Istituto delle Suore di Badia

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Coordinate: 43°45′21.14″N 11°17′57.45″E / 43.755873°N 11.299293°E43.755873; 11.299293
La chiesa delle suore di Badia

L'Istituto delle Suore di Badia (Istituto delle Suore della Provvidenza e dell'Immacolata Concezione) è un edificio religioso di Firenze, situato in piazza di Badia a Ripoli 3. Comprende quello che resta del monastero dell'abbazia di San Bartolomeo a Ripoli ed ha una propria chiesa neogotica, dedicata al Sacro Cuore.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le Suore della Provvidenza arrivarono a Firenze nel 1866, dove acquistarono i locali già del monastero di San Bartolomeo a Ripoli, soppresso in epoca napolenica nel 1808. Vi venne fondato un educandato femminile che fu tra i più prestigiosi di Firenze. Dopo aver restaurato i locali danneggiati anche da un terremoto, tra il 1896 e il 1897 le suore fecero costruire una nuova cappella su progetto dell'architetto Bartolozzi e dell'ingegner Picchioni.

L'Istituto, che ha ospitato una scuola materna, elementare, media e un liceo classico con internato, oggi si occupa di assistenza agli anziani. Delle istituzioni scolastiche restano oggi solo la scuola materna ed elementare, intitolate al "Milite Ignoto" e gestite da una cooperativa di matrice religiosa.

L'interno della chiesa

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si accede al complesso dal giardino, unico resto degli antichi orti dell'abbazia. La struttura dell'Istituto si affaccia sui resti del chiostro trecentesco (molto rimaneggiato) e su un cortile di dimensioni maggiori, un tempo fulcro della scuola.

La chiesa[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa è in stile neogotico e presenta una pianta a tre navate separate da pilastri poligonali e coperte con volte a crociera; sulla cantoria in controfacciata si trova l'organo a canne Agati-Tronci opus 1187 costruito nel 1898, dotato di 9 registri e integro nelle sue caratteristiche originarie; lo strumento venne suonato negli anni 1940 anche dal musicista don Lorenzo Perosi, che abitava in una vicina villa a Sorgane.

L'altare maggiore e quelli laterali sono decorati da tavole neomedievali a fondo oro, opera di un monaco camaldolese chiamato Don Gallo (1948). Gli affreschi dell'abside sono invece di una suora belga, Marguerite Scanderley (1901), e del pittore Carlo Scarselli.

Le vetrate policrome sono databili alla fine dell'Ottocento: tra di esse una è datata e firmata G. Rossi 1898, mentre quelle del coro sono di Ulisse De Matteis.

Refettorio[modifica | modifica wikitesto]

Le Nozze di Cana di Bernardino Poccetti

L'antico refettorio dei vallombrosani è preceduto da un'anticamera, già denominata "stanza del lavabo", in cui resta un affresco del primo Seicento con San Giovanni Gualberto davanti al crocifisso. Il refettorio vero e proprio, coperto da volte, è decorato da dodici ovali con santi e beati dell'Ordine vallombrosano, di mano settecentesca, mentre la parete di fondo è dominata dal grande affresco delle Nozze di Cana, capolavoro dell'ultima fase di Bernardino Poccetti (1604). Opera firmata e datata, comprende probabilmente anche un autoritratto dell'artista nella figura del servitore col gatto all'estremità sinistra.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bettino Gerini, Vivere Firenze... Il Quartiere 3, edizioni Aster Italia, 2005.

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