Farfalle del parco nazionale della Maiella

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La Parnassius apollo, una delle numerose specie di farfalle presenti nel parco nazionale della Maiella

Il parco nazionale della Maiella ospita una lepidotterofauna molto ricca considerandone superficie, posizione geografica ed estensione altitudinale, con 147 specie di farfalle segnalate.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'area è caratterizzata da alcuni dei più importanti rilievi dell'Appennino, che costituiscono zone di rifugio per varie specie orofile che in Italia sono più diffuse sulle Alpi, mentre in ambito appenninico risultano circoscritte ai massicci montuosi a maggior quota e dove sono più vulnerabili agli effetti del riscaldamento climatico. Ne sono un esempio Parnassius apollo e Parnassius mnemosyne, entrambi inclusi nella direttiva habitat 92/43/CEE, e alcuni licenidi (Lycaena hippothoe, Polyommatus damon e Polyommatus eros) e ninfalidi (Boloria pales, Melitaea varia e varie Erebia). Tra le Erebia, vi sono Erebia pluto ed Erebia gorge, in diminuzione nell'intera area appenninica e localizzate su pendii rocciosi e macereti ad oltre 2000 m s.l.m., mentre Erebia albergana ed Erebia euryale si avvicinano qui al loro limite meridionale d'areale. Le zone idonee per le suddette specie sono quelle ad alta quota, come il crinale tra la Maielletta ed il monte Amaro. Altre specie montane presenti nel parco sono Anthocharis euphenoides e Polyommatus dolus, considerate «Quasi Minacciate» (Near Threatened, NT) dalla lista rossa italiana IUCN, oltre a Coenonympha dorus, tutte localizzate in Italia, anche nel nord-ovest. Nell'area sono segnalate anche specie limitate alle regioni italiane centro-meridionali, come Carcharodus baeticus, considerato anch'esso «Quasi Minacciato», nonché Coenonympha rhodopensis, un tempo situata in una zona tra il Veneto e il Trentino, dove però non è più confermata da decenni. Vi sono inoltre endemismi genetici, come Hyponephele lupina, Lycaena thersamon e Melitaea trivia. Tra le specie in direttiva habitat, oltre ai predetti Parnassius, nel parco vi sono Euphydryas aurinia, Melanargia arge e Phengaris arion, nonché Zerynthia cassandra, attestata sulla base di datate segnalazioni.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emilio Balletto, Simona Bonelli, Francesca Barbero, Luca Pietro Casacci, Valerio Sbordoni, Leonardo Dapporto, Stefano Scalercio, Alberto Zilli, Alessia Battistoni, Corrado Teofili e Carlo Rondinini, Lista Rossa IUCN delle farfalle italiane – Ropaloceri, Roma, Comitato italiano IUCN e Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, 2015, ISBN non esistente.
  • Lucio Bonato, Marco Uliana e Stefano Beretta, Farfalle del Veneto: atlante distributivo, Venezia, Marsilio, 2014, ISBN 978-88-317-1999-5.
  • Carlo D'Alessandro, Giovanni Sala e Alberto Zilli, Le farfalle diurne del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (Lepidoptera: Hesperioidea, Papilionoidea), in Bollettino dell'Associazione Romana di Entomologia, 63 (1-4), 2008, pp. 91-154, ISSN 0004-6000 (WC · ACNP).
  • (EN) Mattia Menchetti, Gerard Talavera, Alessandro Cini, Vania Salvati, Vlad Dincă, Leonardo Platania, Simona Bonelli, Emilio Balletto, Roger Vila e Leonardo Dapporto, Two ways to be endemic. Alps and Apennines are different functional refugia during climatic cycles, in Molecular Ecology, 00 (1-14), 2021, DOI:10.1111/mec.15795.
  • Carlo Prola, Pierino Provera, Tommaso Racheli e Valerio Sbordoni, I Macrolepidotteri dell'Appennino Centrale, parte I. Diurna, Bombyces e Sphinges, in Fragmenta entomologica, 14 (1-217), 1978, ISBN non esistente.
  • Norbert Zahm, Biogeografia dei Lepidotteri (Rhopalocera) della Majella, traduzione di Angela Natale, Campo di Giove, Parco Nazionale della Majella, 2007, ISBN 978-88-902622-1-0.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]