Elezioni parlamentari in Siria del 2012

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Elezioni parlamentari in Siria del 2012
Stato Bandiera della Siria Siria
Data
7 maggio
Legislatura XV
Assemblea Consiglio del popolo
Bashar al Assad.jpg
Qadri Jamil M2017-05.jpg
Leader
Liste
Coalizioni
Voti
-
67,2%
-
2,4%
Seggi
168 / 250
6 / 250
2007 2016

Le elezioni parlamentari in Siria del 2012 si tennero il 7 maggio[1].

Esse si svolsero dopo l'entrata in vigore della nuova Costituzione, approvata mediante il referendum costituzionale del 2012[2].

Su più di 10 milioni di aventi diritto, si recarono ai seggi oltre 5 milioni, con un'affluenza totale del 51,26%[3][4].

Furono elette 30 donne su 710 candidate, dunque il numero di deputate rimase lo stesso della legislatura precedente[3].

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia[modifica | modifica wikitesto]

Le elezioni furono spostate dal maggio 2011 al febbraio 2012, e poi di nuovo posticipate a causa della guerra civile e del referendum costituzionale[5]. Il mandato dei 250 deputati del Consiglio del popolo terminava nel maggio 2011, ma fu esteso grazie alla nuova costituzione[6]. La settimana prima dell'annuncio delle elezioni, il diplomatico ghanese Kofi Annam dichiarò che stava aspettando risposte dal leader siriano Bashar al-Assad riguardo a "proposte concrete"[7]. Il 13 marzo, il Presidente Assad firmò il decreto 113 fissando le elezioni il 7 maggio 2012[8]. La data del voto fu annunciata proprio mentre le truppe governative riconquistavano il nord-est del Paese[9].

Sistema elettorale[modifica | modifica wikitesto]

La nuova Costituzione istituì il pluripartitismo, abrogando un articolo che era stato promosso da Hafez al-Assad, padre del Presidente Bashar al-Assad e Presidente della Siria dal 12 marzo 1971 al 10 giugno 2000, che definiva il Partito Ba'th "guida dello Stato e della società". Secondo la nuova Costituzione, i partiti non possono essere fondati su base religiosa, tribale, regionale o professionale, oppure essere affiliati ad un partito o ad un'organizzazione estera. Questo per impedire ai gruppi estremisti in guerra contro il governo come i Fratelli Musulmani e i partiti indipendentisti curdi di avere una rappresentanza presso il Consiglio del Popolo. Inoltre, secondo la Costituzione, almeno la metà dei membri del Consiglio dev'essere costituito da operai ed agricoltori[10]. Nel luglio 2011, il governo siriano approvò la legge elettorale per risolvere la crisi che perdurava da mesi. La legge stabilì che le operazioni di voto fossero controllate dalla Commissione Suprema per le Elezioni. Furono fondati nove partiti di opposizione. Per votare era necessario presentare la carta d'identità, come stabilito dal decreto 125 del 2011[11].

Campagna elettorale[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal maggio 2012, apparvero i primi manifesti di propaganda nelle piazze di Damasco[12]. Il Financial Times affermò, senza fornire ulteriori spiegazioni, "Il rapido emergere di così tante prospettive interessanti da una dittatura repressiva senza alcun attivismo politico è solo uno dei tanti maldestri segnali che indicano che il voto è orchestrato dal regime per rafforzare il proprio potere"[13]. In realtà, la maggior parte dei partiti che ottennero dei seggi -i due partiti comunisti, il Partito Nazionalista Sociale Siriano, l'Unione Socialista Araba e i Socialisti Unionisti- erano ben stabiliti, ed avevano già partecipato alle precedenti elezioni parlamentari.

La più vasta coalizione d'opposizione fu il Fronte Popolare per il Cambiamento e la Liberazione, guidato da Qadri Jamil, che propose 45 candidati, 6 dei quali nel Governatorato di Damasco. Essa comprendeva, tra gli altri, il Partito della Volontà Popolare di Qadri Jamil, prima illegale, ed il Partito Nazionalista Sociale Siriano di Ali Haidar, che in precedenza aveva fatto parte del Fronte Nazionale Progressista, guidato dal Partito Ba'th del Presidente Assad[14].

