Iah (regina)

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Iah
La regina Iah alle spalle del figlio Mentuhotep II. Incisione su pietra a Shatt er-Rigal
Regina consorte d'Egitto, Grande Sposa Reale
PredecessoreNeferukait
SuccessoreTem, Neferu II, Ashait e altre spose di Mentuhotep II
DinastiaXI dinastia egizia
PadreAntef II
MadreNeferukait?
ConsorteAntef III
FigliMentuhotep II, Neferu II

Iah (... – ...; fl. XXI secolo a.C.) è stata una regina egizia della XI dinastia.

Fu la Grande Sposa Reale del faraone Antef III e la madre dell'importante faraone Mentuhotep II (2061 - 2010 a.C.); forse suo padre fu re Antef II, morto nel 2063 a.C.[1]

Sono poche le notizie certe sulla regina Iah. La sua ascendenza è subito chiarita dal titolo di Figlia del Re[2]. Il suo nome deriva dal dio Iah, l'antico dio egizio della luna[3].

Andò in sposa al fratello o fratellastro Antef III e sono noti due figli che gli diede:

Fu quindi la nonna paterna del faraone Mentuhotep III[4].

Iah è ritratta nelle incisioni su roccia situate a Shatt er-Rigal: compare alle spalle del figlio. Di fronte alla coppia del faraone e della regina madre si trovano Antef (III), amato padre del dio (Mentuhotep II), figlio di Ra e il guardasigilli e tesoriere regale Kheti. Compare anche nella tomba TT319, a Deir el-Bahari, della figlia Neferu II[5], che viene chiamata Neferu, nata da Iah[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ian Shaw, The Oxford History of Ancient Egypt, p.125
  2. ^ a b Joyce Tyldesley, Chronicle of the Queens of Egypt, Thames & Hudson. 2006, pp. 66-68. ISBN 0-500-05145-3
  3. ^ Remler, Pat. (2000). Egyptian Mythology A to Z: A Young Reader's Companion. Facts On File. P. 1
  4. ^ Firth, Lesley (editor-in-chief) et al (1985). "Mentohotep III". Who Were They? The Simon & Schuster Color Illustrated Question & Answer Book. Little Simon Book, Simon & Schuster, Inc., New York City, ISBN 0671604767., p. 12.
  5. ^ Silke Roth: Die Königsmütter des Alten Ägypten, Wiesbaden 2001, ISBN 3447043687, p. 426
  6. ^ William C. Hayes: The Scepter of Egypt I, New York 1953, ISBN 0870991906, p. 160, 327