Concerto per flauto e orchestra n. 2 (Mozart)

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Concerto per flauto e orchestra n. 2
CompositoreWolfgang Amadeus Mozart
TonalitàRe maggiore
Tipo di composizioneConcerto
Numero d'operaK 314
Epoca di composizioneMannheim, 1777-1778
PubblicazioneFalter, Monaco 1800
Autografoperduto
Dedicasig. De Jean
Durata media20 minuti
Organicosolista (flauto), 2 oboi, 2 corni, archi (violini primi e secondi; viole; violoncelli; contrabbassi)
Movimenti
Allegro aperto

Andante ma non troppo

Allegro

Il Concerto per flauto e orchestra in Re maggiore K 314 venne scritto da Wolfgang Amadeus Mozart, a Mannheim tra il 25 dicembre del 1777 e il 14 febbraio 1778, per adempiere alla commissione avuta dal gentiluomo Ferdinand Nikolaus De Jean.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Tre erano le composizioni per flauto ordinate ma Mozart, che pare non lavorasse a questi brani con grande entusiasmo, ne completò solo due il K 313 e il K 314. Il concerto in Re maggiore non è nuovo, ma è il risultato di una pura e semplice trascrizione per flauto di un concerto per oboe scritto l'anno prima a Salisburgo del quale rimangono alcuni frammenti conservati al Mozarteum di Salisburgo. Mozart riscrisse il concert operando una trasposizione di tonalità dal Do maggiore a Re maggiore e variandone alcune parti solistiche per meglio aderire alle peculiarità tipiche (tecniche e timbriche) del flauto. Questi fatti fecero sì che il committente riconoscesse a Mozart solo la metà di quanto pattuito.

Struttura e analisi[modifica | modifica wikitesto]

Movimenti

  • Allegro aperto
  • Andante ma non troppo
  • Allegro

Scritto

  • per Oboista Ferlendis

Dedica

  • sig. De Jean (o Dejan)

Il concerto è strutturalmente composto con in mente i concerti per violino del 1775 sia per la parte solistica che per quella orchestrale.

Il carattere è francese, l'impostazione brillante e non mancano tratti di bellezza melodica.

Il primo movimento (allegro aperto) si apre con un tema composto di due parti la seconda delle quali invece di avere una funzione predominante non sarà più ripresa.

L'andante ma non troppo ha un'andatura pastorale. Nel rondò (allegro) con cui il concerto termina si sfruttano le possibilità tecniche del flauto con una maestria intuitiva proprie del genio mozartiano. Un refrain particolarmente brillante viene esposto più volte con una serie di variazioni e trovate sempre diverse e sorprendenti.

Organico[modifica | modifica wikitesto]

Flauto solista, due oboi, due corni, archi (violini primi e secondi; viole; violoncelli; contrabbassi)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Georg Nikolaus Nissen, Biografia di Wolfgang Amadeus Mozart, a cura di Marco Murara, Varese, Zecchini, 2018

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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