Giuseppe La Rosa (militare)

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Giuseppe La Rosa
NascitaBarcellona Pozzo di Gotto, 16 gennaio 1982
MorteFarah, 8 giugno 2013
Cause della morteAttacco talebano in Afghanistan
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Esercito Italiano
Arma Fanteria
Corpo Bersaglieri
Unità Brigata meccanizzata "Sassari"
Reparto 3º Reggimento bersaglieri
Anni di servizio2001 - 2013
GradoMaggiore
GuerreGuerra in Afghanistan (2001-2021)
Guerra del Libano (2006)
Decorazioni Medaglia d'oro al valor militare
Studi militari Accademia militare di Modena
fonte huffingtonpost.it
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Giuseppe La Rosa (Barcellona Pozzo di Gotto, 16 gennaio 1982Farah, 8 giugno 2013) è stato un militare italiano, maggiore del 3º Reggimento bersaglieri, appartenente al 183º corso "LEALTA'" dell'Accademia militare di Modena, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Militare di carriera per 12 anni, La Rosa prese parte alla guerra in Afghanistan con il grado di maggiore, al quale venne promosso nel gennaio del 2013. L'8 giugno si trovava a Farah, nella parte occidentale del paese, quando il veicolo sul quale viaggiava fu colpito da un ordigno esplosivo, probabilmente lanciato da un ragazzino di 11 anni. Degli 8 soldati a bordo, La Rosa fu il solo a morire, in quanto fece da scudo con il corpo al fine di proteggere i commilitoni dalla deflagrazione dell'ordigno. Il 6 febbraio 2014, per le sue gesta gli venne conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Nel 2021 è stato inaugurato un piccolo monumento in sua memoria nella caserma della Brigata Sassari a Teulada.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale dei bersaglieri, impegnato nella missione ISAF in Afghanistan, nell'ambito dei team militari di supporto alle Forze Armate Afghane, durante un movimento tattico logistico veniva fatto oggetto di un vile attentato terroristico. Con eroico gesto, dimostrando non comune coraggio, impareggiabile generosità e cosciente sprezzo del pericolo, si immolava ponendosi a scudo delle altrui vite, proteggendole con il proprio corpo dalla deflagrazione di un ordigno lanciato all'interno del veicolo nel quale viaggiava. Altissima testimonianza di nobili qualità umane ed eroiche virtù militari, spinte fino al supremo sacrificio.»
— Farah (Afghanistan), 8 giugno 2013.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 15 gennaio 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]