Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio

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Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio
Eidgenössische Forschungsanstalt für Wald, Schnee und Landschaft
Institut fédéral de recherches sur la forêt, la neige et le paysage
AbbreviazioneWFL
Tipoistituto di ricerca federale
Fondazione1885
Scopofornire la base per una politica ambientale sostenibile in Svizzera
Sede centraleBandiera della Svizzera Birmensdorf
Altre sediLosanna, Bellinzona, Davos, Sion
Lingue ufficialitedesco, inglese, francese, italiano
Membri500 (2020)
[www.wsl.ch/it/index.html Sito web]

L'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL, in tedesco: Eidgenössische Forschungsanstalt für Wald, Schnee und Landschaft; in francese: Institut fédéral de recherches sur la forêt, la neige et le paysage; in inglese: Swiss Federal Institute for Forest, Snow and Landscape Research) è uno dei quattro istituti di ricerca federali che appartiene al Settore dei Politecnici Federali, finanziato con un budget quadriennale del Consiglio federale svizzero.

Al 2020, l'istituto impiega 500 persone. Il sito istituzionale è disponibile in inglese, francese, tedesco e italiano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il WSL fu fondato nel 1885 col nome di Schweizerische Centralanstalt für das forstliche Versuchswesen ("Istituto centrale svizzero di ricerca forestale") e nel 1933 fu ribattezzato idgenössische Anstalt für das forstliche Versuchswesen (EAFV) ("Istituto federale svizzero di ricerca forestale").

Secondo il sito istituzionale:

«Il WSL è sempre stato attivo su tutto il territorio della Svizzera. Già nel 1888 vennero allestite aree sperimentali in boschi di ogni regione del paese allo scopo di meglio conoscere le potenzialità di sfruttamento del legname. Oggi il WSL gestisce oltre seimila aree di studio. Tra queste vi sono grossi impianti sperimentali per l’osservazione di cadute massi o di colate detritiche, esperimenti sugli effetti a livello forestale dei mutamenti climatici e studi sulla rigenerazione dei siti colpiti da eventi naturali come tempeste o incendi.»

Oltre alla sede centrale di Birmensdorf e al centro per la ricerca sulla neve e sulle valanghe SLF di Davos, nel 1991 il WSL furono aperte anche due succursali a Losanna e Bellinzona, alle quali nel '96 si affiancò quella di Sion.

Attività di ricerca[modifica | modifica wikitesto]

Il WSL gestisce il laboratorio più grande del mondo per lo studio della dendrocronologia.[2] Al suo interno vengono compilate la tabelle di datazione degli anelli degli alberi, la cui velocità di crescita varia in funzione della specie e dell'area geografica.

Laddove mancano degli anelli provenienti da specie viventi o fossili, la datazione viene ricostruita indirettamente tramite manufatti derivati da tali materialia patto che forma e dimensioni degli anelli consentano di determinare ragionevolmente l'appartenenza del legno lavorato alla medesima specie. In base a questi strumenti scientifici, il gruppo di ricercatori ha esaminato un bosco subfossile nell'area di Zurigo-Wiedikon, dichiarando nell'aprile 2013 di aver identificato 200 ceppi fatti risalire a 2.000 anni fa e, in particolare, di alcuni esemplari attribuiti all'anno 14.000 che sarebbero «i primi alberi di cui è provata la migrazione dal Mediterraneo dopo l'ultima era glaciale... Tali resti sono unici al mondo».[2][3]

Un altro progetto di ricerca internazionale è l'UE CARBO-Extreme sugli effetti di eventi meteorologici estremi sugli ecosistemi terrestri è stato in grado di dimostrare che la capacità di stoccaggio dell'anidride carbonica diminuisce drasticamente a causa del riscaldamento globale. Le foreste, in particolare, sono indebolite a lungo termine dagli incendi boschivi e da altri danni dopo periodi di siccità, che contribuiscono nuovamente ad aumentare i gas a effetto serra.[4][5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chi siamo
  2. ^ a b Subfossiler Wald in Zürich entdeckt, 18 giugno 2013
  3. ^ Tages-Anzeiger, Helène Arnet: Der älteste Wald der Welt, 21 maggio 2013.
  4. ^ (DE) Wetterextreme heizen Klimawandel an – CARBO-Extreme-Projekt, su planeterde.de. URL consultato il 12 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  5. ^ Markus Reichstein, David Frank u. a.: Wetterextreme heizen Klimawandel an – "Climate extremes and the carbon cycle", Istituto di Biogeochimica "Max-Planck" di Jena, 14 agosto 2013.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN130233334 · ISNI (EN0000 0001 2259 5533 · LCCN (ENno92020941 · GND (DE5012392-0 · J9U (ENHE987007412868305171 · WorldCat Identities (ENlccn-no92020941