Giovanni Antonio Dario

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Giovanni Antonio Dario, oppure Giovanni Antonio Daria (Pellio Intelvi, 1630Sankt Florian, 8 marzo 1702), è stato un architetto italiano naturalizzato austriaco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si hanno poche informazioni riguardanti l'origine e la formazione giovanile di Giovanni Antonio Dario.[1][2]

Tutta la sua opera conosciuta fu quella effettuata in Austria.[1]

Dal 1656 al 1662 lavorò per la fontana della Residenza a Salisburgo,[2] dove eseguì anche numerose opere per il duomo, e precisamente gli stucchi di quattro cappelle nel 1659, la volta del duomo dal 1661 al 1663, gli altari delle navate laterali dal 1668 al 1671.[1][2]

Nel 1667 realizzò la fontana di San Erentrud a Nonnberg;[2] nel 1670 e 1671 la torre campanaria di Tittmoning.[1]

Nel 1675 fu attivo ancora a Salisburgo, mentre nel 1686 sono conosciuti i suoi lavori per l'abbazia di San Floriano a Melk sul Danubio.[1]

Negli anni 1686-1689 diresse i lavori della cappella del castello di Marbach e poco dopo realizzò lo stemma dell'arciprete Davide sull'altare maggiore di San Floriano.[1]

Tra le attribuzioni si possono menzionare le fontane della piazza del Mercato di Melk e quelle della corte del Capitolo, sempre a Melk.[1]

Dopo il primo matrimonio con Francesca Garuo Allio da Scaria, si sposò il 24 maggio 1689 con Eva Katharina Gruber di Sankt Florian, dalla quale ebbe quattro figli:[2]

  • Joseph Cajetan (7 aprile 1690-27 luglio 1764);
  • Thobias Gaetano (nato il 5 novembre 1694);
  • Stanislaus Theophil (nato il 13 novembre 1696-5 gennaio 1703);
  • Joseph Anton (nato il 15 gennaio 1699).

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Fontana della Residenza a Salisburgo dal 1656 al 1662;
  • Duomo di Salisburgo :
    • Stucchi di quattro cappelle nel 1659;
    • Volta del duomo dal 1661 al 1663;
    • Altari delle navate laterali dal 1668 al 1671.
  • Fontana di San Erentrud nell'Abbazia di Nonnberg nel 1667;
  • Torre campanaria di Tittmoning nel 1670 e nel 1671;
  • Lavori per l'abbazia di San Floriano a Melk nel 1886;
  • Lavori della cappella del castello di Marbach nel 1686-1689;
  • Stemma dell'arciprete Davide sull'altare maggiore di San Floriano nel 1690;
  • Fontane della piazza del Mercato di Melk e quelle della corte del Capitolo, sempre a Melk (attribuzioni).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Daria, Giovanni Antonio, in le muse, IV, Novara, De Agostini, 1965, p. 83.
  2. ^ a b c d e Elisabeth Heller-Winter, Dario, Giovanni Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 32, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1986. URL consultato il 2 aprile 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giulio Carlo Argan, L'architettura protocristiana, preromanica e romanica, 1936.
  • Renato De Fusco, Mille anni d'architettura in Europa, Bari, Editori Laterza, 1999.
  • P. De Vecchi e E. Cerchiari, I tempi dell'arte, Milano, Bompiani, 1999.
  • (DE) A. Eckardt, Die Baukunst in Salzburg, Strasburgo, 1910.
  • L. Grodecki, Architettura Gotica, Martellanego (Venezia), 1998.
  • Christian Norberg-Schulz, Architettura Barocca, Milano, Electa, 1998.
  • Nikolaus Pevsner, Storia dell'architettura europea, Bari, Editori Laterza, 1998.
  • Nikolaus Pevsner, John Fleming e Hugh Honour, Dizionario di architettura, Torino, Einaudi, 2005.
  • (DE) F. Pirckmayer, Giovanni Antonio Daria, der Erbauer des Residenzbrunnens in Salzburg, Salisburgo, 1888.
  • David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Bologna, Editori Laterza, 1990.

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