La fidanzata di Belus

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
La fidanzata di Belus
AutoreHenri-Paul Motte
Data1885
Tecnicaolio su tela
Dimensioni178×122 cm
UbicazioneMuseo d'Orsay, Parigi

La fidanzata di Belus (La Fiancée de Bélus) è un dipinto dell'artista francese Henri-Paul Motte, del 1885. Nel 2013, il quadro fu acquistato dal museo d'Orsay di Parigi, dove è conservato attualmente.[1][2] In precedenza si trovava nella galleria Vincent Lecuyer, vicino il museo d'Orsay, e venne esposta alla Brafa di Bruxelles e alla PAD di Parigi.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il dipinto si basa su un rituale babilonese di fantasia associato al dio Bēl, noto in latino come Belus.[1] Secondo questo rituale, a Bel veniva offerta una giovane che si sedeva sulle ginocchia della sua statua, durante la notte, per poi essere sostituita da un'altra, e tutte queste fanciulle erano come delle vincitrici di un concorso di bellezza.[3][4] Motte dipinse questa tela basandosi su una frase che lui attribuiva allo storico greco Erodoto,[1] ma in seguito si scoprì che la citazione da lui ripresa era stata inventata.[3] Perciò, non si hanno vere attestazioni di questa pratica nel mondo babilonese.

L'opera è ambientata all'interno di tempio babilonese immerso nell'oscurità: al centro si trova una statua colossale del dio Bel, raffigurato in trono e con uno scettro in mano; ai suoi piedi si trovano due leoni, uno dei quali guarda lo spettatore; sullo sfondo, delle figure dalle vesti rosse, forse dei sacerdoti, escono dal santuario salendo delle scale, accompagnando una figura muliebre vestita di bianco. Il quadro è dipinto con dei colori scuri che gli danno un'atmosfera cupa, eccetto per la figura al centro, che viene risaltata maggiormente grazie a questo contrasto: si tratta della fanciulla che è stata scelta come "fidanzata" o "sposa" per il dio e che si trova su un cuscino dorato poggiato sulle ginocchia del colosso. Questa giovane ignuda sembra rannicchiarsi con ansia e rivolge gli occhi al cielo.[5] È probabile che la figura vestita di bianco sullo sfondo sia la "sposa" precedente che ha finito il suo "turno".

La fidanzata di Belus è dipinto in uno stile accademico sovradimensionato[3] e presenta Babilonia come una civiltà misteriosa basata sul culto di idoli imponenti.[6] Per ricreare l'interno del tempio babilonese, Motte copiò quello di un tempio greco di Olimpia, mentre la scultura è ispirata ai lamassù, anche se in quel caso si tratta di tori alati con una testa umana.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (FR) Stéphanie Broisat, Deux curieux tableaux entrent au musée d’Orsay, su Beaux Arts. URL consultato il 27 settembre 2023.
  2. ^ (FR) La Fiancée de Bélus - Henri Paul Motte | Musée d'Orsay, su www.musee-orsay.fr. URL consultato il 27 settembre 2023.
  3. ^ a b c d e (EN) Musee D'Orsay Curator Tackles the Ultimate Taboo: Academic Art | BLOUIN ARTINFO, su web.archive.org, 23 dicembre 2017. URL consultato il 27 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2017).
  4. ^ (FR) Explication des peintures, sculptures et autres ouvrages, Veuve Hérissany, 1885. URL consultato il 27 settembre 2023.
  5. ^ (NL) Merlijn Schoonenboom, De nimf en de bunny: de wonderbaarlijke reis van een schilderij van kunst naar kitsch en weer terug, Atlas Contact, Uitgeverij, 3 novembre 2015, ISBN 978-90-450-2725-8. URL consultato il 27 settembre 2023.
  6. ^ (EN) Ariane Thomas e Timothy Potts, Mesopotamia: Civilization Begins, Getty Publications, 2020, ISBN 978-1-60606-649-2. URL consultato il 27 settembre 2023.
  Portale Pittura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di pittura