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

A causa della guerra civile, furono sollevate delle questioni circa il voto nelle città di Homs, Hama e Daraa e nella provincia settentrionale di Idlib. Il giorno dell'annuncio delle elezioni, Melhem al-Droubi, membro dell'associazione terroristica dei Fratelli Musulmani e del Consiglio Nazionale Siriano, dichiarò alla Reuters: "Sicuramente boicotteremo le elezioni poiché saranno fissate. Ma questo non è il nostro principale obiettivo. Ciò che desideriamo è un cambiamento reale, con delle vere elezioni presidenziali, che sarebbero sicuramente perse da Assad"[15]. Il governo rispose che queste elezioni multipartitiche rappresentavano un cambiamento storico per la politica siriana[16].

Il 26 marzo 2012, la Syrian Arab News Agency, l'agenzia di stampa siriana, riportò che il Consiglio del Popolo aveva chiesto al Presidente Assad di prendere in considerazione una posticipazione delle elezioni per consolidare le riforme, aspettare l'emergere del dialogo a livello nazionale e rafforzare i partiti legali alla luce del nuovo sistema elettorale[17][18][19][20]. Louay Hussein, condannata a sette anni di galera sotto Hafez al-Assad, padre e predecessore di Bashar al-Assad, dichiarò che avrebbe boicottato le elezioni sostenendo che il governo si stava servendo del voto per prevenire e rifiutare "possibili accordi futuri con le forze d'opposizione".

Il 3 maggio 2012, il brigadiere generale Hassan Jalali dichiarò che il Ministero aveva completato tutte le preparazioni necessarie per il voto. In un'intervista concessa alla SANA, dichiarò che il Ministero aveva fornito ai governatori le urne, inchiostro indelebile, tende per isolare le cabine elettorali ed altri elementi per distribuirli in 12 152 postazioni di voto in tutto il Paese[8][21].

Mentre gli altri partiti legali avevano già dichiarato i loro candidati molto prima della data delle elezioni, il Partito Ba'th li annunciò solo il 1º maggio 2012[22].

Procedure di voto[modifica | modifica wikitesto]

I seggi aprirono alle 7:00, e la televisione di Stato siriana mostrò gli elettori in fila e mentre mettevano le schede bianche in larghe scatole di plastica[23]. Furono chiamati alle urne oltre 14,8 milioni di persone, che dovevano eleggere 250 deputati tra 7 195 candidati, tra cui 710 donne, provenienti da dodici partiti, sette dei quali appena nati[24][25].

Non è chiaro in quali zone si siano tenute le elezioni, specialmente nelle regioni colpite duramente dalle forze governative o in quelle in cui erano in corso aspri conflitti coi terroristi. Alcuni attivisti dichiararono che vi erano stati bombardamenti generali e pubblicarono dei video di blocchi lungo le strade principali coi negozi chiusi[26].

Il principale gruppo di opposizione, il Fronte Popolare per il Cambiamento e la Liberazione, dichiarò che c'erano state "numerose irregolarità" nelle elezioni, tra cui il divieto per i rappresentanti dei candidati di supervisionare le operazioni di voto[27].

Il voto si dovette tenere una seconda volta in vari luoghi per via di violazioni della legge elettorale non ben specificate. Ciò causò un ritardo nella comunicazione dei risultati delle elezioni[3].

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Liste Voti % Seggi
Partito Ba'th 53,6 134
Socialisti Unionisti 7,2 18
Partito Comunista Siriano (Bakdash) 3,2 8
Partito Comunista Siriano (Unificato) 1,2 3
Movimento del Voto Nazionale 1,2 3
Unione Socialista Araba 0,8 2
Partito Nazionalista Sociale Siriano 1,6 4
Partito della Volontà del Popolo 0,8 2
Indipendenti 30,8 77
Totale 250

