cosiddetta "approssimazione di diffusione": si assume che lo scattering sia isotropico e fortemente dominante sull'assorbimento. Ciò è abbastanza accurato, ad esempio, per il tessuto mammario, nell'intervallo spettrale del rosso e del vicino infrarosso (tra 600 e 1100 nm), noto anche come "finestra terapeutica". Considerando la finestra terapeutica, la luce può penetrare di alcuni centimetri nel tessuto, esplorando così il volume in esame. Questo è il motivo per cui la migrazione dei fotoni nei tessuti biologici è nota anche come "ottica diffusa".[6]

La relazione tra coefficiente di scattering ridotto e lunghezza d'onda () deriva dalla teoria di Mie:[17]

dove è la lunghezza d'onda di riferimento e ed sono legati rispettivamente alle dimensioni dei centri di scattering e alla loro densità.

Spettri di assorbimento sperimentali e normalizzati dei componenti del seno. Hb sta per deossiemoglobina, HbO2 per ossiemoglobina.[1]

Per quanto riguarda il coefficiente di assorbimento, la relazione con è mediata dal cosiddetto "coefficiente di estinzione" ,[18] che in combinazione con la legge di Lambert-Beer

dove è la concentrazione dell'i-esimo componente del seno. Misurando a diverse lunghezze d'onda, si possono quindi ricavare le concentrazioni dei componenti del seno.

Spettri di assorbimento dei componenti del seno[modifica | modifica wikitesto]

I principali componenti del tessuto mammario sono ossi e deossiemoglobina, acqua, lipidi e collagene.[1] In particolare, il collagene è stato riconosciuto come un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo del cancro al seno.[19]

Il sangue assorbe fortemente nella gamma spettrale rossa, mentre collagene, acqua e lipidi hanno picchi di assorbimento a lunghezze d'onda superiori a 900 nm. La distinzione tra ossi e desossiemoglobina è legata alla presenza di un secondo picco nel caso dell'ossiemoglobina. I lipidi sono caratterizzati da massimi di assorbimento a 930 nm e 1040 nm, mentre la lunghezza d'onda 975 nm è sensibile all'acqua. Infine, un picco di assorbimento per il collagene si verifica a 1030 nm.[1][16]

Possibili implementazioni[modifica | modifica wikitesto]

La mammografia ottica può essere implementata sfruttando tre diversi approcci: dominio del tempo,[20] dominio delle frequenze[21] e onda continua.[22] Inoltre, esistono due geometrie principali per eseguire una misura ottica:

  • Riflettanza: l'iniezione e la raccolta dei fotoni avvengono sullo stesso lato del seno. La donna è generalmente prona o piegata in avanti e posiziona il seno su un supporto dotato di un foro in cui si trovano sorgenti e detettore.[23] Altri sistemi richiedono invece che la donna giaccia supina e la misura viene eseguita con una sonda manuale.[24]
  • Trasmittanza: l'iniezione e la raccolta dei fotoni avvengono sui lati opposti del seno. Il seno è generalmente compresso tra piatti piani e paralleli.[25][26]

Qualunque sia l'approccio scelto, ogni mammografo ottico deve comprendere alcuni elementi essenziali: sorgenti laser, un rivelatore, un elaboratore di segnali.

L'uso di più sorgenti laser consente di studiare le concentrazioni dei componenti del seno di interesse, selezionando alcune lunghezze d'onda specifiche. I rivelatori sono generalmente tubi fotomoltiplicatori[23] o fotodiodi a valanga[27]. Infine, il segnale potrebbe essere elaborato da un dispositivo per il conteggio di singoli fotoni correlati nel tempo[28] nel caso di un mammografo ottico che lavora nel dominio del tempo,[25] o un filtro per la modulazione della frequenza nel caso in cui il mammografo ottico lavori nel dominio delle frequenze.[29]

In base al numero e alla posizione delle sorgenti e dei rivelatori, un mammografo ottico può produrre mappe bidimensionali o tridimensionali delle componenti del seno.

