Chiesa di San Martino (Sovere)

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Chiesa di San Martino
Abside della chiesa di San Martino
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàSovere
IndirizzoPiazza della Chiesa
Coordinate45°49′21.06″N 10°01′20.39″E / 45.822518°N 10.02233°E45.822518; 10.02233
Religionecattolica di rito romano
TitolareSan Martino vescovo
Diocesi Bergamo
Inizio costruzioneIX secolo
CompletamentoXX secolo

La chiesa di San Martino è il principale luogo di culto cattolico del comune di Sovere, in provincia di Bergamo, risulta fosse la chiesa parrocchiale nel 1597.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Un luogo di culto risulta essere presente sul territorio di Sovere già dal 959, e nel 1260 è citata una chiesa con quella di Santa Maria della Torre, nell'elenco delle chiese sottoposte alla Santa Sede, e sussidiario della pieve clusonese.[2] I rappresentanti di questa chiesa Paxius clericus risultano essere presenti nel 1304 al sinodo indetto da Giovanni da Scanzo vescovo di Bergamo, quindi facente parti della diocesi orobica. La chiesa viene indicata sempre dipendente dalla pieve di Clusone, nel nota ecclesiarum del 1360 voluto da Bernabò Visconti per registrare le imposte che il clero doveva alla famiglia Visconti.[3]

Nel 1568 il prete della chiesa fu investito dalla carica di vicario foraneo, con decreto del vescovo Federico Corner durante il secondo sinodo diocesano, a seguito delle disposizioni votate nel concilio provinciale del 1565. Nel 1574 la pieve di Clusone fu divisa con quella di Sovere: Acta synodalia bergomensis ecclesiae.[2]

Gli atti della visita pastorale del 27 settembre 1575 di san Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano,[4] descrivono la chiesa avente sette altari amministrati dalle diverse congregazioni religiose, con la presenza sul territorio di altri luigi di culto: chiesa di San Rocco, Sant'Alessandro, Santi Antonio e Bernardo nella frazione Piazza di Sovere chiesa dei Santi Gregorio e Marco, santuario della Beata Vergine della Torre, chiesa dei Santi Giorgio Faustino, Sebastiano e Defendente del convento dei frati cappuccini. La conformazione della chiesa è confermata negli atti della visita pastorale del vescovo Giovanni Paolo Dolfin del 1778.[3]

La chiesa risulta essere elevata a parrocchia prepositurale nel 1597.[1] Alla fine del XIX secolo vi furono eseguiti lavori di ampliamento con la demolizione di parte dell'antico fabbricato, quello che si affacciava sulla piazza, e la ricostruzione con l'aggiunta di due navate e della cupola. Al termine dei lavori la chiesa fu nuovamente consacrata il 24 marzo 1886, dal vescovo di Bergamo, monsignor Gaetano Camillo Guindani. Nel tempo furono aggiunti decorazioni agli altari e lavori di manutenzione.

Con decreto del 27 maggio 1979 entra a far parte della vicaria di Solto-Sovere, della diocesi di Bergamo.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa è posta sulla piazza cittadina con la facciata rivolta a ovest. La facciata è tripartita da quattro grandi lesene accoppiate, a colonna terminanti con capitelli corinzi che sostengono la trabeazione e il timpano triangolare nel cui centro è dipinta in rilievo una croce greca, e culminante con una croce ferrea. La parte centrale della facciata è di altezza maggiore con la conformazione a capanna, mentre le due laterali leggermente arretrati, hanno il tetto a un solo spiovente.[1]

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'aula si presenta a tre navate, di quella centrale di altezza maggiore, e nella parte che precede il presbiterio con una larghezza superiore di dieci metri dove è posta la cupola. Il presbiterio ha misure leggermente inferiori all'aula, si presenta in stile neoclassico, ed è preceduto dalla gradinata e dalla balaustra intarsiata dalla bottega fantoniana in marmo nero del 1729, mentre l'altare maggiore è completato dal paliotto raffigurante san Martino a cavallo sempre fantoniano.[5] L'abside leggermente schiacciata per mancanza di spazio.[3]

La chiesa conserva come pala di un altare laterale, la tela di Giovan Battista Moroni Resurrezione di Cristo di cui si conserva la commissione del giugno 1561, con la sua consegna entro la Pasqua del 1562, e i relativi pagamenti:

«3 giugno 1561 per fare ordinare il mistere della passione in far far li breve 40 driademe e le astine di frassino al tornidor da lovere a nr Galeazzo depentor ed in colla colore ed altre cose e messi mandati a Clusone, a Lovere ed Albino ed uno a messer Archangelo per scriver detto breve e diverse due opere in tutto 24 lire ed 11 soldi oltre le fatiche di pre Lorenzo e sue spese fatte indar da mangiar a più persone in quelle giornate del quale non vole mento salvo le sopradette spese. 22 marzo 1562 per tante spese per far una ancona all'altare della scola per contadi al depertor mr Battista Moroni di Albino 20 scudi da 6:15 l'uno e per far capcocielo e la bevesta sotto scudi 10 6:15 l'uno per far il frotnespizio e diverse altre cose all'intagliatore scudi 5 a 6:15 om tutto scudi 35 per un totale di 235:5»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Chiesa di San Martino, su parrocchiasovere.it, Parrocchia di San Martino. URL consultato il 12 gennaio 2020..
  2. ^ a b c Veronica Vitali, Chiesa di San Martino, su lombardiabeniculturali.it, Lombardia Beni Culturali, 2005. URL consultato il 12 gennaio 2020..
  3. ^ a b c BeWeB.
  4. ^ San Carlo Borromeo si fermò tre mesi della diocesi di Bergamo visitando tutte le chiese, i fascicoli della sua visita pastorale sono uno dei più importanti documenti che descrivono le chiese del XVI secolo Atti della visita pastorale di san Carlo Borromeo, Archivio diocesano di Bergamo, 1575.
  5. ^ I luoghi e le chiese, su fantoniscultori.eu, Fantoni scultori. URL consultato il 13 gennaio 2020..

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Simone Facchinetti, Moroni Un “ritratto magnifico” e otto opere restaurate, 2015.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]