Diocesi di Obbi

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Obbi
Sede vescovile titolare
Dioecesis Obbitana
Chiesa latina
Vescovo titolareAdriano Tomasi Travaglia, O.F.M.
Istituita1933
StatoAlgeria
Diocesi soppressa di Obbi
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Obbi (in latino: Dioecesis Obbitana) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Obbi, nell'odierna Algeria, è un'antica sede episcopale della provincia romana della Mauritania Cesariense.

Unico vescovo conosciuto di questa diocesi africana è Eusebio, il cui nome appare al 56º posto nella lista dei vescovi della Mauritania Cesariense convocati a Cartagine dal re vandalo Unerico nel 484; Eusebio, come tutti gli altri vescovi cattolici africani, fu condannato all'esilio.[1] Morcelli ignora questa diocesi, e la confonde con la sede Obbensis della provincia della Proconsolare.

Dal 1933 Obbi è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 16 febbraio 2002 il vescovo titolare è Adriano Tomasi Travaglia, O.F.M., già vescovo ausiliare di Lima.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi residenti[modifica | modifica wikitesto]

Adriano Tomasi Travaglia, vescovo titolare di Obbi dal 16 febbraio 2002
  • Eusebio † (menzionato nel 484)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

  • Manuel Ferreira Cabral † (16 gennaio 1965 - 3 luglio 1967 nominato vescovo di Beira)
  • Franz von Streng † (3 novembre 1967 - 7 agosto 1970 deceduto)
  • Henri-François-Marie-Pierre Derouet † (21 ottobre 1970 - 24 luglio 1971 succeduto vescovo di Séez)
  • Guy Alexis Herbulot † (20 giugno 1974 - 12 maggio 1978 nominato vescovo di Corbeil)
  • Bede Vincent Heather † (30 giugno 1979 - 8 aprile 1986 nominato vescovo di Parramatta)
  • Albert Jean-Marie Rouet (21 giugno 1986 - 16 dicembre 1993 nominato vescovo coadiutore di Poitiers)
  • Adriano Tomasi Travaglia, O.F.M., dal 16 febbraio 2002

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 376, Eusebius 3.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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