Dominio del tempo[modifica | modifica wikitesto]

Nel caso di misure nel dominio temporale, brevi impulsi luminosi dell'ordine di centinaia di picosecondi vengono inviati al seno e le sue proprietà ottiche vengono ricostruite a partire dalle caratteristiche degli impulsi riemessi, che risultano ritardati, allargati e attenuati rispetto al corrispondente impulso di ingresso.[25][30] Il conteggio dei singoli fotoni correlati nel tempo è fondamentale per gestire la piccola ampiezza del segnale in uscita.[28]

Dominio delle frequenze[modifica | modifica wikitesto]

Nel caso di misure nel dominio delle frequenze, un segnale modulato in intensità viene iniettato nel seno e le sue proprietà ottiche vengono dedotte dal defasamento e dalla demodulazione del segnale di output rispetto a quello di input. La misura viene ripetuta per diversi valori di modulazione della frequenza.[29][31]

Onda continua[modifica | modifica wikitesto]

Nel caso di misure ad onda continua, la sorgente luminosa è appunto un laser ad onda continua, pertanto la separazione dei contributi di assorbimento e diffusione con una singola misura è impraticabile. Una possibile soluzione è effettuare misure a diverse distanze sorgente-detettore. In generale, l'approccio ad onda continua è combinato con quello del dominio delle frequenze, per unire e rafforzare i vantaggi di entrambi.[27]

Potenziali applicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Valutazione del rischio di contrarre il cancro al seno[modifica | modifica wikitesto]

Un seno più denso ha maggiori probabilità di sviluppare il cancro al seno.[19] Un seno denso è caratterizzato da una quantità significativa di tessuto fibroso, relativamente a quello adiposo. I principali costituenti di un tessuto fibroso sono l'acqua, il collagene e l'emoglobina e la mammografia ottica è in grado di discriminare e quantificare i componenti del tessuto del seno. Pertanto, misurando le concentrazioni dei componenti del seno, la mammografia ottica potrebbe valutare il rischio di contrarre il cancro al seno.[2][32][33]

Caratterizzazione della lesione[modifica | modifica wikitesto]

I tumori sono generalmente composti di tessuto fibroso e potrebbero essere riconosciuti nelle mappe dei componenti come punti locali con concentrazioni più elevate di acqua, collagene ed emoglobina rispetto al tessuto circostante sano, prevalentemente adiposo. Gli studi dimostrano che la variazione di concentrazione rispetto al tessuto sano è statisticamente più marcata nel caso di tumori maligni rispetto a quelli benigni. Inoltre, il coefficiente di scattering è generalmente più elevato per le lesioni benigne. Tali distinzioni suggeriscono che la mammografia ottica potrebbe essere utilizzata per caratterizzare le lesioni al seno.[34][35][36][37]

Monitoraggio della terapia e predizione dell'esito della terapia[modifica | modifica wikitesto]

