Gli ostaggi di Crema

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Gli ostaggi di Crema
AutoreGaetano Previati
Data1879
Tecnicaolio su tela
Dimensioni137×224 cm
UbicazioneMuseo civico di Crema e del Cremasco, Crema

Gli ostaggi di Crema è un dipinto di Gaetano Previati. Realizzato nel 1879, è conservato nel Museo civico di Crema e del Cremasco.

L'opera[modifica | modifica wikitesto]

Il dipinto è considerato la prima opera di buon livello di Previati. Fu inoltre quella che consacrò l'autore, valendogli il Premio Canonica, indetto dall'Accademia di Brera, che Previati frequentava in quegli anni, allievo di Giuseppe Bertini[1]. Fu probabilmente proprio il maestro a suggerirgli il soggetto, ma lo stile pittorico, fatto di impasti scuri e di soluzioni luministiche contrastanti, denota una notevole distanza dal modello bertiniano, «manierista ad oltranza, che stendeva colori lisci e smaglianti su un disegno pedante e calligrafico»[1], avvicinando l'opera al romanticismo di Federico Faruffini[2].

L'originalità realizzativa del dipinto, caratterizzato da un realismo crudo e brutale, ingenera un distacco di Previati non solo dalla lezione del Bertini, ma in generale dalla manierata pittura storica dell'epoca[3][4], tanto che la critica scorse nel giovane pittore «un'indole artistica ardita fino all'esagerazione»[5]. L'opera è rappresentativa del periodo scapigliato che Previati supererà a breve per approdare alla corrente divisionista, di cui diventerà il teorico, nonché uno dei principali esponenti[1][6].

Il soggetto[modifica | modifica wikitesto]

Federico Barbarossa in un'incisione della metà del XIX secolo

Il soggetto rappresenta un celebre episodio della storia dell'assedio di Crema, messo in atto da Federico Barbarossa tra il 1159 e il 1160. Non riuscendo a sconfiggere la resistenza dei cremaschi nemmeno con l'uso di un "gatto", oggetto di continui lanci di pietre incendiarie da parte degli assediati, l'Imperatore ordinò di legare a quest'ultimo alcuni ostaggi cremaschi, sperando con ciò che gli assediati desistessero. Tuttavia, su incitazione degli ostaggi stessi gli attacchi alla macchina da guerra proseguirono, causando la morte di molti di essi. Il cruento episodio è certamente il più celebre di quella vicenda bellica e uno dei più noti della storia cremasca e delle guerre fra i Comuni medievali e l'Impero[7].

Collocazione[modifica | modifica wikitesto]

L'opera è di proprietà dell'Accademia di Brera, ma è custodita a Crema, nel Museo civico. Il dipinto, all'epoca custodito nei magazzini dell'Accademia, fu nel 1953 oggetto della vicenda che vide l'infruttuoso interessamento del pittore cremasco Carlo Martini per l'assegnazione in deposito al Comune di Crema, vicenda conclusasi nel 1961 con la nascita del nuovo Museo civico dove tuttora il dipinto è esposto[8][9]. Di Previati lo stesso museo conserva il disegno Cristo e gli apostoli, dall'impostazione già marcatamente divisionista[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Bucarelli
  2. ^ PREVIATI, Gaetano, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 17 maggio 2014.
  3. ^ Pagani, p. 401.
  4. ^ Galetti, p. 2035.
  5. ^ Barbantini, p. 25.
  6. ^ Galetti, pp. 2035-2038.
  7. ^ Sforza Benvenuti, pp. 79-105.
  8. ^ Gli ostaggi di Crema, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 maggio 2014.
  9. ^ Muletti, pp. 173-174.
  10. ^ Cristo e gli apostoli, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 maggio 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nino Barbantini, Gaetano Previati, Bestetti e Tumminelli, 1919.
  • Palma Bucarelli, PREVIATI, Gaetano, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935. URL consultato il 17 maggio 2014.
  • Ugo Galetti e Ettore Camesasca, Enciclopedia della pittura italiana, II, Garzanti, 1950.
  • Severino Pagani, La pittura lombarda della Scapigliatura, Società Editrice Libraria Milano, 1955.
  • Francesco Sforza Benvenuti, Storia di Crema, Forni editore, 1974 [1859].
  • Elisa Muletti, Carlo Martini (1908-1958). La memoria del paesaggio cremasco (PDF), in Insula Fulcheria, B, XXXVIII, Crema, 2008. URL consultato il 17 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2014).
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