Elinando

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Elinando, O.S.B.Vall.
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Firenze
 
Nominato vescovo1070
 

Elinando (... – ...; fl. XII secolo) è stato un monaco cristiano e vescovo cattolico italiano, vescovo di Firenze dal 1070 al 1071, succeduto al vescovo Pietro Mezzabarba.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di Elinando (o Elimando) monaco e vescovo si hanno poche notizie ma significative: fu monaco vallombrosano, discepolo di san Giovanni Gualberto, nominato vescovo di Firenze da papa Alessandro II nel 1070 e cfu tumulato nell'Abbazia di Vallombrosa[1]. Egli compare come venerabile in un libro del 1766[2] e in un altro libro del 1823[3] come beato con ricorrenza al 10 febbraio. Del suo breve episcopato, durato un anno, si sanno poche cose: egli fu 'creato vescovo' da Alessandro II dopo che San Giovanni Gualberto scacciò da Firenze Pietro Mezzabarba vescovo simoniaco eletto per aver pagato profumatamente il collegio elettore.

Analogie con Pietro Igneo[modifica | modifica wikitesto]

Anche se non è stato ancora provato c'è tra gli storici chi identifica Elinando come lo stesso San Pietro Igneo: anch'egli monaco di Vallombrosa, discepolo di san Giovanni Gualberto, vissuto nello stesso periodo del vescovo fiorentino[4]. Tale deduzione è tratta da un testo storico:

«... il Papa,... scacciato Pietro Vescovo Simoniaco, e ritiratosi a fare penitenza, mandò per amministratore del Vescovado Ridolfo Vescovo di Todi, e poi nel MLXX. creò Vescovo di Firenze Elinando Monaco Vallombrosano. Benché la lettera de' Fiorentini non dica come si chiamasse il Monaco, pure è certo, che fosse il Monaco Pietro, volgarmente detto San Pietro Igneo,... il quale è attestato ancora dall'Abate Uspergense nel Cronico all'anno MLXXXVIII.; da Desiderio Abate Casinense che dice avere sentito raccontare questo fatto dallo stesso S. Pietro, da Bertoldo Costanziense, e da molti altri antichi Scrittori.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Questioni istoriche cronologiche vallombrosane, nelle quali si ristabilisce la fondazione dell'arcimonastero di Vallombrosa nell'anno 1015, e del sacro eremo di Camaldoli avanti il 1000. E si risponde agli obbietti formati in contrario nel libro intitolato Dissertationes camaldulenses. Opera del p. d. Fedele Soldani da Poppi vallombrosano, 1731, pag. 177
  2. ^ Ristretto della Vita del patriarca S. Giovan Gualberto primo abate & istitutore del monastico Ordine di Vallombrosa scritta da d. Fedele Soldani monaco del medesimo Ordine, Cap. XXI, pag 132-133
  3. ^ L'Etruria santa cioè Le vite de'santi e beati toscani opera dell'avvocato Lorenzo Cantini fiorentino, Volume 3, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, 1823, p. 80
  4. ^ Cfr. Giovanni Lami, Viviani, Pietro Gaetano, Deliciae ervditorvm, sev vetervm anekdotōn opvscvlorvm collectanea, Volume 11, Firenze 1743
  5. ^ Deliciae ervditorvm, sev vetervm anekdotōn opvscvlorvm collectanea, Volume 11, Firenze 1743 p. 1000.
Predecessore Vescovo di Firenze Successore
Pietro Mezzabarba 1070 - 1071 Ranieri