Reazioni[modifica | modifica wikitesto]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Il Consiglio del Popolo tenne la sua prima sessione il 25 maggio, quando i deputati giurarono sulla Costituzione e Mohammad Jihad al-Laham fu eletto Presidente del Consiglio del Popolo[29].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ "Syria's Assad calls May election", ABC News, su abc.net.au, Australia, ABC, 14 marzo 2012. URL consultato l'8 maggio 2012.
  2. ^ Syria parliament election 90 days after new constitution, Reuters, 15 febbraio 2012. URL consultato il 15 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2012).
  3. ^ a b c Iranian Envoy: Syrians' High Turnout in Elections Foils Enemies' Plots, Tehran, Iran, Fars News Agency, 15 maggio 2012. URL consultato il 21 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2012).
  4. ^ Syrian president orders new parliament to convene Thursday, Xinhua, 21 maggio 2012. URL consultato il 21 maggio 2012.
  5. ^ Syria postpones parliamentarian elections: report, in People's Daily, 8 luglio 2011. URL consultato il 27 febbraio 2012.
  6. ^ Syria's Assad orders parliamentary elections on May 7, su news.xinhuanet.com, Xinhua, 13 marzo 2012. URL consultato l'8 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2015).
  7. ^ "Assad sets date for parliamentary elections as Annan awaits response", Middle East Online, su middle-east-online.com, 13 marzo 2012. URL consultato l'8 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2012).
  8. ^ a b "Syria`s Interior Ministry: Preparations for People's Assembly Elections Completed", Press Day News, May 3, 2012, su dp-news.com. URL consultato l'8 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2015).
  9. ^ "Syria Sets May 7 as Parliamentary Polls Date", RIA Novosti, su en.ria.ru. URL consultato l'8 maggio 2012.
  10. ^ Nomia Iqbal, Syrian Elections Branded 'a sham', su bbc.co.uk, BBC, 4 maggio 2012. URL consultato l'8 maggio 2012.
  11. ^ https://wikileaks.org/gifiles/docs/61/61963_-os-syria-ct-syrians-flock-to-election-polls-to-elect.html
  12. ^ Email Us, Syria's multiparty election campaign gets into full swing, in The Irish Times, 2 maggio 2012. URL consultato l'8 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2012).
  13. ^ Michael Peel, Syrian critics see election as a sham, in Financial Times, 29 aprile 2012. URL consultato l'8 maggio 2012.
  14. ^ Syrian Parliamentary Elections: Cynicism Wins The Day (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2017), Al Akhbar, 7 May 2012
  15. ^ Assad announces Syria parliamentary poll date, su worldbulletin.net, World Bulletin, 13 marzo 2012. URL consultato l'8 maggio 2012.
  16. ^ Rima Marrouch, Syrian opposition boycotts parliamentary elections, in Los Angeles Times, 7 maggio 2012.
  17. ^ Syrian Parliament Calls on Assad to Postpone Elections, su en.rian.ru, RIA Novosti, 26 marzo 2012. URL consultato l'8 maggio 2012.
  18. ^ Syrian Arab News Agency, People's Assembly Appeals to the President for Delaying Legislative Elections until Comprehensive Reforms Consolidated, su sana.sy, 26 marzo 2012. URL consultato l'8 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2012).
  19. ^ AGI – Agenzia Giornalistica Italia, "Syrian Parliament urges Assad deferral of May 7 elections", AGI.it, March 26, 2012, su agi.it, 26 marzo 2012. URL consultato l'8 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2012).
  20. ^ Assad asked to postpone elections, su english.ruvr.ru, Voice of Russia, 26 marzo 2012. URL consultato l'8 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2012).
  21. ^ Syrian Arab News Agency: SANA, Damascus Syria – syria news, "Preparations for People's Assembly Elections Completed at 12152 Election Centers", May 3, 2012/, su sana.sy, 3 maggio 2012. URL consultato l'8 maggio 2012 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2012).
  22. ^ Email Us, "Pre-election chaos causes dismay among Syrian voters", IRISH TIMES.COM, May 4, 2012, in The Irish Times, 4 maggio 2012. URL consultato l'8 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2012).
  23. ^ Associated Press, "Syria holds parliamentary vote that opposition boycotts, dismisses as sham", Washington Post, May 7, 2012, in The Washington Post. URL consultato l'8 maggio 2012. [collegamento interrotto]
  24. ^ Syria turns out for poll despite opposition boycott, in The Sydney Morning Herald, 8 maggio 2012.
  25. ^ Copia archiviata, su news.xinhuanet.com. URL consultato il 7 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2012).
  26. ^ Associated Press, "Activists mock Syria’s parliamentary elections in online videos", Washington Post, May 7, 2012, in The Washington Post. URL consultato l'8 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2012).
  27. ^ http://news.xinhuanet.com/english/world/2012-05/09/c_131578032.htm
  28. ^ Syria braces to announce election results as UN warns of civil war, Xinhua, 9 maggio 2012. URL consultato il 21 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2012).
  29. ^ "Newly-elected Syria parliament holds first session", Xinhua (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2012).
  Portale Socialismo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di socialismo