Insediamento protostorico di Lignan

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Insediamento protostorico di Lignan
Castelliere di Saint-Barthélémy
Il castelliere superiore.
Civiltàpreromana
Utilizzoabitativo, difensivo, religioso
Epocaprotostorica
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneNus
Altitudinecastelliere superiore: 1 575 m s.l.m.; castelliere inferiore: 1 546 m s.l.m.
Scavi
Data scoperta1969
ArcheologoRosanna Mollo e Franco Mezzena
Amministrazione
Visitabile
Sito webwww.regione.vda.it/cultura/patrimonio/siti_archeologici/nus_lignan/default_i.aspx
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 45°47′02.9″N 7°28′48.32″E / 45.784139°N 7.480088°E45.784139; 7.480088

L'insediamento protostorico di Lignan, noto anche come castelliere di Saint-Barthélémy, è un sito archeologico nel vallone di Saint-Barthélemy, in località Lignan del comune di Nus, in Valle d'Aosta.

È raggiungibile dal sentiero che parte dalla strada regionale 36, tra il borgo di Nus a Lignan. Nei pressi si trova l'Osservatorio astronomico della Regione Autonoma Valle d'Aosta.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

I due promontori su cui si trovano i due castellieri visti dal vallone di Saint Barthélemy: a sinistra quello del castelliere inferiore, a destra quello del castelliere superiore.

La località di Lignan fu definita in epoca medievale tra due castellieri (Lignyan inter duo castellaria): su due promontori a strapiombo sul vallone di Saint-Barthélemy si conservano infatti due insediamenti preromani, uno dei quali entrambi ancora da scavare e datare con certezza. Si tratta di due castellieri di epoca protostorica già oggetto di una prima indagine archeologica. In particolare, l'insediamento di Lignan è stato scoperto nel 1969 dagli archeologi Rosanna Mollo e Franco Mezzena, che hanno svolto i primi rilevamenti e datato il castelliere superiore come antecedente a quello inferiore.[1][2]

I due siti preromani, posti in una posizione strategicamente difendibile, sono stati abitati tra il 1200 a.C. e il 900 a.C. circa e sono ascrivibili alla tendenza documentata di insediamenti alpini che si sono spostati dai fondovalle ad altitudini maggiori: al termine di un periodo di relativa stabilità e sicurezza durato fino alla fine dell'età del bronzo nell'Italia settentrionale, si assiste infatti allo spostamento di popolazioni celtiche dalle regioni transalpine verso regioni più meridionali, con conseguente aumento delle necessità difensive.

Questi siti abitativi naturalmente fortificati avevano inoltre il vantaggio di trovarsi in una zona ricca di minerali: a Saint-Barthélemy le tracce storiche dell'uomo sono ben visibili nello sfruttamento della pietra ornamentale (cava di oficalciti a cielo aperto) e del minerale di manganese (braunite, rodocrosite + spessartina).[3] Tuttavia, allo stato attuale delle ricerche non è possibile dimostrare un legame diretto tra le cave e gi insediamenti protostorici di Lignan.

L'insediamento è stato valorizzato tramite segnaletica e un pannello informativo sul promontorio inferiore.

Castelliere superiore[modifica | modifica wikitesto]

Il castelliere superiore.

Il castelliere superiore[4], posto a 1575 m s.l.m.[2] e più vicino al villaggio di Lignan, mostra le tracce di capanne dell'età del bronzo, disposte a cerchio intorno a un masso collocato sulla cima del monte, mentre poco distante si trova una roccia con un'incisione rupestre raffigurante una figura in orazione[5]. Gli scavi hanno portato alla luce resti di ceramiche della stessa epoca delle capanne.

Castelliere inferiore[modifica | modifica wikitesto]

Particolare delle strutture in muratura a secco del castelliere inferiore.

