Encephalartos relictus

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Encephalartos relictus
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Stato di conservazione
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Cycadophyta
Classe Cycadopsida
Ordine Cycadales
Famiglia Zamiaceae
Genere Encephalartos
Specie E. relictus
Nomenclatura binomiale
Encephalartos relictus
P.J.H.Hurter, 2001

Encephalartos relictus P.J.H.Hurter, 2001 è una pianta appartenente alla famiglia delle Zamiaceae[2]. Originariamente diffusa nello Swaziland la pianta è attualmente estinta in natura.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È una cicade a portamento arborescente, con fusto alto sino a 2,5 m e con diametro di 40–45 cm, con fusti secondari che si originano da polloni basali.[3]
Le foglie, pennate, di colore verde-bluastro, sono lunghe 1–2 m, sorrette da un picciolo lungo circa 15 cm, e composte da numerose paia di foglioline lanceolate, coriacee, disposte sul rachide con un angolo di circa 40°, lunghe sino a 20–25 cm, con margine intero e un pungente.
È una specie dioica, di cui tuttavia sono noti solo esemplari maschili che presentano da 1 a 3 coni subconici, lunghi circa 20–24 cm e larghi 12–15 cm, di colore giallo-verdastro.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'areale originario della specie era ristretto ai monti Lebombo, al confine tra lo Swaziland ed il Mozambico, ad una altitudine di circa 1000 m.[1]
L'ultimo esemplare noto della specie, scoperto nel 1971, fu espiantato dal sito originario e trasferito in un giardino privato. Le successive ricerche di altri esemplari diedero sempre esito negativo.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List classifica E. relictus come specie estinta in natura[1].
La specie è inserita nella Appendice I della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES)[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Donaldson, J.S. 2010, Encephalartos relictus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ P.J.H. Hurter, Encephalartos relictus, a new species from Southern Africa (PDF), in Bothalia 2001; 31: 197.
  3. ^ Whitelock 2002, pp.228-229.
  4. ^ CITES - Appendices I, II and III (PDF), su Convention On International Trade In Endangered Species Of Wild Fauna And Flora, International Environment House, 2011 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2012).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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