Diocesi di Beth Bagas

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La diocesi di Beth Bagas[1] è un'antica sede della Chiesa d'Oriente, suffraganea dell'arcidiocesi di Erbil, attestata dal V al XIII secolo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Beth Bagas è il nome in siriaco di un distretto dell'Adiabene a nord di Erbil (anticamente Arbela), nella regione chiamata in seguito Hakkâri.[2] Fu anche il nome di una diocesi della Chiesa d'Oriente, attestata dal V al XIII secolo.

Il concilio di Seleucia-Ctesifonte del 410 organizzò per la prima volta la Chiesa dell'impero persiano in province ecclesiastiche, sul modello delle province dell'impero bizantino. Questa organizzazione fu sancita e ufficializzata nel canone XXI del concilio, che stabiliva il primato del metropolita di Seleucia-Ctesifonte e la divisione in sei province ecclesiastiche, ciascuna suddivisa in diocesi, il cui numero fu stabilito dallo stesso concilio. Tra le diocesi della provincia dell'Adiabene, dipendenti dal metropolita di Arbela, si trova anche la diocesi di Beth Bagas, rappresentata al concilio dal suo vescovo, il primo conosciuto, di nome Barinos.[3]

Tra le fonti per conoscere la storia di quest'antica diocesi, c'è il Liber Superiorum di Tommaso di Marga, il quale menziona alcuni vescovi di Beth Bagas. Tra questi: Simone I, maestro di scuola nel villaggio di Salmath, che fu consacrato vescovo dal metropolita Maran Emmeh, tra il 773 e il 780, e che governò la diocesi per soli 3 anni; Diodoro e il successore Awdisho, che furono monaci nel monastero di Beth Abe.[4] Dallo stesso monastero, di cui era superiore, proveniva anche Giovanni, che fu poi consacrato metropolita di Erbil dal patriarca Sliwa Zkha.

Tra i suoi vescovi, due furono scelti per guidare la Chiesa d'Oriente: Timoteo II, che era succeduto allo zio Giorgio sulla sede di Beth Bagas, e che fu eletto patriarca nel 780; e Denha, che divenne dapprima metropolita di Erbil, e poi, nel 1256, patriarca; visse i momenti difficili della fine del califfato abbaside sotto i colpi dei Mongoli guidati da Hulagu Khan.

L'ultimo vescovo noto è Isho’Zkha, che nel 1265 prese parte alla consacrazione del patriarca Denha I.[5]

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ È attestata anche la grafia di Beth Bghash e Beth Bgash.
  2. ^ (EN) James F. Coakley, Hakkâri, Gorgias Encyclopedic Dictionary of the Syriac Heritage, electronic edition.
  3. ^ (FR) Jean-Baptiste Chabot, Synodicon orientale ou Recueil de synodes nestoriens, Paris, 1902, p. 273.
  4. ^ (FR) Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. VIII, col. 1228.
  5. ^ (EN) David Wilmshurst, The ecclesiastical organisation of the Church of the East, 1318-1913, Leuven, 2000, p. 278.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Jean-Maurice Fiey, Pour un Oriens Christianus novus. Répertoire des diocèses syriaques orientaux et occidentaux, Beirut 1993, pp. 61-62
  • (FR) Gabriel Levenq, Beth Bagas, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. VIII, Paris, 1935, coll. 1228-1229
  Portale Cristianesimo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Cristianesimo