Il castelliere inferiore[6], posto a 1546 m s.l.m.[7], è più importante: con una cinta muraria all'incirca ellittica di 62 metri di asse maggiore e 36 m di asse minore, si compone di vari edifici disposti a raggera intorno a un edificio a pianta quadrata che si crede sia stato un luogo di culto o riunione. La struttura realizzata a secco aveva un ruolo chiaramente difensivo, dato anche dalla sua posizione strategica, ma non essendo stata indagata approfonditamente potrebbe risalire all'età del bronzo come a quella del ferro o addirittura all'Alto Medioevo.[8]

I ricercatori dell'osservatorio astronomico hanno rilevato inoltre che l'ingresso del castelliere è orientato secondo il punto di levata del sole nel giorno del solstizio d'estate, ad Est-Nord Est, con Azimuth di 75° circa.[2]

Secondo un'ipotesi non confermata, nel castelliere inferiore si potrebbe individuare l'unico esemplare valdostano di templum etrusco[9].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pannello turistico del sito (PDF), www.regione.vda.it, consultato il 7 aprile 2020.
  2. ^ a b c Le montagne ci raccontano il Castelliere di Lignan, www.saintbart.it, consultato il 7 aprile 2020.
  3. ^ Francesco Prinetti, cit., consultato il 7 aprile 2020.
  4. ^ 45°47′02.9″N 7°28′48.32″E / 45.784139°N 7.480088°E45.784139; 7.480088
  5. ^ Per una comparazione tra la figura antropomorfa della cappella di Saint-Évence presso Saint-Denis (sic) e il petroglifo di Lignan, si veda Damien Daudry, cit., 2003, p. 321, fig. 39, e Damien Daudry, cit., 2008, p. 43, citati in Francesco Fedele, cit., p.41.
  6. ^ 45°47′03.2″N 7°28′33.37″E / 45.784223°N 7.475937°E45.784223; 7.475937 (coordinate approssimative)
  7. ^ Rosanna Mollo Mezzena 1997, cit., pp. 177-182 e Armirotti, cit. 2003, pp. 119-122, citati in Francesco Fedele, cit., p.35.
  8. ^ Ezio-Éméric Gerbore, cit., pp.5-10.
  9. ^ Castelliere, sito ufficiale del turismo in Valle d'Aosta, consultato il 7 aprile 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guido Cossard, Il castelliere di Saint Barthélémy, Cieli perduti: Archeoastronomia: le stelle dei popoli antichi, Utet. ISBN 8851167338 (Google libri) (fonte)
  • Ezio-Éméric Gerbore, Nus. Tessere di storia, a cura del Comune di Nus, Quart (AO): Musumeci, 1998. (fonte)
  • Rosanna Mollo Mezzena, L'età del Bronzo e l'età del Ferro in Valle d’Aosta, in Atti della XXXI riunione scientifica. La Valle d’Aosta nel quadro della preistoria e protostoria dell'arco alpino centro-occidentale, a cura dell'Istituto Italiano di Preistoria e ProtostoriaFirenze, 1997, pp. 139-223.
  • A. Armirotti, Rete viaria e insediamenti minori nel territorio valdostano in epoca romana a tardoantica, Bulletin d'Études Prehistoriques et Archeologiques Alpines, n° 14, 2003, pp. 9-220.
  • Francesco Fedele, Preistoria della Bassa Valle d'Aosta: per una storia del popolamento, in Bulletin d'études préhistoriques et archéologiques alpines, a cura della Société Valdôtaine de Préhistoire et d'Archéologie, Aosta, n. XXV-XXVI, anno 2014-2015, pp. 9-62. (fonte)
  • (IT) (FR) Damien Daudry (a cura di) Quarante ans au service de l'Archéologie en Vallée d'Aoste et dans les Alpes Occidentales / Quarant'anni al servizio dell'Archeologia in Valle d’Aosta e nelle Alpi Occidentali 1967-2007, Aoste, a cura della Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie, 2008.
  • Damien Daudry, Le incisioni rupestri valdostane, il punto della situazione, Bulletin d’Études Prehistoriques et Archeologiques Alpines, n° 14, 2003, pp. 315-340.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]