Casa museo di palazzo Sipari

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Casa museo di palazzo Sipari
Palazzo Sipari
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàPescasseroli
Indirizzopiazza Benedetto Croce, Pescasseroli, 67032
Coordinate41°48′37.3″N 13°47′25.4″E / 41.810361°N 13.790389°E41.810361; 13.790389
Caratteristiche
Tipodocumentario, storico,
Istituzione2005
ProprietàFondazione Erminio e Zel Sipari onlus
Sito web

La Casa museo di palazzo Sipari è una casa museo ospitata nel palazzo Sipari di Pescasseroli (AQ), in Abruzzo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Targa dedicata a Maria Cristina Sipari in Monticelli Obizzi

Il palazzo della famiglia Sipari venne realizzato sul preesistente palazzo baronale di Pescasseroli, gravemente danneggiato a causa di un incendio. Inaugurato nel 1839 ha rappresentato la residenza di una delle famiglie più influenti della Marsica[1]. Nel 1866 vi nacque, in una stanza del secondo piano, il filosofo Benedetto Croce, cugino diretto di Erminio Sipari fondatore e primo presidente del parco nazionale d'Abruzzo.

Il palazzo, dichiarato di particolare interesse storico e artistico nel 1967, fu successivamente vincolato per garantirne la tutela dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell'Abruzzo. L'ultima proprietaria della residenza storica fu la marchesa Maria Cristina Sipari in Monticelli Obizzi che nel luglio 2005 volle costituire la fondazione dedicata ai genitori Erminio Sipari e Margherita Zelmira Galleano per gestire una casa museo, aperta al pubblico nel 2010, ideata come un punto di riferimento culturale del territorio[2][3].

Collezione[modifica | modifica wikitesto]

La casa museo di palazzo Sipari custodisce in strutture di legno la biblioteca privata della famiglia Sipari e documenti relativi all'attività pubblica e politica di Erminio Sipari, deputato del Regno d'Italia nella XXIV, XXV, XXVI e XXVII legislatura nonché fondatore e primo presidente del parco nazionale d'Abruzzo dal 1923 al 1933. L'archivio storico, contenente testi storici, documenti originali e atti riguardanti in particolare l'attività intellettuale e politica di Erminio Sipari e Benedetto Croce, è stato sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell'Abruzzo e del Molise.

Da uno dei balconi del palazzo il filosofo Benedetto Croce il 21 agosto 1910 tenne il Discorso di Pescasseroli. In altre stanze sono esposti i cimeli, le fotografie e altri ricordi relativi alle visite dei sovrani Vittorio Emanuele II, Vittorio Emanuele III, il Duca Amedeo d'Aosta e di altri esponenti di Casa Savoia. Sono attestate le visite, in particolare durante l'Ottocento e il Novecento di uomini di Governo, politici, intellettuali, artisti e di altre personalità.

Gli allestimenti interni mettono in luce l'impegno nelle attività svolte per favorire la conoscenza dell'ambiente, della storia, della cultura e dell'arte marsicana e abruzzese. Alcune stanze ospitano gli oggetti di uso comune della famiglia e quelli utilizzati per l'attività venatoria.

Esternamente si trova il giardino pensile; non distante dall'ingresso principale del palazzo ci sono le scuderie che ospitano il museo storico del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise[4] e, presso il cortile dell'orso, iniziative culturali. Adiacente al palazzo si trova la cappella privata della famiglia Sipari intitolata alla Madonna Addolorata[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Touring Club Italiano, 2005, p. 287.
  2. ^ Fondazione Erminio e Zel Sipari Onlus, su parcoabruzzo.it, Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, 7 ottobre 2011. URL consultato il 17 maggio 2020.
  3. ^ Casa museo palazzo Sipari - Pescasseroli, su abruzzoturismo.it, Regione Abruzzo. URL consultato il 17 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2020).
  4. ^ Un museo per i 100 anni del Parco!, su parcoabruzzo.it, 10 febbraio 2022. URL consultato il 10 febbraio 2022.
  5. ^ Palazzo Sipari - La Dimora, su dimorestoricheitaliane.it, Dimore Storiche Italiane. URL consultato il 17 maggio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • La Fondazione, su fondazionesipari.it. URL consultato il 17 maggio 2020.