Francesca è mia

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Francesca è mia
Monica Vitti e Pierre Malet in una scena del film.
Paese di produzioneItalia
Anno1986
Durata97 min
Generedrammatico
RegiaRoberto Russo
SoggettoMonica Vitti, Roberto Russo
SceneggiaturaMonica Vitti, Roberto Russo, Vincenzo Cerami
ProduttoreRoberto Russo
FotografiaFranco Di Giacomo
MontaggioAlberto Gallitti
MusicheTullio De Piscopo
ScenografiaClaudio Cinini
CostumiClaudio Cinini
TruccoSabrina Farina
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Francesca è mia è un film italiano del 1986 diretto da Roberto Russo, con Monica Vitti e Corrado Pani.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Francesca, un'antiquaria di mezza età viene lasciata dal marito, andato a vivere con la sua migliore amica. Una sera per caso, raccoglie per strada un ragazzo gravemente ferito e lo porta al più vicino ospedale. Lo assiste finché la situazione non migliora. Ma una volta rimessosi, il giovane si innamora di lei. Inizia a perseguitarla con chiamate telefoniche e visita il suo appartamento anche autorizzandosi ad entrare così che può segretamente osservarla (vedere, infatti, è un costante motivo del film, perché l'hobby di Stefano, il ragazzo, è l'astronomia ed il suo iniziale approccio a Francesca è determinato dal voyeurisme). I due fanno l'amore ma lei, subito pentitasi, tenta di evitare i continui approcci di corteggiamento del ragazzo, essendo ancora legata al marito. Il giovane allora comincia a perseguitarla ma lei non cede. Quando cerca di persistere nel lasciarlo, Stefano va su tutte le furie, spranga la porta e la lega a una sedia. Alla fine lui la lascia e lei scappa. Lui la segue alla stazione dei treni e, abbordando il treno, domanda che scenda. Quando lei rifiuta con aria di sfida, lui le spara.

Commento[modifica | modifica wikitesto]

L'idea dietro il film e la sua sceneggiatura fu fornita dalla sua star, Monica Vitti, una delle attrici più prolifiche del cinema italiano e l'attrice più associata alla prima produzione di Michelangelo Antonioni. Francesca stravede per le piccole attenzioni d'amore. In una scena rivelatrice, Francesca, anche se è ancora imprigionata e legata alla sedia, sorride quando guarda Stefano che prende accuratamente i suoi vestiti dalla valigia e li conserva in un armadio. Altrove, lei dice al suo ex-marito che queste realtà mondane significano molto per lei e come le ha curate poco e dice che sono queste realtà mondane che realmente contano e non il tipo di amore possessivo che lui rappresenta.

Francesca perciò simboleggia non solamente il bisogno di tenerezza della donna ma anche la sua indipendenza.  E' questa indipendenza che causa l'aprirsi della tragedia. "Francesca è mia" è pertanto un'interpretazione decisamente femminista della storia di Francesca [da Rimini].

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Morandini. Dizionario dei film, Zanichelli, 2013.
  • Il Farinotti. Dizionario di tutti i film, Newton Compton, 2013.
  • Amilcare A. Iannucci, Francesca da Rimini : the movie, in Dante. Rivista internazionale di studi su Dante Alighieri, 1 (2004).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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