Chiesa di Sant'Antonino Martire (Castelbuono)

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Sant'Antonino Martire
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàCastelbuono
Coordinate37°55′43.98″N 14°05′24.82″E / 37.928882°N 14.090228°E37.928882; 14.090228
Religionecattolica
Diocesi Cefalù
Inizio costruzioneXVII secolo
Sito webparrsantantoninom.altervista.org/?doing_wp_cron=1599987145.4885849952697753906250

La chiesa di Sant'Antonino Martire è un edificio religioso di Castelbuono.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa parrocchiale situata nella parte alta del paese, divenne proprietà dei padri osservanti nel 1606, quando abbandonarono la chiesa del Soccorso o di Santa Maria dell'Aiuto.[1] Da quest'ultima chiesa ricavarono materiali di costruzione e portarono via gli arredi.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esempio calzante è la distruzione del chiostro della chiesa del Soccorso, le cui colonnine furono poste nel loggiato sulla fiancata della nuova chiesa e il portale d'ingresso - opere gotiche del XVI secolo.

La struttura originaria, aderente ai gusti francescani di sobrietà esterna e ricchezza interna, è stata totalmente stravolta dai rimaneggiamenti dopo il 1957, quando la chiesa divenne parrocchia. La foga ricostruttrice si arrestò però dinanzi al magnifico portale e alle colonnine binate. La chiesa è stata notevolmente rialzata e arricchita di cornici secondo il gusto geometrico che vigeva in quel periodo. Quasi un frontone classico con le sue cornici si differenzia da quest'ultimo per le aperture - l'oculo e la trifora.

L'alto campanile fu rimaneggiato, innalzato e spostato sulla facciata principale, tra le particolarità i rossi mattoni di cui si compone e i richiami, non fedeli, al medioevo con merli e struttura.

L'antica chiesa si suddivideva in due parti: la chiesa grande e l'oratorio di Sant'Antonino, andato completamente perduto nei rifacimenti.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Convento[modifica | modifica wikitesto]

L'antico convento fu abbattuto per far posto ad un ospedale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pagina 255, Vito Amico - Gioacchino di Marzo, "Dizionario topografico della Sicilia" [1] Archiviato il 1º luglio 2018 in Internet Archive., Salvatore di Marzo Editore, Volume primo, Seconda edizione, Palermo, 1858.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]