La gestione del cancro al seno dipende dalle caratteristiche del tumore e dalle condizioni della paziente. Una delle possibili strategie è la somministrazione della terapia neoadiuvante, il cui obiettivo è ridurre le dimensioni del tumore prima dell'intervento chirurgico. Gli studi dimostrano che se la terapia è efficace, i contenuti di acqua, collagene ed emoglobina della lesione mostrano un comportamento decrescente nel tempo, il che suggerisce che il tessuto inizialmente fibroso acquisisce caratteristiche simili a quello adiposo.[4][38] Misure ottiche in corrispondenza delle sessioni di terapia neoadiuvante potrebbero seguirne l'evoluzione, valutando quindi la risposta della paziente ad essa. Inoltre, si ritiene che l'efficacia della terapia possa essere prevista anche il primo giorno di trattamento sulla base delle concentrazioni iniziali dei componenti del seno.[5][39]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Paola Taroni, Anna Maria Paganoni e Francesca Ieva, Non-invasive optical estimate of tissue composition to differentiate malignant from benign breast lesions: A pilot study, in Scientific Reports, vol. 7, n. 1, 16 January 2017, DOI:10.1038/srep40683.
  2. ^ a b Paola Taroni, Antonio Pifferi e Giovanna Quarto, Noninvasive assessment of breast cancer risk using time-resolved diffuse optical spectroscopy, in Journal of Biomedical Optics, vol. 15, n. 6, 2010, p. 060501, DOI:10.1117/1.3506043.
  3. ^ Giovanna Quarto, Lorenzo Spinelli e Antonio Pifferi, Estimate of tissue composition in malignant and benign breast lesions by time-domain optical mammography, in Biomedical Optics Express, vol. 5, n. 10, 18 September 2014, p. 3684, DOI:10.1364/BOE.5.003684.
  4. ^ a b Shudong Jiang, Brian W. Pogue e Colin M. Carpenter, Evaluation of Breast Tumor Response to Neoadjuvant Chemotherapy with Tomographic Diffuse Optical Spectroscopy: Case Studies of Tumor Region-of-Interest Changes, in Radiology, vol. 252, n. 2, August 2009, pp. 551-560, DOI:10.1148/radiol.2522081202.
  5. ^ a b A. Cerussi, D. Hsiang e N. Shah, Predicting response to breast cancer neoadjuvant chemotherapy using diffuse optical spectroscopy, in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 104, n. 10, 28 February 2007, pp. 4014-4019, DOI:10.1073/pnas.0611058104.
  6. ^ a b c Fabrizio Martelli, Samuele Del Bianco e Andrea Ismaelli, Light propagation through biological tissue and other diffusive media : theory, solutions, and software, SPIE, ISBN 9780819476586.
  7. ^ Kai Yang, Alexander L. C. Kwan e John M. Boone, Computer modeling of the spatial resolution properties of a dedicated breast CT system, in Medical Physics, vol. 34, 6Part1, 15 May 2007, pp. 2059-2069, DOI:10.1118/1.2737263.
  8. ^ Katarzyna Dobruch-Sobczak, Hanna Piotrzkowska-Wróblewska e Ziemowit Klimoda, Monitoring the response to neoadjuvant chemotherapy in patients with breast cancer using ultrasound scattering coefficient: A preliminary report, in Journal of Ultrasonography, vol. 19, n. 77, 28 June 2019, pp. 89-97, DOI:10.15557/JoU.2019.0013.
  9. ^ Eliot Marshall, Brawling Over Mammography, in Science, vol. 327, n. 5968, 18 February 2010, pp. 936-938, DOI:10.1126/science.327.5968.936.
  10. ^ a b Dirk Grosenick, Herbert Rinneberg e Rinaldo Cubeddu, Review of optical breast imaging and spectroscopy, in Journal of Biomedical Optics, vol. 21, n. 9, 11 July 2016, p. 091311, DOI:10.1117/1.JBO.21.9.091311.
  11. ^ Stuart S. Kaplan, Clinical Utility of Bilateral Whole-Breast US in the Evaluation of Women with Dense Breast Tissue, in Radiology, vol. 221, n. 3, December 2001, pp. 641-649, DOI:10.1148/radiol.2213010364.
