Isabeau

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Isabeau
libretto originale dell'opera
Lingua originaleitaliano
GenereLeggenda drammatica
MusicaPietro Mascagni
LibrettoLuigi Illica
Fonti letterarieLady Godiva di Alfred Tennyson
Attitre
Epoca di composizione1908 - 1911
Prima rappr.2 giugno 1911
TeatroTeatro Coliseo di Buenos Aires
Prima rappr. italiana20 gennaio 1912
TeatroTeatro La Fenice Venezia
Personaggi

autografo = Archivio Ricordi, Milano

Isabeau è una leggenda drammatica o opera in tre atti del compositore Pietro Mascagni (1911), su libretto di Luigi Illica. Mascagni diresse la prima il 2 giugno 1911 al Teatro Coliseo di Buenos Aires.[1] Si tratta di una rivisitazione della leggenda medievale inglese di Lady Godiva di Alfred Tennyson, come Mascagni descrisse in una intervista: «ritorno al romanticismo che ispirò così tanto l'opera italiana.»[2]

Ruoli[modifica | modifica wikitesto]

Italo Cristalli interprete di Folco in Isabeau (1911)
Personaggio Voce Cast prima, 2 giugno 1911

(Direttore: Mascagni)

Re Raimondo basso Carlo Galeffi
Isabeau, sua figlia soprano Maria Farneti
Cornelius, ministro del re baritono Giuseppe La Puma
Folco, un falconiere tenore Antonio Saludas
Ermyntrude soprano Olga Simzis
Ermyngarde soprano Amalia Columbo
Giglietta soprano Maria Pozzi
il cavalier Faidit baritono Teofilo Dentale
l'araldo maggiore basso Filippo Biancofiore

Genesi e fortuna dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1908 Mascagni accettò con grande entusiasmo il soggetto di ambientazione medievale proposto da Illica e si accinse a compiere un lavoro lungo e accurato perché voleva che Isabeau rappresentasse l'esatta estrinsecazione del melodramma moderno, che avrebbe costituito una novità, distanziandosi, come egli stesso scrisse in una lettera al librettista, «da tutti i Debussy e gli Strauss di questo mondo».[3]

Nella travagliata gestazione di quest'opera emerge anche il rapporto tra il compositore e il librettista: una forte unione caratterizzata da un percorso travagliato e non lineare e da visioni differenti all'interno della stessa opera che portano però a risultati condivisi da entrambi.

Isabeau non è un'opera realista, ma è collocata in una città immaginaria pervasa da un tempo da favola e non si articola in pezzi chiusi ma in lunghi declamati. In Isabeau l'orchestra assume un ruolo più importante rispetto alle altre opere dell'autore e si assiste ad una sua più analitica compenetrazione con la voce.

Fu rappresentata la prima volta in Sud America durante una tournée di Mascagni, il debutto ebbe luogo al Teatro Coliseo di Buenos Aires, poi fu proposta a Rosario, Rio, Sao Paolo e Montivideo[4] il 2 giugno 1911 e la prima italiana fu allestita e diretta da Mascagni stesso al Teatro La Fenice di Venezia il 20 gennaio 1912 con Maria Llacer e Italo Cristalli, tra gli interpreti[5], quest'ultimo si contese il ruolo Folco con Bernardo De Muro, che divenne poi il principale interprete del personaggio[6].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La prima pagina del libretto illustra così l'epoca nella quale si svolge la vicenda:

«A' bei dì lontani quando la Leggenda correva il mondo, quando, al caldo soffio di una primavera di idealità, su da tutte le terre pullulava il fiore della Fantasia e sbocciava l'Eroe o l'Eroina, giù nei tuguri o su in alto nelle aurate Reggie, tra i figli della gleba e del bosco o tra le bionde pulzelle incoronate: Poesia di Popolo e Poesia di Re»[7]

Re Raimondo cerca un marito per la bella e pura figlia Isabeau organizzando un torneo, ma ella non vuole scegliere nessuno. Quando il re la costringe a girare nuda per la città, la gente rifiuta di guardarla in segno di rispetto e chiede al re l'emanazione di un editto di condanna alla cecità a chiunque osi guardarla. Ignaro del decreto, il falconiere Folco guarda casualmente Isabeau durante il suo giro e viene arrestato. Quando Isabeau lo visita in carcere, si innamora di lui e implora il padre di perdonarlo. Tuttavia, il ministro del re esalta le passioni del popolo che salgono dalla folla e uccide Folco. Isabeau, distrutta dal dolore, si suicida accanto all'amato.[2][1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) John Warrack e Ewan West, Isabeau, in The Concise Oxford Dictionary of Opera, Oxford University Press, USA, 7 marzo 1996, ISBN 978-0-19-280028-2. URL consultato l'11 giugno 2022.
  2. ^ a b (EN) Michele Girardi, Isabeau, su Grove Music Online, 1º dicembre 1992. URL consultato l'11 giugno 2022.
  3. ^ Pietro Gelli, Dizionario dell'opera, Baldini Castoldi Dalai editore, 2008, p. 671.
  4. ^ Susanna Salgado, The Teatro Solís: 150 Years of Opera, Concert and Ballet in Montevideo, Middletown, Connecticut, Wesleyan University Press, 2003, p. 133.
  5. ^ Archivio storico Teatro La Fenice, su archiviostoricolafenice.org.
  6. ^ Bernardo De Muro, Quando ero Folco, consigli agli studenti, Milano, Gastaldi, 1955.
  7. ^ Indicazione riportata sulla prima pagina del libretto.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fulvio Venturi. Isabeau - Una donna di molte estati fa, Debatte Editore, 2011, ISBN 9-788862-97-1034
  • Pietro Gelli, Dizionario dell'opera, Nuova Edizione, Baldini Castoldi Dalai editore, 2008, pp. 670-671.
  • Dizionario della musica e dei musicisti, collana I titoli e i personaggi, II, Utet, p. 159.
  • Guglielmo Barblan e Alberto Basso, Storia dell'opera, a cura di Guglielmo Barblan, Giovanni Carlo-Ballola, Carlo Mosso, Carlo Parmentola, Giorgio Pestelli, Guido Salvetti, Vol. Primo, L'opera in Italia, tomo secondo, Utet, 1977, pp. 560-561.

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