Chiesa dei Santi Abbondio e Andrea

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Chiesa dei Santi Abbondio e Andrea
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
CantoneCanton Ticino
LocalitàSant'Abbondio (Gambarogno)
Religionecattolica di rito romano
TitolareAndrea apostolo
Diocesi Lugano
ArchitettoPiero Martella
Stile architettoniconeoclassico
Inizio costruzione1853
Completamento1854

La chiesa dei Santi Abbondio e Andrea[1] è un edificio religioso neoclassico costruito su una preesistente chiesa duecentesca a Sant'Abbondio (oggi nel territorio di Gambarogno).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa fu menzionata per la prima volta nel 1264. Una nuova citazione nei documenti ufficiali risale al 1558, quando fu registrata la scissione della parrocchia di Vira Gambarogno e la contestuale fondazione di una nuova parrocchia con sede presso questo edificio. Nel 1852, però, la vecchia chiesa, dotata di due absidi, fu rasa al suolo per fare posto all'attuale struttura, il cui progetto fu firmato da Pietro Martella. Unica traccia dell'edificio precedente è il campanile, tuttora conservato. Neanche questo, però, risale al Basso Medioevo: il campanile, opera forse di Giovanni Beretta, fu costruito intorno al 1558. Nel XX secolo la chiesa fu restaurata una volta, nel 1974.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterni[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa è dotata di pianta a croce greca sopra la quale si erge una grande cupola. I bracci laterali sono di dimensioni ridotte. Il coro è di forma semicircolare.

Interni[modifica | modifica wikitesto]

La decorazione più antica è un dipinto su tela di Francesco Lucchi che raffigura San Biagio tra Santo Stefano e San Lorenzo martire[2] e si trova a destra dell'altare. Quest'ultimo, realizzato in marmi policromi alla fine del XVIII secolo, presenta una pala di gusto neoclassico con Sant'Abbondio con Sant'Antonio abate e Sant'Andrea e le anime purganti, nella quale si intravede un'ispirazione tratta dalla pittura popolare secentesca. Completano le decorazioni del corpo principale della chiesa alcune pitture realizzate nel 1914 da Pompeo Maino[3] e un fonte battesimale il cui coperchio, in legno, è settecentesco.

Degna di nota è anche la statua tardosecentesca della Madonna conservata in una cappella: dal corpo in legno partono braccia non fisse realizzate in cartapesta e stracci.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guglielmo Buetti, Note Storiche Religiose delle Chiese e Parrocchie della Pieve di Locarno, (1902), e della Verzasca, Gambarogno, Valle Maggia e Ascona (1906), II edizione, Pedrazzini Edizioni, Locarno 1969.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 152.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 157-158.