  12. ^ Nola Hylton, Magnetic Resonance Imaging of the Breast: Opportunities to Improve Breast Cancer Management, in Journal of Clinical Oncology, vol. 23, n. 8, 10 March 2005, pp. 1678-1684, DOI:10.1200/JCO.2005.12.002.
  13. ^ S.J. Lord, W. Lei e P. Craft, A systematic review of the effectiveness of magnetic resonance imaging (MRI) as an addition to mammography and ultrasound in screening young women at high risk of breast cancer, in European Journal of Cancer, vol. 43, n. 13, September 2007, pp. 1905-1917, DOI:10.1016/j.ejca.2007.06.007.
  14. ^ François Bénard e Éric Turcotte, Imaging in breast cancer: Single-photon computed tomography and positron-emission tomography, in Breast Cancer Research, vol. 7, n. 4, 12 May 2005, DOI:10.1186/bcr1201.
  15. ^ Paola Taroni, Diffuse optical imaging and spectroscopy of the breast: A brief outline of history and perspectives, in Photochem. Photobiol. Sci., vol. 11, n. 2, 2012, pp. 241-250, DOI:10.1039/c1pp05230f.
  16. ^ a b Steven L Jacques, Optical properties of biological tissues: a review, in Physics in Medicine and Biology, vol. 58, n. 11, 7 June 2013, pp. R37–R61, DOI:10.1088/0031-9155/58/11/R37.
  17. ^ Xin Wang, Brian W. Pogue e Shudong Jiang, Approximation of Mie scattering parameters in near-infrared tomography of normal breast tissue in vivo, in Journal of Biomedical Optics, vol. 10, n. 5, 2005, p. 051704, DOI:10.1117/1.2098607.
  18. ^ Paola Taroni, Giovanna Quarto e Antonio Pifferi, Breast Tissue Composition and Its Dependence on Demographic Risk Factors for Breast Cancer: Non-Invasive Assessment by Time Domain Diffuse Optical Spectroscopy, in PLOS ONE, vol. 10, n. 6, 1º June 2015, pp. e0128941, DOI:10.1371/journal.pone.0128941.
  19. ^ a b Paolo P Provenzano, David R Inman e Kevin W Eliceiri, Collagen density promotes mammary tumor initiation and progression, in BMC Medicine, vol. 6, n. 1, 28 April 2008, DOI:10.1186/1741-7015-6-11.
  20. ^ Paola Taroni, Antonio Pifferi e Alessandro Torricelli, In vivo absorption and scattering spectroscopy of biological tissues, in Photochemical & Photobiological Sciences, vol. 2, n. 2, 2003, p. 124, DOI:10.1039/B209651J.
  21. ^ T. Durduran, R. Choe e J. P. Culver, Bulk optical properties of healthy female breast tissue, in Physics in Medicine and Biology, vol. 47, n. 16, 21 August 2002, pp. 2847-2861, DOI:10.1088/0031-9155/47/16/302.
  22. ^ Stephen J. Matcher, Signal Quantification and Localization in Tissue Near-Infrared Spectroscopy, 25 October 2016, pp. 585-687, DOI:10.1117/3.2219603.ch9.
  23. ^ a b Huabei Jiang, Nicusor V. Iftimia e Yong Xu, Near-Infrared Optical Imaging of the Breast with Model-Based Reconstruction, in Academic Radiology, vol. 9, n. 2, February 2002, pp. 186-194, DOI:10.1016/s1076-6332(03)80169-1.
  24. ^ Ronald X Xu, Donn C Young e Jimmy J Mao, A prospective pilot clinical trial evaluating the utility of a dynamic near-infrared imaging device for characterizing suspicious breast lesions, in Breast Cancer Research, vol. 9, n. 6, 18 December 2007, DOI:10.1186/bcr1837.
  25. ^ a b c Edoardo Ferocino, Edoardo Martinenghi e Alberto Dalla Mora, High throughput detection chain for time domain optical mammography, in Biomedical Optics Express, vol. 9, n. 2, 23 January 2018, p. 755, DOI:10.1364/BOE.9.000755.
  26. ^ Louise C. Enfield, Adam P. Gibson e Nicholas L. Everdell, Three-dimensional time-resolved optical mammography of the uncompressed breast, in Applied Optics, vol. 46, n. 17, 18 May 2007, p. 3628, DOI:10.1364/AO.46.003628.
