Chiesa di Santa Maria della Consolazione (Altomonte)

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Chiesa di Santa Maria della Consolazione
La facciata.
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCalabria
LocalitàAltomonte
IndirizzoPiazza Tommaso Campanella
Religionecattolica
TitolareMadre della Consolazione
Diocesi Cassano all'Jonio
Stile architettonicogotico

La chiesa di Santa Maria della Consolazione è il duomo di Altomonte, centro abitato in provincia di Cosenza.

Scuola di Tino di Camaino, Tomba della famiglia Sangineto, XIV sec.
Coro ligneo (1480)

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Santa Maria della Consolazione è la massima architettura sacra gotico-angioina presente in Calabria, sorta su un precedente edificio normanno dedicato a Santa Maria de' Franchis (1070), riedificata con autorizzazione di Papa Clemente VI. Fu ingrandita da Filippo Sangineto, conte di Altomonte, intorno al 1340, nel medesimo anno in cui a Napoli venne inaugurata la basilica di Santa Chiara, imitandone la sensibilità artistica.

Altri ampliamenti vennero realizzati nel XV secolo dai Sanseverino e nel 1443, la chiesa passò ai Domenicani, che vi fondarono un monastero. Questo fiorì al punto da richiedere nel sec. XVI una nuova costruzione a due piani, dotata di chiostro. L'interno della chiesa, modificato tra il sec. XVI e l'inizio del XVIII con l'apertura di archi lungo i lati e la trasformazione dell'arco trionfale da ogivale a tutto sesto, è a una navata con cappelle laterali rimaneggiate nel '600 in forme barocche. I restauri hanno rivelato elementi originali del sec. XIV.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

La navata.

La chiesa, formata da un'unica navata di considerevole lunghezza e con pianta a croce latina, presenta due cappelle laterali di fianco al coro.

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata ha conservato tutt'oggi le linee originarie. È fiancheggiata da due contrafforti e divisa in due zone da un cornicione orizzontale. È presente su di essa, una minuscola Madonna col Bambino, corrosa e posta al centro del timpano posta sotto lo stemma dei Sangineto e dei Sanseverino.

Il portale originario, conservato alla sinistra dell'entrata della chiesa in una piccola area museale, è un tipico esempio di gotico durazzesco del XV secolo. I battenti in legno della porta sono del 1580 e i ricchi intagli sono di artigianato artistico locale.

Il rosone, contemporaneo al portale, è composto da 16 colonnine che sorreggono archi trilobi iscritti in archi acuti con rosette negli interstizi. Il rosone attuale è un rifacimento recente; l'originale, molto deteriorato, è conservato in un locale attiguo alla chiesa. La massiccia torre campanaria, con un elegante finestra bifora, è opera di maestranze calabresi realizzato nella prima metà del XIV secolo.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno della chiesa è ad una navata con due cappelle laterali. A destra dell'ingresso è presente la cappella del Battistero, ora chiusa per restauro, che si apre con un arco acuto sormontato da architrave con decorazioni a stucco dei sec. XV-XVI; in una parete della cappella, lastra tombale con guerriero giacente, di ignoto napoletano del sec. XIV. Nell'abside rettangolare, lungo le pareti, elementi di coro ligneo del '600; al centro della parete di fondo, sepolcro di Filippo Sangineto, di ignoto napoletano seguace di Tino da Camaino, eretto tra il 1352 e il 1377. Vi sono raffigurate le tre virtù teologali che sorreggono il sarcofago: sul fronte e sui lati di esso, i Ss. Andrea, Maddalena, Pietro, Giorgio, Paolo, santo martire, Antonio abate, Ladislao d'Ungheria e Stefano; sul sarcofago è la figura giacente del defunto con due angeli reggicortine; sopra il timpano, statue della Madonna col Bambino tra S. Giovanni Battista e santo vescovo che presentano due devoti. A d. dell'altar maggiore, campana fusa da Cosma da Laurino (1336). A sinistra del presbiterio, nella cappella di S. Michele, altare in legno scolpito e dorato del 1718; nella nicchia, S. Michele arcangelo, statua lignea della stessa epoca; sul fastigio, stemma dei Sanseverino e sul paliotto, stemma dei Domenicani. Nel pavimento davanti all'altar maggiore, lastra tombale di Cobella Ruffo (1447), con figura femminile giacente e ai lati stemmi dei Ruffo-Sanseverino.

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