Fenice (1779)

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Fenice
Descrizione generale
Tipovascello a due ponti
ClasseClasse Leon Trionfante
CantiereArsenale di Venezia
Varo27 maggio 1779
Entrata in servizio21 giugno 1779
Destino finalepersa per naufragio il 1 aprile 1783
Caratteristiche generali
Lunghezza50,764 ft m
Larghezza12,864 m
Pescaggio9,73 m
PropulsioneVela
Armamento
ArmamentoArtiglieria[1]:

Alla costruzione

  • 28 cannoni da 40 libbre
  • 28 cannoni da 30 libbre
  • 14 cannoni da 14 libbre

Totale: 70

dati tratti da Venetian Third Rate ship of the line 'Fenice' (1779)
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La Fenice fu un vascello di linea veneziano da 70 cannoni che prestò servizio nella Armada tra il 1779 e il 1783.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione del vascello da 70 cannoni Fenice fu ordinata dal Senato della Repubblica di Venezia, e la nave fu impostata sotto la direzione del Proto dei Marangoni Z, Paolo di Girolamo.[2] La nuova nave fu varata presso l'Arsenale il 27 maggio 1779, uscendo dall'Arsenale il 21 giugno per entrare a far parte dell'Armata Grossa.[N 1] sotto il comando del capitano Antonio Siron.[2] Il 1 aprile 1783 la Fenice si trovava all'ancora nel canale di Spignon,[2] a breve distanza dalla foce del porto di Malamocco in attesa di completare il carico dei rifornimenti per poter uscire in mare aperto.[3] Mentre era in corso una ispezione ufficiale, la nave urtò un branco dell'ancora a causa della bassa marea.[3] L'urto provocò l'apertura di uno squarcio nella carena, da cui entrò subito una grande massa d'acqua che ben presto raggiunse la stiva.[4] Nell'estremo tentativo di salvare il vascello gli ufficiali ordinarono di tagliare le gomene dell'ancora, che era stata gettata al centro del canale.[4] Una volta liberatasi, la corrente portò la Fenice ad arenarsi in una vicina palude, adagiandosi su un fondale di 20 piedi[5] in posizione obliqua con la prora rivolta a greco-tramontana e la poppa al vento opposto.[6] L'impatto era stato talmente violento che l'albero maestro era balzato all'insù di cinque piedi.[5] Il 4 aprile l'Ammiraglio comandante dell'Arsenale si recò sul posto per esaminare la possibilità di recuperare il vascello, ma la cosa si rivelò impossibile.[7] Con Decreto del Senato in data 5 aprile venne autorizzata la demolizione della nave, recuperando tutto il possibile dell'attrezzatura, ma il primo tentativo non andò a buon fine.[7] La presenza del relitto ostacolava il normale deflusso dell'acqua nel canale di Spignon, e l'11 giugno 1785 il Senato ordinò che il relitto fosse sollevato e portato via a qualsiasi costo.[8] Dell'impresa fu incaricato Zuanne Zusto, il quale si servì della nave di primo rango, ridotta a pontone, Fedeltà, di due vecchie galee,[9] e delle navi mercantili Gloria e Diamante, appositamente attrezzate.[10] Il recupero della nave avvenne definitivamente nel 1786, e poi la Fenice fu subito demolita.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nel 1696 fu deciso che le navi appartenenti alla Armata Grossa avrebbero adottato la seguente colorazione: corallo per la prua, i capodibanda, la poppa, le porte dei fanali e gli intagli, rosso per i portelli dei cannoni, e doratura in oro zecchino per il leone a prua e le figure scolpite a poppa. Lo specchio di poppa era quasi sempre dipinto di blu.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ http://www.veneziamuseo.it/ARSENAL/schede_arsenal/vascelli.htm.
  2. ^ a b c d Levi 1896, p. 38.
  3. ^ a b Zusto 1789, p. 1.
  4. ^ a b Zusto 1789, p. 2.
  5. ^ a b Zusto 1789, p. 3.
  6. ^ Zusto 1789, p. 4.
  7. ^ a b Zusto 1789, p. 5.
  8. ^ Zusto 1789, p. 20.
  9. ^ Zusto 1789, p. 25.
  10. ^ Zusto 1789, p. 26.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guido Candiani, I vascelli della Serenissima: guerra, politica e costruzioni navali a Venezia in età moderna, 1650-1720, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, 2009.
  • Guido Candiani, Dalla galea alla nave di linea: le trasformazioni della marina veneziana (1572-1699), Novi Ligure, Città del Silenzio, 2012.
  • Guido Ercole, Duri i banchi. Le navi della Serenessima 421-1797, Gardolo, Gruppo Modellismo Trentino di studio e ricerca storica, 2006.
  • Cesare Augusto Levi, Navi da guerra costruite nell'Arsenale di Venezia dal 1664 al 1896, Venezia, Stabilimento Tipografico Fratelli Visentini, 1896.
  • Silvia Peressutti, Il Museo Storico Navale di Venezia: storia delle collezioni (PDF), Venezia, Università Cà Foscari, 2015.
  • Zuanne Zusto, Descrizione istorica dell’estrazione della pubblica nave La Fenice dal canale Spignon, In cui giacque circa tre anni totalmente sommersa: impresa dall’Eccellentiss.mo Senato appoggiata alla nota esperienza del Nobil Uomo E. Giovanni Zusto prestantissimo Senatore, e verificata sotto la di lui direzione, e comando. Scritta in ordine al Decreto 23. Novembre 1786, Venezia, Q. Z. Antonio Pinelli stampatori ducali, 1789.
Periodici
  • Tommaso Locatelli (a cura di), L'Avvisatore mercantile: giornale di Commercio e d'Industria della Provincia di Venezia, n. 5, Venezia, Camera di Commercio e Industria della Provincia di Venezia, 30 gennaio 1857, p. 18.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]