  27. ^ a b Frédéric Bevilacqua, Andrew J. Berger e Albert E. Cerussi, Broadband absorption spectroscopy in turbid media by combined frequency-domain and steady-state methods, in Applied Optics, vol. 39, n. 34, 1º December 2000, p. 6498, DOI:10.1364/AO.39.006498.
  28. ^ a b Wolfgang Becker, Axel Bergmann e Giovanni Luca Biscotti, Advanced time-correlated single photon counting techniques for spectroscopy and imaging in biomedical systems, International Society for Optics and Photonics, 2004, pp. 104-112.
  29. ^ a b B. Chance, C. E. Cooper e D. T. Delpy, Non–invasive measurements of breast tissue optical properties using frequency–domain photon migration, in Philosophical Transactions of the Royal Society of London. Series B: Biological Sciences, vol. 352, n. 1354, 29 June 1997, pp. 661-668, DOI:10.1098/rstb.1997.0047.
  30. ^ Dirk Grosenick, Heidrun Wabnitz e Herbert H. Rinneberg, Development of a time-domain optical mammograph and first in vivo applications, in Applied Optics, vol. 38, n. 13, 1º May 1999, p. 2927, DOI:10.1364/AO.38.002927.
  31. ^ KT Moesta, S Fantini e H Jess, Contrast features of breast cancer in frequency-domain laser scanning mammography., in Journal of biomedical optics, vol. 3, n. 2, April 1998, pp. 129-36, DOI:10.1117/1.429869, PMID 23015049.
  32. ^ Michelle K. Simick, Roberta Jong e Brian Wilson, Non-ionizing near-infrared radiation transillumination spectroscopy for breast tissue density and assessment of breast cancer risk, in Journal of Biomedical Optics, vol. 9, n. 4, 2004, p. 794, DOI:10.1117/1.1758269.
  33. ^ Kristina M. Blackmore, Julia A. Knight e Jane Walter, The Association between Breast Tissue Optical Content and Mammographic Density in Pre- and Post-Menopausal Women, in PLOS ONE, vol. 10, n. 1, 15 January 2015, pp. e0115851, DOI:10.1371/journal.pone.0115851.
  34. ^ Daniel Richard Leff, Oliver J. Warren e Louise C. Enfield, Diffuse optical imaging of the healthy and diseased breast: A systematic review, in Breast Cancer Research and Treatment, vol. 108, n. 1, 28 April 2007, pp. 9-22, DOI:10.1007/s10549-007-9582-z.
  35. ^ Dirk Grosenick, K Thomas Moesta e Michael Möller, Time-domain scanning optical mammography: I. Recording and assessment of mammograms of 154 patients, in Physics in Medicine and Biology, vol. 50, n. 11, 7 June 2005, pp. 2429-2449, DOI:10.1088/0031-9155/50/11/001.
  36. ^ Regine Choe, Soren D. Konecky e Alper Corlu, Differentiation of benign and malignant breast tumors by in-vivo three-dimensional parallel-plate diffuse optical tomography, in Journal of Biomedical Optics, vol. 14, n. 2, 2009, p. 024020, DOI:10.1117/1.3103325.
  37. ^ Quing Zhu, Edward B. Cronin e Allen A. Currier, Benign versus Malignant Breast Masses: Optical Differentiation with US-guided Optical Imaging Reconstruction, in Radiology, vol. 237, n. 1, October 2005, pp. 57-66, DOI:10.1148/radiol.2371041236.
  38. ^ H. Soliman, A. Gunasekara e M. Rycroft, Functional Imaging Using Diffuse Optical Spectroscopy of Neoadjuvant Chemotherapy Response in Women with Locally Advanced Breast Cancer, in Clinical Cancer Research, vol. 16, n. 9, 20 April 2010, pp. 2605-2614, DOI:10.1158/1078-0432.CCR-09-1510.
  39. ^ D. Roblyer, S. Ueda e A. Cerussi, Optical imaging of breast cancer oxyhemoglobin flare correlates with neoadjuvant chemotherapy response one day after starting treatment, in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 108, n. 35, 18 August 2011, pp. 14626-14631, DOI:10.1073/pnas.1013103108.